Gli zombi esistono. La tesi di questo libro è semplice e terrificante: il mito dei morti viventi nasce nel “cuore di tenebra” del vudù haitiano, ma la radice del mito accompagna il progresso della storia, con le sue guerre, rivoluzioni, conquiste e sconfitte. I Caraibi si perdono sullo sfondo, la magia svapora, ma rimane il nucleo di una realtà che non smette di inquietare e di provocare. Usato come strumento di protesta, lo zombi serve agli artisti come Fela Kuti o i Cranberries, per mostrare la terribile degradazione della mente umana quando è soggiogata dal potere; oppure ai cineasti come Romero, per denunciare l’abbrutimento della civiltà di massa; oppure ai critici della cultura come Sloterdijk o Žižek, per descrivere le forme disumane del neocapitalismo... In questo libro si tenta un altro passo: se di mito si tratta, occorre scavare nella sua realtà. Il morto vivente esiste: è l’essere uccidibile. Nell’epoca delle democrazie in affanno, nel crinale autoritario delle politiche mondiali, lo zombi affolla i notiziari della tivù del dolore quotidiano. Riconoscerlo nella realtà è un atto per resistere all’apocalisse che il mito evoca.
(2019). Vite a perdere. Origine e destino del mito zombi . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/134323
Vite a perdere. Origine e destino del mito zombi
Tomelleri, Stefano;Doni, Martino
2019-01-01
Abstract
Gli zombi esistono. La tesi di questo libro è semplice e terrificante: il mito dei morti viventi nasce nel “cuore di tenebra” del vudù haitiano, ma la radice del mito accompagna il progresso della storia, con le sue guerre, rivoluzioni, conquiste e sconfitte. I Caraibi si perdono sullo sfondo, la magia svapora, ma rimane il nucleo di una realtà che non smette di inquietare e di provocare. Usato come strumento di protesta, lo zombi serve agli artisti come Fela Kuti o i Cranberries, per mostrare la terribile degradazione della mente umana quando è soggiogata dal potere; oppure ai cineasti come Romero, per denunciare l’abbrutimento della civiltà di massa; oppure ai critici della cultura come Sloterdijk o Žižek, per descrivere le forme disumane del neocapitalismo... In questo libro si tenta un altro passo: se di mito si tratta, occorre scavare nella sua realtà. Il morto vivente esiste: è l’essere uccidibile. Nell’epoca delle democrazie in affanno, nel crinale autoritario delle politiche mondiali, lo zombi affolla i notiziari della tivù del dolore quotidiano. Riconoscerlo nella realtà è un atto per resistere all’apocalisse che il mito evoca.File | Dimensione del file | Formato | |
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