Il lavoro di ricerca prende spunto dalla mia internship di dottorato in Confartigianato Imprese Varese e descrive l’attività svolta dall’associazione di rappresentanza negli anni 2015-2018 in materia di politiche attive e transizioni occupazionali sul territorio della provincia di Varese. Vengono presentati, nello specifico: la struttura dell’associazione e la riorganizzazione aziendale che l’ha recentemente interessata; uno studio effettuato dall’associazione nel luglio 2018 sul mercato del lavoro di riferimento; la creazione del servizio di intermediazione domanda – offerta di lavoro a seguito dell’ottenimento dell’autorizzazione in regime speciale ai sensi dell’articolo 6 del decreto legislativo n. 276/2003; il lavoro dell’ente accreditato ELFI, Ente Lombardo per la Formazione di Impresa, a seguito dell’apertura di una sede provinciale dello stesso in Confartigianato Varese; l’utilizzo degli incentivi pubblici da parte dell’ente accreditato; la trattativa e la firma da parte di Confartigianato Imprese Varese di un accordo interconfederale a livello provinciale per l’implementazione del sistema duale, contenente una disciplina di dettaglio sull’apprendistato di primo livello; un’analisi del servizio di attivazione di tirocini extracurricolari per le imprese associate; il progetto “IFE” riguardante l’alternanza scuola – lavoro; le collaborazioni, anche informali, che l’associazione ha sviluppato con altri enti o istituzioni; il progetto “Job Talent”, che ha visto la creazione di una banca dati on line di tutte le Confartigianato in Lombardia per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Premesso che la letteratura italiana in materia di associazionismo datoriale non si è mai soffermata ad analizzare il ruolo che le associazioni datoriali territoriali possono svolgere nelle politiche attive del lavoro e nelle transizioni occupazionali, il proposito della ricerca è stato capire perché, in un periodo di estrema difficoltà per la rappresentanza datoriale, Confartigianato Imprese Varese abbia deciso di intervenire in queste materie specifiche. In secondo luogo, ci si è chiesti se possa considerarsi ragionevole che le associazioni datoriali assumano un ruolo determinante in questo settore, mai prima d’ora seriamente considerato come campo d’azione. Dall’analisi effettuata, risulta evidente come il ruolo che stanno iniziando ad assumersi le associazioni datoriali come intermediarie nel mercato del lavoro possa configurare una loro nuova funzione, che si colloca a metà strada tra la rappresentanza degli interessi, l’erogazione di servizi agli associati e un’attività di governance pubblica. Questo ruolo andrebbe preservato e incrementato a livello territoriale, ove più le parti sociali possono spendersi per lo sviluppo locale, nella convinzione che un modello di riferimento “ottimo” per le politiche attive e le transizioni occupazionali dovrebbe essere caratterizzato dalla territorialità, che è un principio, in parte derivato da quello di sussidiarietà, che rimanda all’ancoraggio delle politiche, dei servizi e degli interventi per il lavoro a specifici contesti territoriali e, quindi, economico, sociali, culturali, nei quali i dispositivi di azione devono produrre i loro effetti di tipo occupazionale.
(2019). Il ruolo delle associazioni datoriali nelle politiche attive e nelle transazioni occupazionali sul territorio: il caso Confartigianato Imprese Varese [doctoral thesis - tesi di dottorato]. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/128704
Il ruolo delle associazioni datoriali nelle politiche attive e nelle transazioni occupazionali sul territorio: il caso Confartigianato Imprese Varese
Paganini, Eleonora
2019-04-12
Abstract
Il lavoro di ricerca prende spunto dalla mia internship di dottorato in Confartigianato Imprese Varese e descrive l’attività svolta dall’associazione di rappresentanza negli anni 2015-2018 in materia di politiche attive e transizioni occupazionali sul territorio della provincia di Varese. Vengono presentati, nello specifico: la struttura dell’associazione e la riorganizzazione aziendale che l’ha recentemente interessata; uno studio effettuato dall’associazione nel luglio 2018 sul mercato del lavoro di riferimento; la creazione del servizio di intermediazione domanda – offerta di lavoro a seguito dell’ottenimento dell’autorizzazione in regime speciale ai sensi dell’articolo 6 del decreto legislativo n. 276/2003; il lavoro dell’ente accreditato ELFI, Ente Lombardo per la Formazione di Impresa, a seguito dell’apertura di una sede provinciale dello stesso in Confartigianato Varese; l’utilizzo degli incentivi pubblici da parte dell’ente accreditato; la trattativa e la firma da parte di Confartigianato Imprese Varese di un accordo interconfederale a livello provinciale per l’implementazione del sistema duale, contenente una disciplina di dettaglio sull’apprendistato di primo livello; un’analisi del servizio di attivazione di tirocini extracurricolari per le imprese associate; il progetto “IFE” riguardante l’alternanza scuola – lavoro; le collaborazioni, anche informali, che l’associazione ha sviluppato con altri enti o istituzioni; il progetto “Job Talent”, che ha visto la creazione di una banca dati on line di tutte le Confartigianato in Lombardia per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Premesso che la letteratura italiana in materia di associazionismo datoriale non si è mai soffermata ad analizzare il ruolo che le associazioni datoriali territoriali possono svolgere nelle politiche attive del lavoro e nelle transizioni occupazionali, il proposito della ricerca è stato capire perché, in un periodo di estrema difficoltà per la rappresentanza datoriale, Confartigianato Imprese Varese abbia deciso di intervenire in queste materie specifiche. In secondo luogo, ci si è chiesti se possa considerarsi ragionevole che le associazioni datoriali assumano un ruolo determinante in questo settore, mai prima d’ora seriamente considerato come campo d’azione. Dall’analisi effettuata, risulta evidente come il ruolo che stanno iniziando ad assumersi le associazioni datoriali come intermediarie nel mercato del lavoro possa configurare una loro nuova funzione, che si colloca a metà strada tra la rappresentanza degli interessi, l’erogazione di servizi agli associati e un’attività di governance pubblica. Questo ruolo andrebbe preservato e incrementato a livello territoriale, ove più le parti sociali possono spendersi per lo sviluppo locale, nella convinzione che un modello di riferimento “ottimo” per le politiche attive e le transizioni occupazionali dovrebbe essere caratterizzato dalla territorialità, che è un principio, in parte derivato da quello di sussidiarietà, che rimanda all’ancoraggio delle politiche, dei servizi e degli interventi per il lavoro a specifici contesti territoriali e, quindi, economico, sociali, culturali, nei quali i dispositivi di azione devono produrre i loro effetti di tipo occupazionale.File | Dimensione del file | Formato | |
---|---|---|---|
TDUnibg_Paganini-Eleonora.pdf
accesso aperto
Versione:
postprint - versione referata/accettata senza referaggio
Licenza:
Licenza default Aisberg
Dimensione del file
2.38 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.38 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
Files_Paganini.zip
Solo gestori di archivio
Versione:
non applicabile
Licenza:
Licenza default Aisberg
Dimensione del file
687.83 kB
Formato
zip
|
687.83 kB | zip | Visualizza/Apri |
Pubblicazioni consigliate
Aisberg ©2008 Servizi bibliotecari, Università degli studi di Bergamo | Terms of use/Condizioni di utilizzo