Nate dalla convinzione che fosse impossibile studiare la mente da un’unica prospettiva, le scienze cognitive sono costitutivamente un’impresa multidisciplinare. In questo volume il lettore viene introdotto allo studio dei fenomeni mentali con particolare attenzione ai suoi aspetti più filosofici, cioè ai problemi concettuali e fondazionali. Il primo capitolo è dedicato alla concezione cognitivista dei fenomeni psicologici come processi di elaborazione di informazioni in sistemi biologici o artificiali. Nei capitoli successivi si intrecciano analisi filosofiche e dati sperimentali nello sforzo sia di costruire resoconti plausibili di classiche funzioni cognitive quali la percezione, la memoria, la categorizzazione, il ragionamento, il linguaggio, le emozioni, la coscienza e l’introspezione; sia di espandere le scienze cognitive nei territori delle scienze sociali e delle discipline normative. La filosofia è stata a lungo considerata una delle discipline costitutive della scienza cognitiva. Specialmente in alcuni ambiti, come il linguaggio e i concetti, la compenetrazione tra ricerca psicologica e riflessione filosofica è stata molto intensa. Lo sviluppo delle scienze della mente, e della neuroscienza in particolare, tuttavia, tende a rendere il rapporto tra filosofia e scienze cognitive più simile a quello tra filosofia e scienza in generale. Come quest’ultimo, d’altra parte, esso può essere inteso in diversi modi. Vi è chi ritiene che l’analisi filosofica a priori “preceda” le scienze cognitive nel senso di offrire a queste i concetti appropriati da cui partire per la disamina empirica. All’opposto, si può ritenere che le scienze costruiscano da sé il proprio apparato concettuale e che, quando tali apparati entrano in conflitto con il senso comune, sia quest’ultimo, e con esso la filosofia – spesso impegnata nel compito di giustificarlo – a rivedere le proprie posizioni. Da ultimo, si può guardare al rapporto tra scienza e filosofia come a una continua dialettica nella quale il filosofo elabora sì analisi a priori, ma è pronto a rivederle alla luce dei dati empirici. I saggi di questo volume riflettono, nel loro complesso, una propensione per il punto di vista dialettico, privilegiando tuttavia, a seconda degli ambiti, talora lo sguardo filosofico talora quello scientifico. Così il lettore troverà saggi in cui predomina l’analisi concettuale (si vedano ad esempio il capitolo sulla memoria o quello sulla coscienza) o, al contrario, saggi che mettono in primo piano metodi e risultati empirici (ad esempio, il capitolo sulla percezione e quello sulle emozioni). Crediamo che questa variabilità sia un elemento di ricchezza, e certamente una testimonianza eloquente della profondità dell’intreccio tra filosofia e scienze empiriche della mente.

Scienze cognitive. Un'introduzione filosofica.

PATERNOSTER, Alfredo
2011-01-01

Abstract

Nate dalla convinzione che fosse impossibile studiare la mente da un’unica prospettiva, le scienze cognitive sono costitutivamente un’impresa multidisciplinare. In questo volume il lettore viene introdotto allo studio dei fenomeni mentali con particolare attenzione ai suoi aspetti più filosofici, cioè ai problemi concettuali e fondazionali. Il primo capitolo è dedicato alla concezione cognitivista dei fenomeni psicologici come processi di elaborazione di informazioni in sistemi biologici o artificiali. Nei capitoli successivi si intrecciano analisi filosofiche e dati sperimentali nello sforzo sia di costruire resoconti plausibili di classiche funzioni cognitive quali la percezione, la memoria, la categorizzazione, il ragionamento, il linguaggio, le emozioni, la coscienza e l’introspezione; sia di espandere le scienze cognitive nei territori delle scienze sociali e delle discipline normative. La filosofia è stata a lungo considerata una delle discipline costitutive della scienza cognitiva. Specialmente in alcuni ambiti, come il linguaggio e i concetti, la compenetrazione tra ricerca psicologica e riflessione filosofica è stata molto intensa. Lo sviluppo delle scienze della mente, e della neuroscienza in particolare, tuttavia, tende a rendere il rapporto tra filosofia e scienze cognitive più simile a quello tra filosofia e scienza in generale. Come quest’ultimo, d’altra parte, esso può essere inteso in diversi modi. Vi è chi ritiene che l’analisi filosofica a priori “preceda” le scienze cognitive nel senso di offrire a queste i concetti appropriati da cui partire per la disamina empirica. All’opposto, si può ritenere che le scienze costruiscano da sé il proprio apparato concettuale e che, quando tali apparati entrano in conflitto con il senso comune, sia quest’ultimo, e con esso la filosofia – spesso impegnata nel compito di giustificarlo – a rivedere le proprie posizioni. Da ultimo, si può guardare al rapporto tra scienza e filosofia come a una continua dialettica nella quale il filosofo elabora sì analisi a priori, ma è pronto a rivederle alla luce dei dati empirici. I saggi di questo volume riflettono, nel loro complesso, una propensione per il punto di vista dialettico, privilegiando tuttavia, a seconda degli ambiti, talora lo sguardo filosofico talora quello scientifico. Così il lettore troverà saggi in cui predomina l’analisi concettuale (si vedano ad esempio il capitolo sulla memoria o quello sulla coscienza) o, al contrario, saggi che mettono in primo piano metodi e risultati empirici (ad esempio, il capitolo sulla percezione e quello sulle emozioni). Crediamo che questa variabilità sia un elemento di ricchezza, e certamente una testimonianza eloquente della profondità dell’intreccio tra filosofia e scienze empiriche della mente.
curatela (libro)
2011
Marraffa, Massimo; Paternoster, Alfredo
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