Quest’opera non è un manuale di archeologia, e neppure un trattato di linguistica. E’ uno studio storico, il primo tassello di un lavoro idealmente molto più ampio, dedicato alla nascita e allo sviluppo dell’oggetto materiale che comunemente definiamo “libro”. Sono necessari alcuni chiarimenti. L’uomo si distingue dagli altri animali soprattutto per la sua capacità di possedere conoscenze e idee che tendono ad accumularsi, formando il patrimonio culturale di ogni individuo. L’uomo non solo possiede conoscenze e idee, ma sa anche comunicarle, e “inventa” gli strumenti della comunicazione. Che si svolge essenzialmente in tre modi: con il gesto, con suoni, o attraverso oggetti. Gesto e suono richiedono però che chi comunica e chi riceve la comunicazione siano in contatto fisico e hanno inoltre una durata limitata nel tempo. Per superare ogni vincolo di spazio e tempo la comunicazione deve essere affidata a qualcosa di permanente, cioè a un oggetto. Ci sono allora due possibilità: ricorrere a un disegno, oppure a un codice concordato in precedenza. Alla prima categoria appartengono, oltre ai disegni, tutti i tipi di pittogrammi, alla seconda le scritture vere e proprie. Il presupposto – o se si vuole la tesi – di tutte le nostre analisi è che l’oggetto a cui l’uomo affida la propria comunicazione non è neutrale rispetto alla comunicazione stessa, ma la influenza e spesso la determina in modo forte. La comunicazione avviene in tre fasi: - la fabbricazione dell’oggetto (scrittura) - l’esistenza dell’oggetto indipendentemente dall’uomo (conservazione) - la ricezione dell’oggetto (lettura) E’ abbastanza evidente che la tipologia dell’oggetto influenza la scrittura. E’ evidente anche l’importanza della conservazione. Anche la lettura dipende dalla forma materiale del “libro”. Oggi la lettura di “metatesti” su computer sta abituandoci a procedere in modo non lineare: sarà capitato a tutti di partire alla ricerca di un’informazione, poi trovare un link che conduce a un altro sito che incuriosisce, e così di seguito, sino a dimenticare completamente lo scopo per cui ci si era messi al lavoro. Questa bivalenza dell’oggetto libro è evidente sin dagli inizi: da una parte esso è un passivo veicolo di informazioni, dall’altra, nel momento stesso in cui rende possibile l’informazione, la stimola e attivamente la determina. Esaminare i complessi rapporti che il libro in quanto oggetto rese possibili nel mondo antico tra chi scriveva e chi leggeva è lo scopo di questo lavoro.

(2012). La riscoperta dei testi mesopotamici [book - libro]. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/28073

La riscoperta dei testi mesopotamici

MIRANDOLA, Giorgio
2012-01-01

Abstract

Quest’opera non è un manuale di archeologia, e neppure un trattato di linguistica. E’ uno studio storico, il primo tassello di un lavoro idealmente molto più ampio, dedicato alla nascita e allo sviluppo dell’oggetto materiale che comunemente definiamo “libro”. Sono necessari alcuni chiarimenti. L’uomo si distingue dagli altri animali soprattutto per la sua capacità di possedere conoscenze e idee che tendono ad accumularsi, formando il patrimonio culturale di ogni individuo. L’uomo non solo possiede conoscenze e idee, ma sa anche comunicarle, e “inventa” gli strumenti della comunicazione. Che si svolge essenzialmente in tre modi: con il gesto, con suoni, o attraverso oggetti. Gesto e suono richiedono però che chi comunica e chi riceve la comunicazione siano in contatto fisico e hanno inoltre una durata limitata nel tempo. Per superare ogni vincolo di spazio e tempo la comunicazione deve essere affidata a qualcosa di permanente, cioè a un oggetto. Ci sono allora due possibilità: ricorrere a un disegno, oppure a un codice concordato in precedenza. Alla prima categoria appartengono, oltre ai disegni, tutti i tipi di pittogrammi, alla seconda le scritture vere e proprie. Il presupposto – o se si vuole la tesi – di tutte le nostre analisi è che l’oggetto a cui l’uomo affida la propria comunicazione non è neutrale rispetto alla comunicazione stessa, ma la influenza e spesso la determina in modo forte. La comunicazione avviene in tre fasi: - la fabbricazione dell’oggetto (scrittura) - l’esistenza dell’oggetto indipendentemente dall’uomo (conservazione) - la ricezione dell’oggetto (lettura) E’ abbastanza evidente che la tipologia dell’oggetto influenza la scrittura. E’ evidente anche l’importanza della conservazione. Anche la lettura dipende dalla forma materiale del “libro”. Oggi la lettura di “metatesti” su computer sta abituandoci a procedere in modo non lineare: sarà capitato a tutti di partire alla ricerca di un’informazione, poi trovare un link che conduce a un altro sito che incuriosisce, e così di seguito, sino a dimenticare completamente lo scopo per cui ci si era messi al lavoro. Questa bivalenza dell’oggetto libro è evidente sin dagli inizi: da una parte esso è un passivo veicolo di informazioni, dall’altra, nel momento stesso in cui rende possibile l’informazione, la stimola e attivamente la determina. Esaminare i complessi rapporti che il libro in quanto oggetto rese possibili nel mondo antico tra chi scriveva e chi leggeva è lo scopo di questo lavoro.
book - libro
2012
Mirandola, Giorgio
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