Una mole consistente di documenti recentemente venuti alla luce ha comprovato in maniera definitiva non solo l’ingerenza degli Stati Uniti nel golpe cileno del 1973 ma anche la loro piena consapevolezza delle gravi violazioni ai diritti umani perpetrate in Argentina dopo la svolta autoritaria del 1976. In questa fase i rapporti tra Nordamerica e Cono Sud non si esauriscono, tuttavia, in una complicità diretta o indiretta di servizi segreti e istituzioni governative statunitensi con le giunte militari latinoamericane. L’inizio della dittatura cilena segna anche la nascita di un movimento di denuncia, protesta e solidarietà che, proprio negli Stati Uniti, vede protagonisti alcuni soggetti esterni agli ordinari canali di rappresentanza politica. Sono docenti universitari, pastori luterani, rabbini, ex attivisti dei movimenti per la pace e per i diritti civili, rappresentanti di grandi fondazioni internazionali o di piccole associazioni locali. La presenza di questa rete solidale arricchisce dunque di nuove sfumature un contesto finora letto prevalentemente solo alla luce delle politiche del Dipartimento di Stato e della Dottrina Kissinger. Materiale inedito reperito presso gli archivi di varie istituzioni non governative lascia ipotizzare inoltre un legame tra l’azione di controinformazione e persino di lobby condotta da questa «altra America» e la formulazione di uno specifico programma federale per rifugiati; grazie ad esso un numero esiguo di cileni e argentini troverà — proprio nell’ultimo luogo che avrebbe immaginato — forme di accoglienza organizzata.

(2006). L’America della solidarietà. L’accoglienza dei rifugiati cileni e argentini negli Stati Uniti (1973-1983) . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/153008

L’America della solidarietà. L’accoglienza dei rifugiati cileni e argentini negli Stati Uniti (1973-1983)

Calandra, Benedetta
2006-01-01

Abstract

Una mole consistente di documenti recentemente venuti alla luce ha comprovato in maniera definitiva non solo l’ingerenza degli Stati Uniti nel golpe cileno del 1973 ma anche la loro piena consapevolezza delle gravi violazioni ai diritti umani perpetrate in Argentina dopo la svolta autoritaria del 1976. In questa fase i rapporti tra Nordamerica e Cono Sud non si esauriscono, tuttavia, in una complicità diretta o indiretta di servizi segreti e istituzioni governative statunitensi con le giunte militari latinoamericane. L’inizio della dittatura cilena segna anche la nascita di un movimento di denuncia, protesta e solidarietà che, proprio negli Stati Uniti, vede protagonisti alcuni soggetti esterni agli ordinari canali di rappresentanza politica. Sono docenti universitari, pastori luterani, rabbini, ex attivisti dei movimenti per la pace e per i diritti civili, rappresentanti di grandi fondazioni internazionali o di piccole associazioni locali. La presenza di questa rete solidale arricchisce dunque di nuove sfumature un contesto finora letto prevalentemente solo alla luce delle politiche del Dipartimento di Stato e della Dottrina Kissinger. Materiale inedito reperito presso gli archivi di varie istituzioni non governative lascia ipotizzare inoltre un legame tra l’azione di controinformazione e persino di lobby condotta da questa «altra America» e la formulazione di uno specifico programma federale per rifugiati; grazie ad esso un numero esiguo di cileni e argentini troverà — proprio nell’ultimo luogo che avrebbe immaginato — forme di accoglienza organizzata.
2006
Calandra, Benedetta
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