Gli attacchi bioterroristici del 2001 con le lettere contenenti antrace hanno dimostrato che gli agenti patogeni e le tossine possono essere concretamente utilizzati come armi per un attentato terroristico. Per affrontare tali situazioni è nata una nuova disciplina nell’ambito delle scienze forensi, definita microbial forensics (microbiologia forense), che contribuisce alle indagini su un crimine eseguito utilizzando un’arma biologica. L’indagine di microbiologia forense si pone l’obiettivo di identificare l’agente patogeno responsabile, come avviene nel caso di un’indagine epidemiologica, ma con un grado di caratterizzazione molto più elevato. In questo caso si procede con un’analisi genetica per cercare di individuare univocamente la fonte del patogeno utilizzato, seguendo un approccio comune a tutta la criminalistica, volto a classificare ed eventualmente identificare “le tracce e le cose pertinenti al reato”. In seguito agli attacchi del 2001 si è effettuata la genotipizzazione del B. anthracis su 8 loci polimorfici VNTR (variable number tandem repeat) con la MLVA (multilocus variable tandem repeat analysis). Recentemente, alcuni gruppi di ricerca hanno aumentato il numero dei loci a 25, mentre un altro gruppo ha individuato un altro tipo di polimorfismi (SNR, single nucleotide repeat) con un maggiore grado di mutazione. Il sistema basato sui markers SNRs permette di distinguere fra isolati batterici che hanno una bassissima variabilità genetica e che mostrano un identico genotipo MLVA.

(2007). La microbiologia forense e il pericolo del bioterrorismo (1a parte) [journal article - articolo]. In EMERGENCY CARE JOURNAL. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/145512

La microbiologia forense e il pericolo del bioterrorismo (1a parte)

Romolo, Francesco Saverio
2007-01-01

Abstract

Gli attacchi bioterroristici del 2001 con le lettere contenenti antrace hanno dimostrato che gli agenti patogeni e le tossine possono essere concretamente utilizzati come armi per un attentato terroristico. Per affrontare tali situazioni è nata una nuova disciplina nell’ambito delle scienze forensi, definita microbial forensics (microbiologia forense), che contribuisce alle indagini su un crimine eseguito utilizzando un’arma biologica. L’indagine di microbiologia forense si pone l’obiettivo di identificare l’agente patogeno responsabile, come avviene nel caso di un’indagine epidemiologica, ma con un grado di caratterizzazione molto più elevato. In questo caso si procede con un’analisi genetica per cercare di individuare univocamente la fonte del patogeno utilizzato, seguendo un approccio comune a tutta la criminalistica, volto a classificare ed eventualmente identificare “le tracce e le cose pertinenti al reato”. In seguito agli attacchi del 2001 si è effettuata la genotipizzazione del B. anthracis su 8 loci polimorfici VNTR (variable number tandem repeat) con la MLVA (multilocus variable tandem repeat analysis). Recentemente, alcuni gruppi di ricerca hanno aumentato il numero dei loci a 25, mentre un altro gruppo ha individuato un altro tipo di polimorfismi (SNR, single nucleotide repeat) con un maggiore grado di mutazione. Il sistema basato sui markers SNRs permette di distinguere fra isolati batterici che hanno una bassissima variabilità genetica e che mostrano un identico genotipo MLVA.
articolo
2007
Nasso, Maria; Romolo, Francesco Saverio
(2007). La microbiologia forense e il pericolo del bioterrorismo (1a parte) [journal article - articolo]. In EMERGENCY CARE JOURNAL. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/145512
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