Quella che viene serbata e, insieme, svelata come possibile – anzi come necessaria – in queste pagine di Mauro Minervini è una proposta educativa e politica. Proposta che trova ispirazione e indicazioni da una giovinezza lontana solo nel tempo, ed in pagine scritte “nella tempesta”. La giovinezza è quella della “vita giovane” di Simone Weil, le pagine quelle delle sue Riflessioni sulle cause della libertà e dell’oppressione sociale, raccolte tra il 1934 e il 1935, quando aveva 25 anni. Riflessioni che danno sostanza al primo scritto etico-politico di Weil, certamente segnate dalla tempesta europea e mondiale, dai venti dei totalitarismi e delle guerre incipienti, dalle profonde crisi economiche e sociali. Ma che nascono senza dubbio anche dalla interpretazione della propria età, della propria giovinezza come tempo nel quale non evitare “lo scontro” della coscienza che si muove e cerca, sta nella vita, con le durezze dei tempi, delle forze, delle ragioni “costituite”, dei poteri ciechi. Scontro nostro, d’ogni giovinezza. Prova di formazione e politica di una giovane donna , di una vita giovane. Prova di realtà, là dove il tempo si tende e si rompe, e l’umano è chiamato a verità. Dove si dà forma al tempo personale nella tensione col tempo sociale e il tempo storico. Minervini accompagna su questo cammino rispondendo al forte richiamo alla attenzione di Weil, sviluppando un rimando continuo al suo pensiero, al suo tempo, ed al loro riverbero sul presente, sull’essere giovane oggi con cura della propria giovinezza e della propria appartenenza generazionale.

(2007). Prefazione [a "Da una giovinezza lontana"] . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/21222

Prefazione [a "Da una giovinezza lontana"]

LIZZOLA, Ivo
2007-01-01

Abstract

Quella che viene serbata e, insieme, svelata come possibile – anzi come necessaria – in queste pagine di Mauro Minervini è una proposta educativa e politica. Proposta che trova ispirazione e indicazioni da una giovinezza lontana solo nel tempo, ed in pagine scritte “nella tempesta”. La giovinezza è quella della “vita giovane” di Simone Weil, le pagine quelle delle sue Riflessioni sulle cause della libertà e dell’oppressione sociale, raccolte tra il 1934 e il 1935, quando aveva 25 anni. Riflessioni che danno sostanza al primo scritto etico-politico di Weil, certamente segnate dalla tempesta europea e mondiale, dai venti dei totalitarismi e delle guerre incipienti, dalle profonde crisi economiche e sociali. Ma che nascono senza dubbio anche dalla interpretazione della propria età, della propria giovinezza come tempo nel quale non evitare “lo scontro” della coscienza che si muove e cerca, sta nella vita, con le durezze dei tempi, delle forze, delle ragioni “costituite”, dei poteri ciechi. Scontro nostro, d’ogni giovinezza. Prova di formazione e politica di una giovane donna , di una vita giovane. Prova di realtà, là dove il tempo si tende e si rompe, e l’umano è chiamato a verità. Dove si dà forma al tempo personale nella tensione col tempo sociale e il tempo storico. Minervini accompagna su questo cammino rispondendo al forte richiamo alla attenzione di Weil, sviluppando un rimando continuo al suo pensiero, al suo tempo, ed al loro riverbero sul presente, sull’essere giovane oggi con cura della propria giovinezza e della propria appartenenza generazionale.
2007
Lizzola, Ivo
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