ISSN 2532-2109
La scuola è oggi un ambiente di apprendimento in rapida evoluzione. Guardare agli studenti come una popolazione omogenea non è più possibile, in quanto la diversità - in termini di cultura, lingua, genere, organizzazione familiare, stili di apprendimento ecc. - emerge come una sfida fondamentale per la formazione odierna.
La serie "Inclusive Education" riflette questa sfida, poichè lavorare nella scuola implica un'attenta riconsiderazione di ciò che intendiamo per "normale" e "speciale". Gli interventi educativi attuali sono generalmente basati su un modello del deficit che internalizza il problema nell’alunno sotto forma di “bisogni educativi speciali”, mentre ben poca attenzione viene data al ruolo dell’ambiente di apprendimento. L'attenzione si concentra sul singolo più che su tutta la classe, e sulla cognizione e la strumentazione tecnica più che sulle dimensioni affettive, socio-culturali e di comunità dell’apprendimento. Viceversa, porre attenzione alle "voci inascoltate" che gli studenti e le loro esigenze rappresentano ci consente di adottare un approccio trasformativo, che vede la diversità come stimolo per lo sviluppo di pratiche educative in grado di beneficiare tutti gli alunni e aiutare la scuola a diventare un'organizzazione inclusiva e "in movimento".
Today, school is a rapidly changing learning environment. Thinking about students as a homogeneous population is no longer allowed, as diversity - in terms of culture, language, gender, family organization, learning styles and so on - has emerged as a key challenge for education today.
The series “Inclusive Education” reflects this challenge, as working in school implies careful reconsideration of what we mean by "normal" and "special". Current educational intervention is generally based on a deficit and "within-child" model of facing SEN, whereas very little attention is given to the role of learning environment. The focus is on the child more than on the whole class, and on cognition and technical provisions more than on affective, sociocultural and community dimensions of learning. Conversely, regarding students and their needs as "hidden voices" allows us to adopt a transformative approach which sees diversity as a stimulus for the development of educational practices that might benefit all children and help school to become an inclusive and "moving" organization.