Ripensare l’incondizionalità al di là della sovranità: questa è la sfida di origine derridiana che questo contributo si assume nella prospettiva teologico-politica di Carl Schmitt. Passaggio decisivo in questo autore è la descrizione dell’esercizio della sovranità statuale moderna nei termini di una neutralizzazione dello spazio pubblico. Ciò che rende unico il Novecento rispetto agli altri secoli della modernità è la comparsa di una forma passiva di neutralizzazione basata sui valori e sulla tecnica, i quali dovrebbero garantire una soluzione equa dei conflitti e quindi la pace sociale. In realtà Schmitt mostra convincentemente che dietro la logica dei valori e della tecnica sta una soggettività che impone il proprio punto di vista come l’unico ammissibile nello spazio pubblico. L’esito è una estremizzazione dello scontro politico in quanto tutti gli altri punti di vista vengono considerati come illegittimi. Tale esito si può scongiurare solo in una prospettiva teologico-politica cristologica, in quanto è solo il Cristo che riesce efficacemente a giocare il ruolo di kathéchon, a trattenere lo scatenamento del male politico che nasce dalla mancata legittimazione dell’avversario. L’incondizionalità può allora essere pensata al di là della sovranità nei termini di un’apertura incondizionale all’Altro, anche quando questi gioca il ruolo di nemico politico.

(2011). Immanentismo e teologizzazione del conflitto. A partire da Carl Schmitt . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/89331

Immanentismo e teologizzazione del conflitto. A partire da Carl Schmitt

MALETTA, Santino Raffaele
2011-01-01

Abstract

Ripensare l’incondizionalità al di là della sovranità: questa è la sfida di origine derridiana che questo contributo si assume nella prospettiva teologico-politica di Carl Schmitt. Passaggio decisivo in questo autore è la descrizione dell’esercizio della sovranità statuale moderna nei termini di una neutralizzazione dello spazio pubblico. Ciò che rende unico il Novecento rispetto agli altri secoli della modernità è la comparsa di una forma passiva di neutralizzazione basata sui valori e sulla tecnica, i quali dovrebbero garantire una soluzione equa dei conflitti e quindi la pace sociale. In realtà Schmitt mostra convincentemente che dietro la logica dei valori e della tecnica sta una soggettività che impone il proprio punto di vista come l’unico ammissibile nello spazio pubblico. L’esito è una estremizzazione dello scontro politico in quanto tutti gli altri punti di vista vengono considerati come illegittimi. Tale esito si può scongiurare solo in una prospettiva teologico-politica cristologica, in quanto è solo il Cristo che riesce efficacemente a giocare il ruolo di kathéchon, a trattenere lo scatenamento del male politico che nasce dalla mancata legittimazione dell’avversario. L’incondizionalità può allora essere pensata al di là della sovranità nei termini di un’apertura incondizionale all’Altro, anche quando questi gioca il ruolo di nemico politico.
2011
Maletta, Santino Raffaele
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