Le cliniche legali rappresentano in Italia una novità didattica che si va sempre più consolidando all’interno dei percorsi formativi dei corsi di laurea in giurisprudenza. Anche se non mancano approfondimenti dogmatici che ne ripercorrono le radici extraeuropee e l’adeguamento dei relativi modelli all’interno del contesto nazionale, che evidenziano il ruolo delle cliniche nella costruzione di un sapere giuridico critico e nella promozione dei diritti, o che ne colgono i collegamenti con la teoria dei commons, nella letteratura scientifica italiana gli approcci al tema sono stati prevalentemente caratterizzati, negli anni, da una logica di circolazione di saperi esperienziali relativamente a contenuti e metodologie utilizzate. Con il progressivo riconoscimento di una responsabilità anche sociale degli Atenei e il collegamento della stessa con i meccanismi di valutazione ministeriale delle sedi formative, si è poi assistito, negli ultimi tempi, anche ad una crescente attenzione verso la possibilità di considerare le esperienze cliniche come peculiare forma di manifestazione della c.d. Terza missione dell’Università. In questo quadro d’insieme il presente lavoro si caratterizza per la scelta di una chiave di lettura peculiare e di significativa utilità, in quanto mira a ricostruire il fenomeno delle cliniche legali soprattutto sotto il profilo gnoseologico, ricercandone le basi all’interno dei principi e dei valori che hanno nella Carta costituzionale la più significativa consacrazione. Se la libertà di insegnamento, anche universitario, di cui all’art. 33 Cost. può rappresentare indubitabilmente un riferimento cardine per la stessa nascita e per il progressivo sviluppo delle cliniche legali in Italia, la prospettiva costituzionale fa emergere nel corso della trattazione altri e ancor più significativi collegamenti. In primis con quel principio di solidarietà, la cui carica propulsiva e dialettica e il cui significato etico e culturale prima ancora che giuridico, sono stati posti, nel disegno dei costituenti, alla base della stessa convivenza sociale della costituenda Repubblica. Le cliniche legali – nella lettura che ne viene proposta – possono contribuire a rendere concreto tale principio nella misura in cui registrano la presenza di più soggetti (docenti, studenti, avvocati, utenti) che operano in un complesso ma reciproco scambio di benefici in senso solidaristico. Anche il principio di sussidiarietà, nelle sue diverse accezioni e nel suo progressivo riconoscimento all’interno della Carta costituzionale, può trovare nelle cliniche legali un’ipotesi di peculiare concretizzazione, essendo le stesse caratterizzate da un’autonoma iniziativa di cittadini singoli ed associati volta alla realizzazione di attività di interesse generale: nello specifico, infatti, le cliniche possono utilmente intervenire, in via sussidiaria, per assicurare ai non abbienti i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione o, più in generale, per perseguire l’interesse all’efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa. Da ultimo, anche del più tradizionale legame tra esperienze cliniche e obiettivi di trasformazione sociale e di accesso alla giustizia viene offerta un’interessante lettura in chiave costituzionale, con un’impostazione che vede nell’operato delle cliniche legali, inquadrato nell’alveo dell’art. 24 Cost., uno strumento importante per garantire una più piena effettività al diritto del singolo consociato ad agire in giudizio e, più ampiamente, al diritto a far valere i propri diritti. L’accesso alla giustizia auspicato dalla previsione costituzionale supera in questa prospettiva i ristretti limiti in cui spesso viene confinato e abbandonando la dimensione prettamente giurisdizionale si spinge fino a concretizzare un vero e proprio diritto a “scoprire”, per poi esercitare, i propri diritti. La lettura dell’esperienza delle cliniche legali in Italia qui proposta rappresenta dunque un momento conoscitivo importante per ogni giurista nella misura in cui fornisce un’inedita e innovativa concretezza ad alcuni principi fondamentali della nostra Carta costituzionale. Per chiunque si occupi di insegnamento clinico nell’ambito della propria esperienza accademica, invece, una riconsiderazione della propria attività e del proprio ruolo secondo le direttrici che vengono proposte non può che costituire uno stimolo alla riflessione rispetto ad un operare che non può smarrire, sia pure nelle fatiche della quotidianità, il proprio senso ultimo.

(2018). Cliniche legali in Italia. Vol. 1: Accesso alla giustizia, sussidiarietà e solidarietà nelle cliniche legali . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/120459

Cliniche legali in Italia. Vol. 1: Accesso alla giustizia, sussidiarietà e solidarietà nelle cliniche legali

Maestroni, Angelo
2018-03-01

Abstract

Le cliniche legali rappresentano in Italia una novità didattica che si va sempre più consolidando all’interno dei percorsi formativi dei corsi di laurea in giurisprudenza. Anche se non mancano approfondimenti dogmatici che ne ripercorrono le radici extraeuropee e l’adeguamento dei relativi modelli all’interno del contesto nazionale, che evidenziano il ruolo delle cliniche nella costruzione di un sapere giuridico critico e nella promozione dei diritti, o che ne colgono i collegamenti con la teoria dei commons, nella letteratura scientifica italiana gli approcci al tema sono stati prevalentemente caratterizzati, negli anni, da una logica di circolazione di saperi esperienziali relativamente a contenuti e metodologie utilizzate. Con il progressivo riconoscimento di una responsabilità anche sociale degli Atenei e il collegamento della stessa con i meccanismi di valutazione ministeriale delle sedi formative, si è poi assistito, negli ultimi tempi, anche ad una crescente attenzione verso la possibilità di considerare le esperienze cliniche come peculiare forma di manifestazione della c.d. Terza missione dell’Università. In questo quadro d’insieme il presente lavoro si caratterizza per la scelta di una chiave di lettura peculiare e di significativa utilità, in quanto mira a ricostruire il fenomeno delle cliniche legali soprattutto sotto il profilo gnoseologico, ricercandone le basi all’interno dei principi e dei valori che hanno nella Carta costituzionale la più significativa consacrazione. Se la libertà di insegnamento, anche universitario, di cui all’art. 33 Cost. può rappresentare indubitabilmente un riferimento cardine per la stessa nascita e per il progressivo sviluppo delle cliniche legali in Italia, la prospettiva costituzionale fa emergere nel corso della trattazione altri e ancor più significativi collegamenti. In primis con quel principio di solidarietà, la cui carica propulsiva e dialettica e il cui significato etico e culturale prima ancora che giuridico, sono stati posti, nel disegno dei costituenti, alla base della stessa convivenza sociale della costituenda Repubblica. Le cliniche legali – nella lettura che ne viene proposta – possono contribuire a rendere concreto tale principio nella misura in cui registrano la presenza di più soggetti (docenti, studenti, avvocati, utenti) che operano in un complesso ma reciproco scambio di benefici in senso solidaristico. Anche il principio di sussidiarietà, nelle sue diverse accezioni e nel suo progressivo riconoscimento all’interno della Carta costituzionale, può trovare nelle cliniche legali un’ipotesi di peculiare concretizzazione, essendo le stesse caratterizzate da un’autonoma iniziativa di cittadini singoli ed associati volta alla realizzazione di attività di interesse generale: nello specifico, infatti, le cliniche possono utilmente intervenire, in via sussidiaria, per assicurare ai non abbienti i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione o, più in generale, per perseguire l’interesse all’efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa. Da ultimo, anche del più tradizionale legame tra esperienze cliniche e obiettivi di trasformazione sociale e di accesso alla giustizia viene offerta un’interessante lettura in chiave costituzionale, con un’impostazione che vede nell’operato delle cliniche legali, inquadrato nell’alveo dell’art. 24 Cost., uno strumento importante per garantire una più piena effettività al diritto del singolo consociato ad agire in giudizio e, più ampiamente, al diritto a far valere i propri diritti. L’accesso alla giustizia auspicato dalla previsione costituzionale supera in questa prospettiva i ristretti limiti in cui spesso viene confinato e abbandonando la dimensione prettamente giurisdizionale si spinge fino a concretizzare un vero e proprio diritto a “scoprire”, per poi esercitare, i propri diritti. La lettura dell’esperienza delle cliniche legali in Italia qui proposta rappresenta dunque un momento conoscitivo importante per ogni giurista nella misura in cui fornisce un’inedita e innovativa concretezza ad alcuni principi fondamentali della nostra Carta costituzionale. Per chiunque si occupi di insegnamento clinico nell’ambito della propria esperienza accademica, invece, una riconsiderazione della propria attività e del proprio ruolo secondo le direttrici che vengono proposte non può che costituire uno stimolo alla riflessione rispetto ad un operare che non può smarrire, sia pure nelle fatiche della quotidianità, il proprio senso ultimo.
mar-2018
Maestroni, Angelo
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