Il lavoro analizza il ruolo della contabilità nelle relazioni di potere, con riferimento al contesto locale e alle relazioni con lo Stato centrale, considerando il caso del Comune di Bergamo nell’ambito temporale di “antico regime”. In particolare, alla luce della prescelta prospettiva di indagine, lo studio si focalizza sul periodo che vide la città di Bergamo soggetta al dominio della Repubblica di Venezia (1427-1797). Nel corso del tempo, e con maggior frequenza a partire dalla fine del XVI secolo, i Consigli cittadini di Bergamo si spogliarono di alcune competenze gestionali mediante la costituzione di Collegi e deputazioni stabili. Con specifico riferimento al Collegio della Milizia, il lavoro esplora il ruolo della contabilità nelle relazioni di potere, considerando sia il contesto locale che le relazioni con lo Stato centrale. Nella dimensione locale di indagine, il lavoro analizza tale decentramento decisionale, sotto un profilo organizzativo, gestionale e di controllo, consentendo di cogliere il passaggio da una gestione della cosa pubblica accentrata in ambito consiliare ad una specializzazione amministrativa rimessa ad organismi sottoposti al controllo consiliare, ma al contempo dotati di forte autonomia. Nella dimensione legata ai rapporti con l’Autorità centrale, il lavoro mette in evidenza le modalità di “controllo a distanza” poste in essere dalla Repubblica di Venezia, nell’ambito del vasto contesto di autonomia comunque concesso alla città di Bergamo.

(2010). La contabilità nelle relazioni di potere: il caso di Bergamo nel periodo di antico regime [conference presentation - intervento a convegno]. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/25029

La contabilità nelle relazioni di potere: il caso di Bergamo nel periodo di antico regime

SERVALLI, Stefania
2010-01-01

Abstract

Il lavoro analizza il ruolo della contabilità nelle relazioni di potere, con riferimento al contesto locale e alle relazioni con lo Stato centrale, considerando il caso del Comune di Bergamo nell’ambito temporale di “antico regime”. In particolare, alla luce della prescelta prospettiva di indagine, lo studio si focalizza sul periodo che vide la città di Bergamo soggetta al dominio della Repubblica di Venezia (1427-1797). Nel corso del tempo, e con maggior frequenza a partire dalla fine del XVI secolo, i Consigli cittadini di Bergamo si spogliarono di alcune competenze gestionali mediante la costituzione di Collegi e deputazioni stabili. Con specifico riferimento al Collegio della Milizia, il lavoro esplora il ruolo della contabilità nelle relazioni di potere, considerando sia il contesto locale che le relazioni con lo Stato centrale. Nella dimensione locale di indagine, il lavoro analizza tale decentramento decisionale, sotto un profilo organizzativo, gestionale e di controllo, consentendo di cogliere il passaggio da una gestione della cosa pubblica accentrata in ambito consiliare ad una specializzazione amministrativa rimessa ad organismi sottoposti al controllo consiliare, ma al contempo dotati di forte autonomia. Nella dimensione legata ai rapporti con l’Autorità centrale, il lavoro mette in evidenza le modalità di “controllo a distanza” poste in essere dalla Repubblica di Venezia, nell’ambito del vasto contesto di autonomia comunque concesso alla città di Bergamo.
2010
Servalli, Stefania
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