Seguire per un intero anno le attività e la vita delle classi di un istituto di pena, e leggere l'esecuzione penale con una attenzione pedagogica: questo l'intento del lavoro che ha dato origine a questa pubblicazione. Si sono ascoltate le storie di vita di uomini e donne detenuti, i loro pensieri, le riflessioni raccolte nella scuola del carcere di Bergamo . Si sono osservate le pratiche di insegnamento, si è discusso e si è ricercato con gli insegnanti. Si è lavorato anche insieme alle altre figure professionali presenti in carcere. Quanto emerso, letto alla luce di una pedagogia fenomenologicamente orientata, tratteggia i caratteri di "una esperienza di soglia", nella quale l'esperienza educativa accoglie la condizione umana provata, chiamata alla verità dall'ombra, dalla colpa e dalla pena. E l'attività formativa cerca di sostenere il riscatto e la riparazione, di dare senso alla sofferenza e di aprire il conflitto alla riconciliazione. La scuola può cambiare il carcere, l'esperienza di detenzione; certo ne forza le logiche e le pratiche, ne riapre il tempo. Il carcere cambia la scuola: la scuola si scopre centrata sugli studenti e delle loro storie; si pone come luogo per la riflessione e la cura delle intenzionalità; aiuta la costruzione di relazioni, di responsabilità e di apprendimenti. La scuola in carcere a volte ridisegna l'educazione ed il rendere giustizia, avvia esigenti movimenti di incontro, fa ripensare le vittime, pulisce il futuro.

(2017). Il carcere cambia la scuola, la scuola cambia il carcere . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/116115

Il carcere cambia la scuola, la scuola cambia il carcere

Lizzola, Ivo
2017-01-01

Abstract

Seguire per un intero anno le attività e la vita delle classi di un istituto di pena, e leggere l'esecuzione penale con una attenzione pedagogica: questo l'intento del lavoro che ha dato origine a questa pubblicazione. Si sono ascoltate le storie di vita di uomini e donne detenuti, i loro pensieri, le riflessioni raccolte nella scuola del carcere di Bergamo . Si sono osservate le pratiche di insegnamento, si è discusso e si è ricercato con gli insegnanti. Si è lavorato anche insieme alle altre figure professionali presenti in carcere. Quanto emerso, letto alla luce di una pedagogia fenomenologicamente orientata, tratteggia i caratteri di "una esperienza di soglia", nella quale l'esperienza educativa accoglie la condizione umana provata, chiamata alla verità dall'ombra, dalla colpa e dalla pena. E l'attività formativa cerca di sostenere il riscatto e la riparazione, di dare senso alla sofferenza e di aprire il conflitto alla riconciliazione. La scuola può cambiare il carcere, l'esperienza di detenzione; certo ne forza le logiche e le pratiche, ne riapre il tempo. Il carcere cambia la scuola: la scuola si scopre centrata sugli studenti e delle loro storie; si pone come luogo per la riflessione e la cura delle intenzionalità; aiuta la costruzione di relazioni, di responsabilità e di apprendimenti. La scuola in carcere a volte ridisegna l'educazione ed il rendere giustizia, avvia esigenti movimenti di incontro, fa ripensare le vittime, pulisce il futuro.
2017
Lizzola, Ivo
File allegato/i alla scheda:
File Dimensione del file Formato  
il carcere cambia la scuola, la scuola cambia il carcere.pdf

Solo gestori di archivio

Versione: publisher's version - versione editoriale
Licenza: Licenza default Aisberg
Dimensione del file 5.4 MB
Formato Adobe PDF
5.4 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
Pubblicazioni consigliate

Aisberg ©2008 Servizi bibliotecari, Università degli studi di Bergamo | Terms of use/Condizioni di utilizzo

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10446/116115
Citazioni
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact