Quando lo scopo è quello di studiare un particolare evento di protesta, o una singola campagna, il ricercatore può scegliere tra diverse strategie di ricerca. Soprattutto in casi in cui l’evento non sia ancora concluso, può decidere di prendere parte direttamente ad una manifestazione ed osservare i comportamenti, gli atteggiamenti, annotare gli slogan e/o intervistare alcuni dei partecipanti. Se lo studio riguarda una campagna di protesta, specialmente se recente, può procedere intervistando gli attivisti, analizzando il materiale prodotto dalle organizzazioni e così via. Tutte queste strategie, tuttavia, sono evidentemente adatte solo in casi in cui l’oggetto di ricerca siano episodi relativamente limitati geograficamente e temporalmente. Nel caso di studi longitudinali, che mirino cioè ad analizzare la protesta e il suo modificarsi nel corso del tempo, si dovrà procedere, necessariamente, in modo differente. Prima di tutto, per questo tipo di studi, sarà imprescindibile l’utilizzo di fonti secondarie, da cui ricavare informazioni sulle caratteristiche dei vari conflitti e il loro variare nel tempo. Informazioni sui temi, frequenza, tempo e durata, luoghi, dimensioni, repertori di azione, tipologia degli attori coinvolti nelle varie azioni di protesta etc., possono essere tratte da una vasta gamma di fonti tra cui: verbali della polizia, atti di tribunale, documenti prodotti dalle organizzazioni, quotidiani, notiziari (radio o TV) o agenzie di stampa. In secondo luogo, per seguire il cambiamento di alcuni aspetti della protesta nel tempo, dovrà essere impiegata una tecnica di ricerca in grado di generare e organizzare una vasta gamma di informazioni. La tecnica che viene generalmente utilizzata in questi casi è conosciuta con il nome di Protest Event Analysis (PEA). La PEA è stata pensata per produrre dati sistematici, e per questa ragione è particolarmente appropriata per studiare la distribuzione quantitativa di certe caratteristiche della protesta. Tramite una scheda di rilevazione, il ricercatore può registrare alcuni aspetti importanti relativi agli eventi e facilmente controllare il loro variare su ampi archi temporali e aree geografiche. Ad oggi si contano numerosi studi sull’azione collettiva e i movimenti sociali che si basano sull’analisi sistematica degli eventi di protesta. Se le prime ricerche condotte risalgono agli anni sessanta, e sono ad opera soprattutto di un gruppo di storici sociali in prevalenza statunitensi, più recentemente la Protest Event Analysis è stata alla base di importanti e numerosi studi condotti in ambito europeo. L’Italia, in particolare, può vantare di essere stata oggetto di una delle ricerche divenute in seguito un ‘classico’ per gli studiosi interessati ai meccanismi e dinamica del conflitto. Lo studio di Sidney Tarrow, sul ciclo di protesta italiano degli anni ’60-’70, ha recentemente ispirato anche alcune ricerche condotte da studiosi italiani. Facendo riferimento ai risultati emersi da un’analisi sistematica della protesta in Italia negli anni novanta, l’articolo prende in esame i diversi problemi teorici e metodologici collegati all’utilizzo della PEA per lo studio dei movimenti sociali.

L'analisi degli eventi di protesta per lo studio degli eventi sociali

FORNO, Francesca
2005-01-01

Abstract

Quando lo scopo è quello di studiare un particolare evento di protesta, o una singola campagna, il ricercatore può scegliere tra diverse strategie di ricerca. Soprattutto in casi in cui l’evento non sia ancora concluso, può decidere di prendere parte direttamente ad una manifestazione ed osservare i comportamenti, gli atteggiamenti, annotare gli slogan e/o intervistare alcuni dei partecipanti. Se lo studio riguarda una campagna di protesta, specialmente se recente, può procedere intervistando gli attivisti, analizzando il materiale prodotto dalle organizzazioni e così via. Tutte queste strategie, tuttavia, sono evidentemente adatte solo in casi in cui l’oggetto di ricerca siano episodi relativamente limitati geograficamente e temporalmente. Nel caso di studi longitudinali, che mirino cioè ad analizzare la protesta e il suo modificarsi nel corso del tempo, si dovrà procedere, necessariamente, in modo differente. Prima di tutto, per questo tipo di studi, sarà imprescindibile l’utilizzo di fonti secondarie, da cui ricavare informazioni sulle caratteristiche dei vari conflitti e il loro variare nel tempo. Informazioni sui temi, frequenza, tempo e durata, luoghi, dimensioni, repertori di azione, tipologia degli attori coinvolti nelle varie azioni di protesta etc., possono essere tratte da una vasta gamma di fonti tra cui: verbali della polizia, atti di tribunale, documenti prodotti dalle organizzazioni, quotidiani, notiziari (radio o TV) o agenzie di stampa. In secondo luogo, per seguire il cambiamento di alcuni aspetti della protesta nel tempo, dovrà essere impiegata una tecnica di ricerca in grado di generare e organizzare una vasta gamma di informazioni. La tecnica che viene generalmente utilizzata in questi casi è conosciuta con il nome di Protest Event Analysis (PEA). La PEA è stata pensata per produrre dati sistematici, e per questa ragione è particolarmente appropriata per studiare la distribuzione quantitativa di certe caratteristiche della protesta. Tramite una scheda di rilevazione, il ricercatore può registrare alcuni aspetti importanti relativi agli eventi e facilmente controllare il loro variare su ampi archi temporali e aree geografiche. Ad oggi si contano numerosi studi sull’azione collettiva e i movimenti sociali che si basano sull’analisi sistematica degli eventi di protesta. Se le prime ricerche condotte risalgono agli anni sessanta, e sono ad opera soprattutto di un gruppo di storici sociali in prevalenza statunitensi, più recentemente la Protest Event Analysis è stata alla base di importanti e numerosi studi condotti in ambito europeo. L’Italia, in particolare, può vantare di essere stata oggetto di una delle ricerche divenute in seguito un ‘classico’ per gli studiosi interessati ai meccanismi e dinamica del conflitto. Lo studio di Sidney Tarrow, sul ciclo di protesta italiano degli anni ’60-’70, ha recentemente ispirato anche alcune ricerche condotte da studiosi italiani. Facendo riferimento ai risultati emersi da un’analisi sistematica della protesta in Italia negli anni novanta, l’articolo prende in esame i diversi problemi teorici e metodologici collegati all’utilizzo della PEA per lo studio dei movimenti sociali.
journal article - articolo
2005
Forno, Francesca
File allegato/i alla scheda:
Non ci sono file allegati a questa scheda.
Pubblicazioni consigliate

Aisberg ©2008 Servizi bibliotecari, Università degli studi di Bergamo | Terms of use/Condizioni di utilizzo

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10446/19340
Citazioni
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact