Chiudere l’educazione sessuale nelle categorie della psicologia, o della sociologia, ma anche della filosofia stessa o addirittura della pedagogia produrrebbe un depotenziamento della carica sovversiva inclusa nella sessualità. Da un lato, i fautori della lettura pulsionale considerano l’educazione una prassi che non può avere presa sulla materia della sessualità. Così facendo, l’educatore espone sé stesso con le scelte fatte rispetto alle questioni poste dalla sessualità. Per tali ragioni, il presente volume pone alla partenza del proprio percorso proprio le caratteristiche di alcune delle costruzioni mitiche maggiormente rilevanti rispetto alla sessualità. Il modello panico della sessualità, ben rappresentato dal demone Pan della mitologia classica, sembra essere ancora valido per descrivere oggi, come nel passato, ma anche negli scenari della fantascienza, le vicissitudini della pulsionalità maschile. Il modello di sviluppo della sessualità da Pan ad Eros risulta però per larghi aspetti deficitario nel descrivere lo sviluppo della pulsionalità femminile. La lente straniante della fantascienza consente di accennare qualcosa circa i percorsi ipotizzabili dello sviluppo erotico della sessualità femminile. La nascita, il corpo sessuale della donna vengono sostituiti da macchine che sono il trasparente estendersi delle mire onnipotenti del maschile di procreare da sé per mezzo del sapere scientifico. Alla domanda jungiana “in quale mito viviamo?”, sembra possibile pertanto rispondere che stiamo vivendo nel mito della scienza. È per questo motivo che in un libro sull’educazione sessuale bisogna trovare un posto alla comprensione dei fenomeni mortiferi della sessualità. Il potenziamento delle strategie belliche delle guerre del Novecento e, ancor di più, con l’escalation tecnologica delle guerre dell’inizio del nuovo millennio, hanno definitivamente cancellato il legame fra guerra e percezione della violenza. In questo gioco del potere, sono ovviamente le donne a pagare doppio: le violenze della guerra e l’abuso del loro corpo. Il sesso è la prima porta della vita. Il fatto è che la presunta carica sovversiva della sessualità presupposta da tali autori finisce per avviarsi in percorsi stereotipati della sessualità determinati dall’immaginario sociale. Sta di fatto che dell’organizzazione della sessualità se ne incaricano allora i moralisti del sesso. È però con i rappresentanti della psicologia junghiana che compare una dimensione per ora poco affrontata della sessualità: la dimensione sacrale della stessa. Proprio attraverso i percorsi dell’amore, la sessualità pone di fronte al tema della trascendenza, ossia dell’altro che è anche l’oltre da sé. La sessualità entra nel campo del sacro per merito della logica che la sottende: una logica simbolica, dell’unione degli elementi, della tensione verso le cause finali. In una parola, della logica di Eros. Austoni ci invita così a vedere l’altra faccia della medaglia della spavalderia adolescenziale, della loro tendenza all’esibizionismo e alla provocazione. È soprattutto il femminile che si trova maggiormente a fare i conti con la doppiezza delle forze della sessualità. Di fronte alle contraddizioni della sessualità, alle paure che paradossalmente più che respingere attraggono fatalmente i giovani, come tutti gli esseri umani, del resto, Laura Austoni propone di distinguere terminologicamente due aree di significato attraverso le parole desiderio e bisogno. Esso consente al lettore di trovare una mappa quantitativa circa i comportamenti dei giovani nella sessualità.

Per un'educazione della sessualità

ZATTI, Alberto
2006-01-01

Abstract

Chiudere l’educazione sessuale nelle categorie della psicologia, o della sociologia, ma anche della filosofia stessa o addirittura della pedagogia produrrebbe un depotenziamento della carica sovversiva inclusa nella sessualità. Da un lato, i fautori della lettura pulsionale considerano l’educazione una prassi che non può avere presa sulla materia della sessualità. Così facendo, l’educatore espone sé stesso con le scelte fatte rispetto alle questioni poste dalla sessualità. Per tali ragioni, il presente volume pone alla partenza del proprio percorso proprio le caratteristiche di alcune delle costruzioni mitiche maggiormente rilevanti rispetto alla sessualità. Il modello panico della sessualità, ben rappresentato dal demone Pan della mitologia classica, sembra essere ancora valido per descrivere oggi, come nel passato, ma anche negli scenari della fantascienza, le vicissitudini della pulsionalità maschile. Il modello di sviluppo della sessualità da Pan ad Eros risulta però per larghi aspetti deficitario nel descrivere lo sviluppo della pulsionalità femminile. La lente straniante della fantascienza consente di accennare qualcosa circa i percorsi ipotizzabili dello sviluppo erotico della sessualità femminile. La nascita, il corpo sessuale della donna vengono sostituiti da macchine che sono il trasparente estendersi delle mire onnipotenti del maschile di procreare da sé per mezzo del sapere scientifico. Alla domanda jungiana “in quale mito viviamo?”, sembra possibile pertanto rispondere che stiamo vivendo nel mito della scienza. È per questo motivo che in un libro sull’educazione sessuale bisogna trovare un posto alla comprensione dei fenomeni mortiferi della sessualità. Il potenziamento delle strategie belliche delle guerre del Novecento e, ancor di più, con l’escalation tecnologica delle guerre dell’inizio del nuovo millennio, hanno definitivamente cancellato il legame fra guerra e percezione della violenza. In questo gioco del potere, sono ovviamente le donne a pagare doppio: le violenze della guerra e l’abuso del loro corpo. Il sesso è la prima porta della vita. Il fatto è che la presunta carica sovversiva della sessualità presupposta da tali autori finisce per avviarsi in percorsi stereotipati della sessualità determinati dall’immaginario sociale. Sta di fatto che dell’organizzazione della sessualità se ne incaricano allora i moralisti del sesso. È però con i rappresentanti della psicologia junghiana che compare una dimensione per ora poco affrontata della sessualità: la dimensione sacrale della stessa. Proprio attraverso i percorsi dell’amore, la sessualità pone di fronte al tema della trascendenza, ossia dell’altro che è anche l’oltre da sé. La sessualità entra nel campo del sacro per merito della logica che la sottende: una logica simbolica, dell’unione degli elementi, della tensione verso le cause finali. In una parola, della logica di Eros. Austoni ci invita così a vedere l’altra faccia della medaglia della spavalderia adolescenziale, della loro tendenza all’esibizionismo e alla provocazione. È soprattutto il femminile che si trova maggiormente a fare i conti con la doppiezza delle forze della sessualità. Di fronte alle contraddizioni della sessualità, alle paure che paradossalmente più che respingere attraggono fatalmente i giovani, come tutti gli esseri umani, del resto, Laura Austoni propone di distinguere terminologicamente due aree di significato attraverso le parole desiderio e bisogno. Esso consente al lettore di trovare una mappa quantitativa circa i comportamenti dei giovani nella sessualità.
book chapter - capitolo di libro
2006
Zatti, Alberto
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