La riflessione sociologica sull’emarginazione sociale e quella sulla devianza si intrecciano utilmente attraverso una distinzione tra i due concetti che prende in esame la differenza tra comportamenti e spazi sociali. L’area della normalità, in cui si collocano i soggetti che hanno accesso a un insieme di garanzie, si distingue da quella dell’emarginazione come condizione di esclusione temporanea o permanente dal sistema dei diritti e doveri. I comportamenti aderenti a norme condivise e le condotte che, al contrario, violano tali vincoli sono rilevabili in entrambe le aree del sistema sociale, con una differenza degna di nota: i comportamenti devianti si prestano a essere enfatizzati se compiuti da soggetti emarginati, mentre tendono a rimanere nella sfera del controllo individuale quando sono ascrivibili a soggetti appartenenti all’area della normalità. Emarginazione e normalità, nella loro distinzione, restano legate in quanto la marginalità sociale è generata in parte dalla normalità e contribuisce, al contempo, al suo mantenimento. Gli equilibri tra normalità e marginalità cambiano nei differenti sistemi sociali e mutano nell’ambito delle medesime società nel corso del tempo. Per questo motivo l’emarginazione resta un argomento di attualità scientifica e invita lo studioso a riflettere sui contorni nuovi che assumono le forme consolidate di marginalità e sull’emergenza di situazioni inedite di emarginazione. A partire da questa premessa, con riferimento prevalente alla letteratura e alla situazione italiana, si propone in questo scritto un percorso di esplorazione del tema della marginalità sociale che ne considera la multidimensionalità in relazione ai mutamenti sociali, osservando i nessi tra tali caratteri e le necessità d’intervento socio-assistenziale.

(2012). Emarginazione (marginalità sociale) . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/119316

Emarginazione (marginalità sociale)

Pizzolati, Micol
2012-01-01

Abstract

La riflessione sociologica sull’emarginazione sociale e quella sulla devianza si intrecciano utilmente attraverso una distinzione tra i due concetti che prende in esame la differenza tra comportamenti e spazi sociali. L’area della normalità, in cui si collocano i soggetti che hanno accesso a un insieme di garanzie, si distingue da quella dell’emarginazione come condizione di esclusione temporanea o permanente dal sistema dei diritti e doveri. I comportamenti aderenti a norme condivise e le condotte che, al contrario, violano tali vincoli sono rilevabili in entrambe le aree del sistema sociale, con una differenza degna di nota: i comportamenti devianti si prestano a essere enfatizzati se compiuti da soggetti emarginati, mentre tendono a rimanere nella sfera del controllo individuale quando sono ascrivibili a soggetti appartenenti all’area della normalità. Emarginazione e normalità, nella loro distinzione, restano legate in quanto la marginalità sociale è generata in parte dalla normalità e contribuisce, al contempo, al suo mantenimento. Gli equilibri tra normalità e marginalità cambiano nei differenti sistemi sociali e mutano nell’ambito delle medesime società nel corso del tempo. Per questo motivo l’emarginazione resta un argomento di attualità scientifica e invita lo studioso a riflettere sui contorni nuovi che assumono le forme consolidate di marginalità e sull’emergenza di situazioni inedite di emarginazione. A partire da questa premessa, con riferimento prevalente alla letteratura e alla situazione italiana, si propone in questo scritto un percorso di esplorazione del tema della marginalità sociale che ne considera la multidimensionalità in relazione ai mutamenti sociali, osservando i nessi tra tali caratteri e le necessità d’intervento socio-assistenziale.
2012
Pizzolati, Micol
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