A partire da tre questioni cruciali poste dal “teologo prof. Ratzinger” nella lezione magistrale di Ratisbona (come deve essere l’università, che cosa caratterizza la tradizione della civiltà europea occidentale, quale deve essere la condizione per un fecondo dialogo interreligioso non solo tra islam e cristianesimo, ma tra il cristianesimo e tutte le altre religioni), nel capitolo si analizza il senso della domanda che il Papa pone all’università contemporanea, e cioè se si possa considerare frutto e dimostrazione di ragione e, quindi, di universitas, l’idea di poter diffondere la fede in Dio studiata dai teologi in università, di qualunque fede, mediante la violenza e la minaccia. Dopo aver sottolineato i pericoli insiti nel ‘dileggio del sacro’, che per il Pontefice caratterizza un occidente ‘cinico’ e nei tentativi di de-ellenizzazione, ovvero perdita della radice greca del cristianesimo e dell’Europa, l’autore arriva al cuore del significato del Dialogo del Paleologo con il dotto musulmano, oggetto del discorso di Ratisbona: ribadire che il cristianesimo è lògos incarnato, ragione, cioè verità, fattasi amore e carità (caritas e agàpe), nella persona del Cristo. Un Dio che ragiona perché ama e viceversa non può imporsi con la violenza. Proprio l’appello alla vastità della ragione è la risposta alla domanda iniziale ed è il più potente invito al dialogo delle culture: all’università spetta il compito di ritrovarla di nuovo in se stessi.
Una religione di Logos che è agape
BERTAGNA, Giuseppe
2007-01-01
Abstract
A partire da tre questioni cruciali poste dal “teologo prof. Ratzinger” nella lezione magistrale di Ratisbona (come deve essere l’università, che cosa caratterizza la tradizione della civiltà europea occidentale, quale deve essere la condizione per un fecondo dialogo interreligioso non solo tra islam e cristianesimo, ma tra il cristianesimo e tutte le altre religioni), nel capitolo si analizza il senso della domanda che il Papa pone all’università contemporanea, e cioè se si possa considerare frutto e dimostrazione di ragione e, quindi, di universitas, l’idea di poter diffondere la fede in Dio studiata dai teologi in università, di qualunque fede, mediante la violenza e la minaccia. Dopo aver sottolineato i pericoli insiti nel ‘dileggio del sacro’, che per il Pontefice caratterizza un occidente ‘cinico’ e nei tentativi di de-ellenizzazione, ovvero perdita della radice greca del cristianesimo e dell’Europa, l’autore arriva al cuore del significato del Dialogo del Paleologo con il dotto musulmano, oggetto del discorso di Ratisbona: ribadire che il cristianesimo è lògos incarnato, ragione, cioè verità, fattasi amore e carità (caritas e agàpe), nella persona del Cristo. Un Dio che ragiona perché ama e viceversa non può imporsi con la violenza. Proprio l’appello alla vastità della ragione è la risposta alla domanda iniziale ed è il più potente invito al dialogo delle culture: all’università spetta il compito di ritrovarla di nuovo in se stessi.Pubblicazioni consigliate
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