Il paper affronta il tema dell’assetto organizzativo degli ospedali italiani. La tesi sostenuta dall’autore è che l’ospedale sia rimasta una delle poche istituzioni che hanno conservato le caratteristiche di funzionamento dell’epoca fordista. Un’istituzione non disposta a riconoscere l’opportunità di una diversa divisione del lavoro tra le sue componenti strutturali e a rimettere in discussione quel principio organizzativo secondo il quale gli ammalati vengono curati all’interno di quella parte dell’ospedale (di quel reparto) specializzata nel trattamento richiesto per quel particolare paziente. L'assioma implicito in questo modello organizzativo è di assegnare la priorità all’organo da curare o ai farmaci da somministrare e non alla «persona» del paziente. Con tutta probabilità, nel caso di malattie transitorie e poco gravi questo principio non presenta particolari svantaggi e consente in compenso di raggiungere risultati eccellenti sul piano dell’efficacia degli interventi terapeutici. Ma nel caso di malattie degenerative come il cancro, si assiste davvero all’allestimento di una sorta di catena di montaggio attraversando la quale il paziente passa, generalmente partendo dalla chirurgia, attraverso tutte le fasi del «processo di lavorazione» della cura.

Gli equivoci della razionalità: l'ospedale tra passato e futuro

MARZANO, Marco
2005-01-01

Abstract

Il paper affronta il tema dell’assetto organizzativo degli ospedali italiani. La tesi sostenuta dall’autore è che l’ospedale sia rimasta una delle poche istituzioni che hanno conservato le caratteristiche di funzionamento dell’epoca fordista. Un’istituzione non disposta a riconoscere l’opportunità di una diversa divisione del lavoro tra le sue componenti strutturali e a rimettere in discussione quel principio organizzativo secondo il quale gli ammalati vengono curati all’interno di quella parte dell’ospedale (di quel reparto) specializzata nel trattamento richiesto per quel particolare paziente. L'assioma implicito in questo modello organizzativo è di assegnare la priorità all’organo da curare o ai farmaci da somministrare e non alla «persona» del paziente. Con tutta probabilità, nel caso di malattie transitorie e poco gravi questo principio non presenta particolari svantaggi e consente in compenso di raggiungere risultati eccellenti sul piano dell’efficacia degli interventi terapeutici. Ma nel caso di malattie degenerative come il cancro, si assiste davvero all’allestimento di una sorta di catena di montaggio attraversando la quale il paziente passa, generalmente partendo dalla chirurgia, attraverso tutte le fasi del «processo di lavorazione» della cura.
book chapter - capitolo di libro
2005
Marzano, Marco
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