Perché dedicare un libro allo sciopero delle Officine di Bellinzona del 2008? Perché, per la sua dimensione, quello sciopero è stato un evento eccezionale e perché, per altre ragioni a loro volta eccezionali, in occasione di quello sciopero è stata prodotta e conservata una enorme mole di documenti – scritti, fotografici, audiovisivi, fonti orali – capaci di illuminare, insieme all’evento, un intero contesto sociale, politico, culturale, economico, aprendo alla possibilità di interrogare il nostro tempo in merito al lavoro, alle relazioni industriali, al modo in cui oggi si manifestano i connessi conflitti. I materiali prodotti in occasione dello sciopero non sono solo rapporti sindacali, relazioni di giornalisti, fotografie, racconti di operai buoni per conservare la memoria di quell’evento, o per ripensare la stessa categoria di sciopero nel paese in cui, stando all’immaginario collettivo, lo stesso parrebbe non avere diritto di cittadinanza. Quei documenti sono soprattutto utili grimaldelli per chi oggi voglia riflettere sulle trasformazioni avvenute nel mondo del lavoro negli ultimi decenni, sul loro impatto sulla vita professionale e quotidiana delle persone, sulle difficoltà che hanno generato, sulla dialettica sviluppata dalle organizzazioni dei lavoratori e degli imprenditori, sulle resistenze agite, oppure rinunciate, dai sindacati nei momenti di crisi. In un tempo e in un luogo nel quale domina una forte ideologia anti-operaia e anti-sindacale, lo sciopero delle Officine racconta la storia di una regione che si è trasformata per un mese in una sorta di comunità operaia, trovando il linguaggio e gli strumenti per comunicarsi, per dare di sé un’immagine di forza, trasversalmente seduttiva rispetto agli schieramenti politici, capace di conquistare attenzione a livello internazionale.

(2018). Scioperare nel Duemila. Le Officine ferroviarie di Bellinzona e la memoria operaia . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/129727

Scioperare nel Duemila. Le Officine ferroviarie di Bellinzona e la memoria operaia

Barcella, Paolo;
2018-01-01

Abstract

Perché dedicare un libro allo sciopero delle Officine di Bellinzona del 2008? Perché, per la sua dimensione, quello sciopero è stato un evento eccezionale e perché, per altre ragioni a loro volta eccezionali, in occasione di quello sciopero è stata prodotta e conservata una enorme mole di documenti – scritti, fotografici, audiovisivi, fonti orali – capaci di illuminare, insieme all’evento, un intero contesto sociale, politico, culturale, economico, aprendo alla possibilità di interrogare il nostro tempo in merito al lavoro, alle relazioni industriali, al modo in cui oggi si manifestano i connessi conflitti. I materiali prodotti in occasione dello sciopero non sono solo rapporti sindacali, relazioni di giornalisti, fotografie, racconti di operai buoni per conservare la memoria di quell’evento, o per ripensare la stessa categoria di sciopero nel paese in cui, stando all’immaginario collettivo, lo stesso parrebbe non avere diritto di cittadinanza. Quei documenti sono soprattutto utili grimaldelli per chi oggi voglia riflettere sulle trasformazioni avvenute nel mondo del lavoro negli ultimi decenni, sul loro impatto sulla vita professionale e quotidiana delle persone, sulle difficoltà che hanno generato, sulla dialettica sviluppata dalle organizzazioni dei lavoratori e degli imprenditori, sulle resistenze agite, oppure rinunciate, dai sindacati nei momenti di crisi. In un tempo e in un luogo nel quale domina una forte ideologia anti-operaia e anti-sindacale, lo sciopero delle Officine racconta la storia di una regione che si è trasformata per un mese in una sorta di comunità operaia, trovando il linguaggio e gli strumenti per comunicarsi, per dare di sé un’immagine di forza, trasversalmente seduttiva rispetto agli schieramenti politici, capace di conquistare attenzione a livello internazionale.
2018
Barcella, Paolo; Moreschi, Alessandro; Pelli, Mattia; Rossi, Gabriele; Valsangiacomo, Nelly
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