Il saggio percorre le vicende del romanzo storico italiano del Novecento a firma femminile. Questo genere letterario produce i suoi risultati più interessanti nelle opere di scrittrici (Banti, Bellonci, Corti, Morante) volte a rintracciare nel passato antico e recente le ragioni dell’esclusione totale o parziale delle donne dalla storia, le cause del loro essere vittime impotenti dei grandi avvenimenti che agitano la cultura e la società di tutti i tempi. Proprio perché emarginate, queste figure gettano nuova luce su vicende collettive precedentemente interpretate solo in prospettiva maschile. Il romanzo storico impegna, dunque, le narratrici novecentesche ad un incessante e inquieto ripensamento, in chiave sperimentale, della questione del punto di vista aperta dalla crisi dell’autorialità e dalla scomparsa del narratore onnisciente. Prevale la scelta della focalizzazione interna, ma con un’incerta, se non dolorosa e consapevole oscillazione tra la soggettività dello sguardo del personaggio, il tentativo di operare un rispecchiamento tra il passato e il presente e l’ambizione di restituire al lettore, sempre sulla scorta di una rilettura critica delle fonti storiografiche, un più veritiero affresco del passato. Alla nuova crisi epistemologica di fine secolo, che mina alla radice ogni possibilità di coniugare storia e finzione narrativa, le scrittrici italiane rispondono premendo il pedale della soggettività dello sguardo e della voce. Emblematico, in tal senso, il percorso narrativo di Laura Pariani.

(2013). Lo specchio del passato. Autrici italiane di romanzi storici [book chapter - capitolo di libro]. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/29523

Lo specchio del passato. Autrici italiane di romanzi storici

SIRTORI, Marco
2013-01-01

Abstract

Il saggio percorre le vicende del romanzo storico italiano del Novecento a firma femminile. Questo genere letterario produce i suoi risultati più interessanti nelle opere di scrittrici (Banti, Bellonci, Corti, Morante) volte a rintracciare nel passato antico e recente le ragioni dell’esclusione totale o parziale delle donne dalla storia, le cause del loro essere vittime impotenti dei grandi avvenimenti che agitano la cultura e la società di tutti i tempi. Proprio perché emarginate, queste figure gettano nuova luce su vicende collettive precedentemente interpretate solo in prospettiva maschile. Il romanzo storico impegna, dunque, le narratrici novecentesche ad un incessante e inquieto ripensamento, in chiave sperimentale, della questione del punto di vista aperta dalla crisi dell’autorialità e dalla scomparsa del narratore onnisciente. Prevale la scelta della focalizzazione interna, ma con un’incerta, se non dolorosa e consapevole oscillazione tra la soggettività dello sguardo del personaggio, il tentativo di operare un rispecchiamento tra il passato e il presente e l’ambizione di restituire al lettore, sempre sulla scorta di una rilettura critica delle fonti storiografiche, un più veritiero affresco del passato. Alla nuova crisi epistemologica di fine secolo, che mina alla radice ogni possibilità di coniugare storia e finzione narrativa, le scrittrici italiane rispondono premendo il pedale della soggettività dello sguardo e della voce. Emblematico, in tal senso, il percorso narrativo di Laura Pariani.
book chapter - capitolo di libro
2013
Sirtori, Marco
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