La guerra civile è un fenomeno specifico, ma anche esemplare di ogni altra forma di scontro bellico. E il rapporto fra letteratura e manifestazioni della violenza è un altro luogo tipico della scrittura novecentesca. Il dato sorprendente che emerge da questo libro è la confutazione della tesi che violenza e cultura siano nemiche irriducibili. Dal modello "eroico" dell'Iliade alla scoperta di un'impossibile "esperienza guerriera" nella modernità schiacciata dal potere devastante della tecnologia che ha dissolto ogni ordine simbolico della guerra nel Novecento, l'autore traccia un panorama del dibattito letterario suscitato dal caso particolare della guerra civile spagnola e ne evidenzia il carattere emblematico. Tra i filo-franchisti e i nazionalisti emergono poche figure di rilievo che, seguendo la propaganda ufficiale, elaborano una vera e propria "pornografia della violenza" che indulge alle seduzioni della morte e alla crudeltà. Sul fronte opposto, anche autori come Rafael Alberti e Pablo Neruda sembrano subire il fascino della violenza tipico della scrittura politicizzata. Ma esiste anche una zona di confine con autori che non cedono alla seduzione della morte: Ramon Sender, Chaves Nogales, Arturo Barea, Maria Zambrano, Miguel de Unamuno, che nella violenza vedono prevalere la "banalità del male". L'appendice finale propone vari testi inediti di questi autori sulla guerra civile.

(2011). Scrittura e violenza: narrazioni della guerra civile: il caso spagnolo. [book - libro]. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/25822

Scrittura e violenza: narrazioni della guerra civile: il caso spagnolo.

LODI, Enrico
2011-01-01

Abstract

La guerra civile è un fenomeno specifico, ma anche esemplare di ogni altra forma di scontro bellico. E il rapporto fra letteratura e manifestazioni della violenza è un altro luogo tipico della scrittura novecentesca. Il dato sorprendente che emerge da questo libro è la confutazione della tesi che violenza e cultura siano nemiche irriducibili. Dal modello "eroico" dell'Iliade alla scoperta di un'impossibile "esperienza guerriera" nella modernità schiacciata dal potere devastante della tecnologia che ha dissolto ogni ordine simbolico della guerra nel Novecento, l'autore traccia un panorama del dibattito letterario suscitato dal caso particolare della guerra civile spagnola e ne evidenzia il carattere emblematico. Tra i filo-franchisti e i nazionalisti emergono poche figure di rilievo che, seguendo la propaganda ufficiale, elaborano una vera e propria "pornografia della violenza" che indulge alle seduzioni della morte e alla crudeltà. Sul fronte opposto, anche autori come Rafael Alberti e Pablo Neruda sembrano subire il fascino della violenza tipico della scrittura politicizzata. Ma esiste anche una zona di confine con autori che non cedono alla seduzione della morte: Ramon Sender, Chaves Nogales, Arturo Barea, Maria Zambrano, Miguel de Unamuno, che nella violenza vedono prevalere la "banalità del male". L'appendice finale propone vari testi inediti di questi autori sulla guerra civile.
book - libro
2011
Lodi, Enrico
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