Negli anni della guerra fredda, più di 600.000 immigrati vennero schedati e sorvegliati dalla polizia politica segreta svizzera, della quale emersero caratteristiche e profilo solo a seguito di uno scandalo che, nel 1989, coinvolse il Dipartimento federale di giustizia e polizia. Una larga maggioranza di quegli immigrati era composta da lavoratori italiani simpatizzanti, militanti – o presunti tali – di organizzazioni sindacali e politiche di sinistra. L’attenzione ricevuta e il massiccio dispiegamento di energie messo in campo per sorvegliarli sono un riflesso del peso che gli italiani acquisirono nella Confederazione Elvetica dopo il 1948, quando vennero firmati gli accordi bilaterali che regolarono per diversi anni i loro flussi e le loro presenze in Svizzera. Qui gli italiani costituirono un segmento sociale che per molto tempo coincise con il proletariato locale, crearono una diffusa rete associativa, diventarono uno dei principali problemi politici e temi di dibattito del paese, generando le forti tensioni sociali dalle quali scaturirono organizzazioni xenofobe come l’Azione nazionale contro l’inforestieramento. Il presente volume intende tracciare un profilo di questa complessa storia, prendendo in considerazione la maggiore quantità di documenti d’archivio, informazioni e punti di vista. Le fonti orali, gli scambi epistolari e le scritture scolastiche dei figli di italiani sono tra i materiali ampiamente adoperati allo scopo di fare emergere cosa sia stata quell’esperienza per chi l’ha vissuta e quali sfide quotidiane quei lavoratori dovessero affrontare.
(2018). Per cercare lavoro. Donne e uomini dell’emigrazione italiana in Svizzera . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/120356
Per cercare lavoro. Donne e uomini dell’emigrazione italiana in Svizzera
Barcella, Paolo
2018-01-01
Abstract
Negli anni della guerra fredda, più di 600.000 immigrati vennero schedati e sorvegliati dalla polizia politica segreta svizzera, della quale emersero caratteristiche e profilo solo a seguito di uno scandalo che, nel 1989, coinvolse il Dipartimento federale di giustizia e polizia. Una larga maggioranza di quegli immigrati era composta da lavoratori italiani simpatizzanti, militanti – o presunti tali – di organizzazioni sindacali e politiche di sinistra. L’attenzione ricevuta e il massiccio dispiegamento di energie messo in campo per sorvegliarli sono un riflesso del peso che gli italiani acquisirono nella Confederazione Elvetica dopo il 1948, quando vennero firmati gli accordi bilaterali che regolarono per diversi anni i loro flussi e le loro presenze in Svizzera. Qui gli italiani costituirono un segmento sociale che per molto tempo coincise con il proletariato locale, crearono una diffusa rete associativa, diventarono uno dei principali problemi politici e temi di dibattito del paese, generando le forti tensioni sociali dalle quali scaturirono organizzazioni xenofobe come l’Azione nazionale contro l’inforestieramento. Il presente volume intende tracciare un profilo di questa complessa storia, prendendo in considerazione la maggiore quantità di documenti d’archivio, informazioni e punti di vista. Le fonti orali, gli scambi epistolari e le scritture scolastiche dei figli di italiani sono tra i materiali ampiamente adoperati allo scopo di fare emergere cosa sia stata quell’esperienza per chi l’ha vissuta e quali sfide quotidiane quei lavoratori dovessero affrontare.File | Dimensione del file | Formato | |
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