The paper offers an analysis of Andrej Bely's (1880-1934, a Russian Symbolist)"2nd Symphony", an original poetic composition in rhythmical prose with numbered verses, probably due to his father's influence, a wellknown mathematician. Analyzing those verses it was possible to show that Bely's imagination, though strongly connected with reality, is able to create colourful linguistic images, which become the mirror of an individual and discontinous inner world. Besides I suggest to apply Florensky's Organoproekcija,where he draws a parallel between the limbs of our body and the instruments created by man’s skill, and I try to apply such criterions to Bely’s Symphony where such an idea seems to be of main importance in order to approach this original composition.

Il poeta simbolista russo Andrej Belyi (1880-1934), laureato in scienze biologiche, ha composto nei primi anni del secolo scorso, poco più di ventenne, una serie di quattro <sinfonie>, un genere poetico in prosa ritmata, con versi numerati. Nell’originale forma poetica si è riversata l’atmosfera in cui Belyi è cresciuto: l’influenza del padre, professore di matematica, e della madre, appassionata musicista. Gli studi dedicati a questo poeta hanno subito una lunga interruzione durante il periodo sovietico, lacuna oggi da colmare, compito affrontato soprattutto da A. V. Lavrov che ha pubblicato in anni recenti (1991) le “Sinfonie”, accessibili fino allora solo in un’edizione integrale del Fink Verlag di München (1971). Nel presente studio si cerca di analizzarne l’originale struttura compositivia e linguistica, ricorrendo alla Organoproekcija di P. Florenskij, pubblicata solo da poco integralmente (1999), per precisare meglio il rapporto tra realtà e immagine poetcia. Si fa inoltre riferimento all’Anamorfosi di Ju. Baltrušajtis (1903-1988), uno storico dall’arte lituano-francese, concentratosi sullo studio delle deformazioni artistiche nell’architettura medievale occidentale e orientale. Con l’aiuto dei due teorici si è cercato di puntualizzare alcuni aspetti delle immagini poetiche e dell’espressività poetico-linguistica di questo poeta che non si arresta davanti alle tradizionali regole poetiche per attingere la propria ispirazione poetica, oltre tutto, alle più svariate discipline tecnico-scientifiche.

(2002). La “2a Sinfonia” di Andrej Belyj. Problemi di metodologia e interpretazione [journal article - articolo]. In LINGUISTICA E FILOLOGIA. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/272

La “2a Sinfonia” di Andrej Belyj. Problemi di metodologia e interpretazione

2002-01-01

Abstract

The paper offers an analysis of Andrej Bely's (1880-1934, a Russian Symbolist)"2nd Symphony", an original poetic composition in rhythmical prose with numbered verses, probably due to his father's influence, a wellknown mathematician. Analyzing those verses it was possible to show that Bely's imagination, though strongly connected with reality, is able to create colourful linguistic images, which become the mirror of an individual and discontinous inner world. Besides I suggest to apply Florensky's Organoproekcija,where he draws a parallel between the limbs of our body and the instruments created by man’s skill, and I try to apply such criterions to Bely’s Symphony where such an idea seems to be of main importance in order to approach this original composition.
articolo
2002
Il poeta simbolista russo Andrej Belyi (1880-1934), laureato in scienze biologiche, ha composto nei primi anni del secolo scorso, poco più di ventenne, una serie di quattro <sinfonie>, un genere poetico in prosa ritmata, con versi numerati. Nell’originale forma poetica si è riversata l’atmosfera in cui Belyi è cresciuto: l’influenza del padre, professore di matematica, e della madre, appassionata musicista. Gli studi dedicati a questo poeta hanno subito una lunga interruzione durante il periodo sovietico, lacuna oggi da colmare, compito affrontato soprattutto da A. V. Lavrov che ha pubblicato in anni recenti (1991) le “Sinfonie”, accessibili fino allora solo in un’edizione integrale del Fink Verlag di München (1971). Nel presente studio si cerca di analizzarne l’originale struttura compositivia e linguistica, ricorrendo alla Organoproekcija di P. Florenskij, pubblicata solo da poco integralmente (1999), per precisare meglio il rapporto tra realtà e immagine poetcia. Si fa inoltre riferimento all’Anamorfosi di Ju. Baltrušajtis (1903-1988), uno storico dall’arte lituano-francese, concentratosi sullo studio delle deformazioni artistiche nell’architettura medievale occidentale e orientale. Con l’aiuto dei due teorici si è cercato di puntualizzare alcuni aspetti delle immagini poetiche e dell’espressività poetico-linguistica di questo poeta che non si arresta davanti alle tradizionali regole poetiche per attingere la propria ispirazione poetica, oltre tutto, alle più svariate discipline tecnico-scientifiche.
Kauchtschischwili, Nina
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