Oggi in Italia tre quarti dei prodotti agro-alimentari freschi o confezionati vengono dalle catene della grande distribuzione, il numero delle aziende agricole di piccola e media grandezza pian piano diminuisce per lasciare il posto a quelle più grandi, grandi come “piantagioni”. Qui la forza lavoro straniera ha sostituito la manodopera familiare e locale, diventando un terzo di quella impiegata nei campi e nelle stalle: sono i mungitori indiani della filiera del Grana e del Parmigiano, i raccoglitori di pomodori, di ortaggi e di frutta romeni, bulgari, senegalesi, burkinabé, sudanesi… Il lavoro di questi braccianti è segnato dalla precarietà: svolgono lavori sovente stagionali, con giornate lavorative che raramente corrispondono al dichiarato, sono costretti a sistemarsi in accampamenti informali e privi di condizioni dignitose, dai quali vengono spesso banditi e cacciati. La loro magra paga viene poi taglieggiata da procacciatori di manodopera che offrono il loro servizio in larghe aree del paese, sebbene dal 1919 lo Stato italiano abbia dichiarato illegale tale mediazione. Del resto, i centri per l’impiego hanno abdicato a regolare il mercato del lavoro, mentre le norme sull’immigrazione complicano la vita a moltissimi lavoratori. Negli ultimi anni ai braccianti provenienti dal Maghreb, dall’India e dall’Est europeo si sono aggiunti i titolari di protezione internazionale o umanitaria ad aumentare enormemente l’offerta di lavoro flessibile. Sono l’anello debole di una catena di sfruttamento, che è funzionale a un sistema di approvvigionamento, ormai nelle mani di un oligopolio che determina il valore di un bene primario come il cibo. Un sistema incompatibile sia con i diritti dei braccianti sia con quelli dei piccoli agricoltori.

(2021). Braccia rubate dall'agricoltura. Pratiche di sfruttamento del lavoro migrante [edited book - curatela]. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/191419

Braccia rubate dall'agricoltura. Pratiche di sfruttamento del lavoro migrante

Perrotta, Domenico;
2021-01-01

Abstract

Oggi in Italia tre quarti dei prodotti agro-alimentari freschi o confezionati vengono dalle catene della grande distribuzione, il numero delle aziende agricole di piccola e media grandezza pian piano diminuisce per lasciare il posto a quelle più grandi, grandi come “piantagioni”. Qui la forza lavoro straniera ha sostituito la manodopera familiare e locale, diventando un terzo di quella impiegata nei campi e nelle stalle: sono i mungitori indiani della filiera del Grana e del Parmigiano, i raccoglitori di pomodori, di ortaggi e di frutta romeni, bulgari, senegalesi, burkinabé, sudanesi… Il lavoro di questi braccianti è segnato dalla precarietà: svolgono lavori sovente stagionali, con giornate lavorative che raramente corrispondono al dichiarato, sono costretti a sistemarsi in accampamenti informali e privi di condizioni dignitose, dai quali vengono spesso banditi e cacciati. La loro magra paga viene poi taglieggiata da procacciatori di manodopera che offrono il loro servizio in larghe aree del paese, sebbene dal 1919 lo Stato italiano abbia dichiarato illegale tale mediazione. Del resto, i centri per l’impiego hanno abdicato a regolare il mercato del lavoro, mentre le norme sull’immigrazione complicano la vita a moltissimi lavoratori. Negli ultimi anni ai braccianti provenienti dal Maghreb, dall’India e dall’Est europeo si sono aggiunti i titolari di protezione internazionale o umanitaria ad aumentare enormemente l’offerta di lavoro flessibile. Sono l’anello debole di una catena di sfruttamento, che è funzionale a un sistema di approvvigionamento, ormai nelle mani di un oligopolio che determina il valore di un bene primario come il cibo. Un sistema incompatibile sia con i diritti dei braccianti sia con quelli dei piccoli agricoltori.
curatela (libro)
2021
Ippolito, Ilaria; Perrotta, Domenico Claudio; Raeymaekers, Timothy
File allegato/i alla scheda:
File Dimensione del file Formato  
Braccia rubate (libro).pdf

Solo gestori di archivio

Versione: postprint - versione referata/accettata senza referaggio
Licenza: Licenza default Aisberg
Dimensione del file 1.81 MB
Formato Adobe PDF
1.81 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
Pubblicazioni consigliate

Aisberg ©2008 Servizi bibliotecari, Università degli studi di Bergamo | Terms of use/Condizioni di utilizzo

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10446/191419
Citazioni
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact