L’elaborato analizza il rapporto tra contrattazione collettiva aziendale e produttività del lavoro: l’unità di analisi della ricerca è rappresentata dalla contrattazione collettiva della società Fincantieri S.p.A., azienda navalmeccanica leader nella progettazione e costruzione di navi da crociera, nonché unico gruppo cantieristico a livello internazionale in grado di realizzare tutte le tipologie di mezzi navali ad elevata complessità e valore aggiunto. La tesi si sviluppa, quindi, secondo la metodologia scientifica del caso di studio. Nonostante l’articolazione degli assetti contrattuali sia, in Italia, ancora incentrata sul contratto collettivo nazionale, il presente lavoro dimostra come la contrattazione di secondo livello possa qualificarsi come terreno elettivo per la condivisione di linee strategiche destinate ad avere un impatto positivo sulla produttività del lavoro. In particolare, la firma dell’accordo integrativo del 24 giugno 2016 rappresenta un punto di svolta per le relazioni industriali di Fincantieri in quanto, attraverso il decentramento contrattuale, le parti sociali condividono l’adozione di politiche di flessibilità orientate a garantire una maggiore efficienza e produttività. L’azione contrattuale si sviluppa in conformità alle previsioni degli accordi interconfederali e nel solco tracciato dal CCNL dell’industria metalmeccanica, ma anche nel quadro di un nuovo modello partecipativo e di un rafforzamento dei diritti sociali dei lavoratori, con la progettazione di uno dei più innovativi piani di welfare a livello nazionale. La prima parte dell’analisi si sofferma sugli strumenti di flessibilità funzionale-organizzativa, previsti dal citato accordo integrativo per facilitare l’introduzione di nuove modulazioni dell’orario di lavoro in specifiche aree di produzione dei cantieri navali. Successivamente, l’elaborato analizza gli istituti di welfare aziendale, i quali - seppur correlati, in alcuni casi, ai risultati aziendali - promuovono il benessere organizzativo, con ricadute importanti in una prospettiva di sostenibilità del lavoro e, quindi, di responsabilità sociale d’impresa. Infine, si riporta una disamina degli istituti retributivi variabili predisposti dalle parti contrattuali in un’ottica di incentivazione del personale e di distribuzione della ricchezza laddove effettivamente prodotta. L’analisi dei diversi istituti si estende non solo ai contenuti contrattuali, ma anche alla fase negoziale e agli effetti che le diverse misure concordate hanno avuto sulla produttività del lavoro.
(2019). Contrattazione collettiva e produttività del lavoro in Fincantieri [doctoral thesis - tesi di dottorato]. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/128698
Contrattazione collettiva e produttività del lavoro in Fincantieri
Arcidiacono, Roberto
2019-04-12
Abstract
L’elaborato analizza il rapporto tra contrattazione collettiva aziendale e produttività del lavoro: l’unità di analisi della ricerca è rappresentata dalla contrattazione collettiva della società Fincantieri S.p.A., azienda navalmeccanica leader nella progettazione e costruzione di navi da crociera, nonché unico gruppo cantieristico a livello internazionale in grado di realizzare tutte le tipologie di mezzi navali ad elevata complessità e valore aggiunto. La tesi si sviluppa, quindi, secondo la metodologia scientifica del caso di studio. Nonostante l’articolazione degli assetti contrattuali sia, in Italia, ancora incentrata sul contratto collettivo nazionale, il presente lavoro dimostra come la contrattazione di secondo livello possa qualificarsi come terreno elettivo per la condivisione di linee strategiche destinate ad avere un impatto positivo sulla produttività del lavoro. In particolare, la firma dell’accordo integrativo del 24 giugno 2016 rappresenta un punto di svolta per le relazioni industriali di Fincantieri in quanto, attraverso il decentramento contrattuale, le parti sociali condividono l’adozione di politiche di flessibilità orientate a garantire una maggiore efficienza e produttività. L’azione contrattuale si sviluppa in conformità alle previsioni degli accordi interconfederali e nel solco tracciato dal CCNL dell’industria metalmeccanica, ma anche nel quadro di un nuovo modello partecipativo e di un rafforzamento dei diritti sociali dei lavoratori, con la progettazione di uno dei più innovativi piani di welfare a livello nazionale. La prima parte dell’analisi si sofferma sugli strumenti di flessibilità funzionale-organizzativa, previsti dal citato accordo integrativo per facilitare l’introduzione di nuove modulazioni dell’orario di lavoro in specifiche aree di produzione dei cantieri navali. Successivamente, l’elaborato analizza gli istituti di welfare aziendale, i quali - seppur correlati, in alcuni casi, ai risultati aziendali - promuovono il benessere organizzativo, con ricadute importanti in una prospettiva di sostenibilità del lavoro e, quindi, di responsabilità sociale d’impresa. Infine, si riporta una disamina degli istituti retributivi variabili predisposti dalle parti contrattuali in un’ottica di incentivazione del personale e di distribuzione della ricchezza laddove effettivamente prodotta. L’analisi dei diversi istituti si estende non solo ai contenuti contrattuali, ma anche alla fase negoziale e agli effetti che le diverse misure concordate hanno avuto sulla produttività del lavoro.File | Dimensione del file | Formato | |
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