Nonostante l’importante ruolo da lei avuto nel mondo intellettuale del secolo XX spagnolo, Concha Méndez, come altri suoi contemporanei, è rimasta quasi ignorata dalla critica fino ai nostri giorni, occupando un posto secondario nella storia letteraria spagnola, a differenza di altre figure maschili della sua generazione. Nonostante la sua grande vocazione artistica, il suo costante impegno come promotore culturale, il suo spirito inquieto, rivoluzionario e avventuriero –poco comune nelle donne dei suoi tempi-, e la sua ricca esperienza vitale, Concha Méndez non riuscì ad essere riconosciuta dagli intellettuali contemporanei, che la videro sempre come la sposa di Manuel Altolaguirre e niente più, il ché lasciava la sua meritevole opera e la sua rappresentativa figura in una posizione marginale non solo tra i membri della generazione alla quale appartenne, ma anche nei successivi studi sulla letteratura di quel periodo. D’altra parte il suo esilio in Messico rafforzò ancora di più il suo isolamento, poiché, come molti altri scrittori dell’esilio spagnolo, fuori dalla propria patria, perse l’opportunità di occupare il posto che le apparteneva nella letteratura spagnola. Per questo, agli 83 anni, delusa di non essere riuscita ad essere presa in considerazione ne dai suoi contemporanei, ne dal pubblico e la critica in generale, sente la necessità di far sentire la sua voce e, nella speranza di rivendicare la sua grande vocazione artistica e di ricuperare il suo dovuto posto nella storia letteraria spagnola, si decide a pubblicare le sue memorie. D’altra parte, la narrazione delle proprie memorie rispondeva ad una necessità vitale, molto comune tra gli esiliati, di diminuire la sensazione di sradicamento e di colmare un vuoto esistenziale inevitabile tra la sua storia passata e il suo presente. Il mio studio prende in osservazione tale memorie per analizzare quali sono i meccanismi di espressione più frequenti del processo commemorativo e come la memoria influisce nella narrazione dei fatti presentati. Infine, verrà dedicato uno spazio all’analisi del linguaggio colloquiale, impiegato dalla scrittrice per esprimere le proprie vicende, e cioè, alla riproduzione scritta dei meccanismi conversazionali che approssimano il testo quasi ad una vera conversazione con il lettore.

El lenguaje de la memoria en "Concha Méndez: Memorias habladas, memorias armadas"

GONZALEZ DE SANDE, Maria Mercedes
2006-01-01

Abstract

Nonostante l’importante ruolo da lei avuto nel mondo intellettuale del secolo XX spagnolo, Concha Méndez, come altri suoi contemporanei, è rimasta quasi ignorata dalla critica fino ai nostri giorni, occupando un posto secondario nella storia letteraria spagnola, a differenza di altre figure maschili della sua generazione. Nonostante la sua grande vocazione artistica, il suo costante impegno come promotore culturale, il suo spirito inquieto, rivoluzionario e avventuriero –poco comune nelle donne dei suoi tempi-, e la sua ricca esperienza vitale, Concha Méndez non riuscì ad essere riconosciuta dagli intellettuali contemporanei, che la videro sempre come la sposa di Manuel Altolaguirre e niente più, il ché lasciava la sua meritevole opera e la sua rappresentativa figura in una posizione marginale non solo tra i membri della generazione alla quale appartenne, ma anche nei successivi studi sulla letteratura di quel periodo. D’altra parte il suo esilio in Messico rafforzò ancora di più il suo isolamento, poiché, come molti altri scrittori dell’esilio spagnolo, fuori dalla propria patria, perse l’opportunità di occupare il posto che le apparteneva nella letteratura spagnola. Per questo, agli 83 anni, delusa di non essere riuscita ad essere presa in considerazione ne dai suoi contemporanei, ne dal pubblico e la critica in generale, sente la necessità di far sentire la sua voce e, nella speranza di rivendicare la sua grande vocazione artistica e di ricuperare il suo dovuto posto nella storia letteraria spagnola, si decide a pubblicare le sue memorie. D’altra parte, la narrazione delle proprie memorie rispondeva ad una necessità vitale, molto comune tra gli esiliati, di diminuire la sensazione di sradicamento e di colmare un vuoto esistenziale inevitabile tra la sua storia passata e il suo presente. Il mio studio prende in osservazione tale memorie per analizzare quali sono i meccanismi di espressione più frequenti del processo commemorativo e come la memoria influisce nella narrazione dei fatti presentati. Infine, verrà dedicato uno spazio all’analisi del linguaggio colloquiale, impiegato dalla scrittrice per esprimere le proprie vicende, e cioè, alla riproduzione scritta dei meccanismi conversazionali che approssimano il testo quasi ad una vera conversazione con il lettore.
book chapter - capitolo di libro
2006
GONZALEZ DE SANDE, Maria Mercedes
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