La presente disamina è volta ad analizzare il pensiero di Cerboni con riguardo alla sua visione sul metodo e sull’oggetto degli studi di Ragioneria. In particolare, si espone la sua teoretica in confronto con alcuni dei maggiori maestri dell’Ottocento quali Villa Rossi e Besta. Infatti, dopo Villa e Tonzing, nell’ultimo quarto del XIX secolo le dottrine che venivano studiate in Italia sotto il nome di “Ragioneria” e di “amministrazione aziendale” entrano con Giuseppe Cerboni in una fase di intensa fioritura scientifica che porrà le basi per i grandi dibattiti aziendalistici tra Besta e Zappa. A tal proposito, nella progressione delle conoscenze umane in campo economico si è affacciato il concetto di azienda come nucleo principale del sistema di scambi ed interrelazioni economiche tra gli individui. In particolare in Italia, sino ai primi anni dello scorso secolo, le dottrine economico-aziendali hanno avuto un rilievo preponderante per l’avanzamento delle conoscenze economiche. Bisogna, anzitutto affermare, che fino al XIX secolo il concetto di azienda in generale e la differenza tra aziende pubbliche e private in particolare, non era stato compiutamente teorizzato. Infatti, dall’analisi delle fonti prodotte in materia, si può osservare che dall’inizio del XIX secolo cominciano a delinearsi le prime opere sistemiche che sono alle origini dell’Economia Aziendale e, da tale periodo in avanti, si susseguono le opere scientifiche sulla centralità dell’Azienda , proseguendo attraverso gli scritti del XX secolo relativi concetto di impresa, di sistema reddituale e patrimoniale, di equilibrio aziendale sino ai dibattiti sulla centralità del concetto universale di azienda . Considerando le fonti sopradescritte, una prima definizione di azienda proviene sicuramente da Giuseppe Cerboni che nella metà del XIX secolo scriveva in proposito: << il concetto dell’azienda, benché sia comune, se è studiato dal lato scientifico e per via di analisi, si presenta complesso di più elementi. Invero essa comprende in senso oggettivo la sostanza amministrabile e l’azione amministrativa ed in senso soggettivo rappresentata dai proprietari, dagli amministratori, agenti e i corrispondenti>> . Egli la definisce, quindi, come “sostanza amministrabile” dai proprietari e come “azione amministrata” dagli amministratori, dirigenti ed altri soggetti che fanno parte dell’universo aziendale. Tale definizione rispecchia una visione legalistico-formale dell’azienda che era propria degli studi di logismografia che Cerboni aveva intrapreso. Tuttavia, apporto teorico fondamentale è stato fornito verso la fine del XIX secolo da Fabio Besta. Egli ha definito l’azienda come << la somma dei fenomeni ,o negozi o rapporti da amministrare relativi a un cumulo di capitali che formi un tutto a sé, o ad una persona singola, o ad una famiglia, o ad un unione qualsivoglia, od anche una classe soltanto di quei fenomeni o negozi o rapporti>> . Tale definizione è di grande importanza perché introduce il concetto di capitale e quindi di patrimonio dell’azienda; intorno a quest’ultimo ruotano tutti i rapporti tra gli individui. Osservando le concezioni di Cerboni e Besta sull’azienda , si può notare una differenza sostanziale nell’impostazione: da un lato quella giuridica, dall’altro quella patrimoniale. In realtà, se si indaga sul pensiero di questi due grandi maestri intorno all’oggetto e all’estensione della ragioneria e si bada non solo al significato letterale delle loro concezioni, quanto all’interpretazione che essi diedero delle definizioni stesse, quale risulta dal complesso delle rispettive trattazioni in materia, si può affermare che Besta nella sua visione delle tecniche di contabilizzazione, si avvicina a Cerboni e a Rossi piuttosto che a Villa. Sebbene “il teorizzatore” del patrimonio abbia attribuito alla ragioneria un valore meno ampio rispetto a quanto operato da Cerboni, egli stesso afferma che i confini segnati da Cerboni alla ragioneria teoretica << non sono né troppo ampi né troppo stretti>> . Di fatto Besta Cerboni e Rossi esclusero dal campo della ragioneria lo studio dell’economia della gestione. In particolare Cerboni, pur designando la ragioneria come scienza dell’amministrazione economica, intendeva questa amministrazione in un senso stretto, coincidente all’incirca con le funzioni del controllo economico secondo il concetto del Besta. Anche Cerboni, come quest’ultimo, poneva a oggetto scientifico della ragioneria, non tanto un determinato ordine di conoscenze teoriche, quanto lo studio di funzioni di natura tecnica che in concreto richiedono l’ausilio di conoscenze teoriche proprie di varie scienze. Villa, invece, manifestò chiaramente la tendenza a far entrare nell’orbita della ragioneria lo studio dell’intera amministrazione economica. Egli, infatti, intitolò la sua opera “Elementi di amministrazione e contabilità” per valorizzare l’ampio contenuto economico della contabilità. In tale visione l’oggetto della ragioneria si presenta diverso rispetto alla scienza del controllo economico di Besta. In tale ottica di comparazione si cercherà di valutare il metodo logico-deduttivo del Cerboni nel teorizzare la logismografia che porrà le basi per le tecniche e dei modelli di amministrazione degli Stati e delle aziende pubbliche.

Oggetto e metodo della Ragioneria nell’Ottocento

GERVASIO, Daniele
2012-01-01

Abstract

La presente disamina è volta ad analizzare il pensiero di Cerboni con riguardo alla sua visione sul metodo e sull’oggetto degli studi di Ragioneria. In particolare, si espone la sua teoretica in confronto con alcuni dei maggiori maestri dell’Ottocento quali Villa Rossi e Besta. Infatti, dopo Villa e Tonzing, nell’ultimo quarto del XIX secolo le dottrine che venivano studiate in Italia sotto il nome di “Ragioneria” e di “amministrazione aziendale” entrano con Giuseppe Cerboni in una fase di intensa fioritura scientifica che porrà le basi per i grandi dibattiti aziendalistici tra Besta e Zappa. A tal proposito, nella progressione delle conoscenze umane in campo economico si è affacciato il concetto di azienda come nucleo principale del sistema di scambi ed interrelazioni economiche tra gli individui. In particolare in Italia, sino ai primi anni dello scorso secolo, le dottrine economico-aziendali hanno avuto un rilievo preponderante per l’avanzamento delle conoscenze economiche. Bisogna, anzitutto affermare, che fino al XIX secolo il concetto di azienda in generale e la differenza tra aziende pubbliche e private in particolare, non era stato compiutamente teorizzato. Infatti, dall’analisi delle fonti prodotte in materia, si può osservare che dall’inizio del XIX secolo cominciano a delinearsi le prime opere sistemiche che sono alle origini dell’Economia Aziendale e, da tale periodo in avanti, si susseguono le opere scientifiche sulla centralità dell’Azienda , proseguendo attraverso gli scritti del XX secolo relativi concetto di impresa, di sistema reddituale e patrimoniale, di equilibrio aziendale sino ai dibattiti sulla centralità del concetto universale di azienda . Considerando le fonti sopradescritte, una prima definizione di azienda proviene sicuramente da Giuseppe Cerboni che nella metà del XIX secolo scriveva in proposito: << il concetto dell’azienda, benché sia comune, se è studiato dal lato scientifico e per via di analisi, si presenta complesso di più elementi. Invero essa comprende in senso oggettivo la sostanza amministrabile e l’azione amministrativa ed in senso soggettivo rappresentata dai proprietari, dagli amministratori, agenti e i corrispondenti>> . Egli la definisce, quindi, come “sostanza amministrabile” dai proprietari e come “azione amministrata” dagli amministratori, dirigenti ed altri soggetti che fanno parte dell’universo aziendale. Tale definizione rispecchia una visione legalistico-formale dell’azienda che era propria degli studi di logismografia che Cerboni aveva intrapreso. Tuttavia, apporto teorico fondamentale è stato fornito verso la fine del XIX secolo da Fabio Besta. Egli ha definito l’azienda come << la somma dei fenomeni ,o negozi o rapporti da amministrare relativi a un cumulo di capitali che formi un tutto a sé, o ad una persona singola, o ad una famiglia, o ad un unione qualsivoglia, od anche una classe soltanto di quei fenomeni o negozi o rapporti>> . Tale definizione è di grande importanza perché introduce il concetto di capitale e quindi di patrimonio dell’azienda; intorno a quest’ultimo ruotano tutti i rapporti tra gli individui. Osservando le concezioni di Cerboni e Besta sull’azienda , si può notare una differenza sostanziale nell’impostazione: da un lato quella giuridica, dall’altro quella patrimoniale. In realtà, se si indaga sul pensiero di questi due grandi maestri intorno all’oggetto e all’estensione della ragioneria e si bada non solo al significato letterale delle loro concezioni, quanto all’interpretazione che essi diedero delle definizioni stesse, quale risulta dal complesso delle rispettive trattazioni in materia, si può affermare che Besta nella sua visione delle tecniche di contabilizzazione, si avvicina a Cerboni e a Rossi piuttosto che a Villa. Sebbene “il teorizzatore” del patrimonio abbia attribuito alla ragioneria un valore meno ampio rispetto a quanto operato da Cerboni, egli stesso afferma che i confini segnati da Cerboni alla ragioneria teoretica << non sono né troppo ampi né troppo stretti>> . Di fatto Besta Cerboni e Rossi esclusero dal campo della ragioneria lo studio dell’economia della gestione. In particolare Cerboni, pur designando la ragioneria come scienza dell’amministrazione economica, intendeva questa amministrazione in un senso stretto, coincidente all’incirca con le funzioni del controllo economico secondo il concetto del Besta. Anche Cerboni, come quest’ultimo, poneva a oggetto scientifico della ragioneria, non tanto un determinato ordine di conoscenze teoriche, quanto lo studio di funzioni di natura tecnica che in concreto richiedono l’ausilio di conoscenze teoriche proprie di varie scienze. Villa, invece, manifestò chiaramente la tendenza a far entrare nell’orbita della ragioneria lo studio dell’intera amministrazione economica. Egli, infatti, intitolò la sua opera “Elementi di amministrazione e contabilità” per valorizzare l’ampio contenuto economico della contabilità. In tale visione l’oggetto della ragioneria si presenta diverso rispetto alla scienza del controllo economico di Besta. In tale ottica di comparazione si cercherà di valutare il metodo logico-deduttivo del Cerboni nel teorizzare la logismografia che porrà le basi per le tecniche e dei modelli di amministrazione degli Stati e delle aziende pubbliche.
book chapter - capitolo di libro
2012
Gervasio, Daniele
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