Nel 1995, in Argentina, si costituisce l’associazione in difesa dei diritti umani H.I.J.O.S. (Figli per l’Identità e la Giustizia, contro l’Oblio e il Silenzio). Ne fanno parte i figli degli scomparsi, assassinati o esiliati dall’ultima dittatura militare (1976-1983), che si assumono il ‘dovere’, la ‘responsabilità’ di ricordare la violenza. Oltre a rivendicare giustizia per i crimini del passato, in un clima di impunità diffusa che sino alla svolta segnata dall’attuale presidenza ha protetto i colpevoli, i Figli organizzano eventi e commemorazioni dedicati ai genitori scomparsi -generazione di cittadini mancanti- attraverso varie forme di ricostruzione del passato recente. In questo volume l’autrice, che ha raccolto le narrazioni di questi testimoni indiretti del terrore, suggerisce spunti per riflettere, in termini più generali, sulle molteplici sfaccettature attraverso le quali si costruisce e si articola il complesso rapporto tra storia e memoria nell’Argentina della transizione democratica. Un rapporto fatto di prestiti, conflitti, contraddizioni non sempre sanate, ambiguità. E’ questo un tema centrale nel dibattito sulle politiche del ricordo e dell'oblio, che, tanto nella sfera pubblica quanto in quella privata, si esplicita in una continua tensione tra mantenere vive, o al contrario, cancellare le vecchie ferite. Nel contrappunto tra storia ‘fredda’ e testimonianza ‘calda’, tra analisi e racconto, si snoda la vicenda di questi giovani attori sociali, all’interno di un contesto nazionale ancora oggi fortemente segnato dalla presenza di memorie divise e contrapposte.
(2004). La memoria ostinata. H.I.J.O.S., i figli dei desaparecidos argentini . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/153630
La memoria ostinata. H.I.J.O.S., i figli dei desaparecidos argentini
Calandra, Benedetta
2004-01-01
Abstract
Nel 1995, in Argentina, si costituisce l’associazione in difesa dei diritti umani H.I.J.O.S. (Figli per l’Identità e la Giustizia, contro l’Oblio e il Silenzio). Ne fanno parte i figli degli scomparsi, assassinati o esiliati dall’ultima dittatura militare (1976-1983), che si assumono il ‘dovere’, la ‘responsabilità’ di ricordare la violenza. Oltre a rivendicare giustizia per i crimini del passato, in un clima di impunità diffusa che sino alla svolta segnata dall’attuale presidenza ha protetto i colpevoli, i Figli organizzano eventi e commemorazioni dedicati ai genitori scomparsi -generazione di cittadini mancanti- attraverso varie forme di ricostruzione del passato recente. In questo volume l’autrice, che ha raccolto le narrazioni di questi testimoni indiretti del terrore, suggerisce spunti per riflettere, in termini più generali, sulle molteplici sfaccettature attraverso le quali si costruisce e si articola il complesso rapporto tra storia e memoria nell’Argentina della transizione democratica. Un rapporto fatto di prestiti, conflitti, contraddizioni non sempre sanate, ambiguità. E’ questo un tema centrale nel dibattito sulle politiche del ricordo e dell'oblio, che, tanto nella sfera pubblica quanto in quella privata, si esplicita in una continua tensione tra mantenere vive, o al contrario, cancellare le vecchie ferite. Nel contrappunto tra storia ‘fredda’ e testimonianza ‘calda’, tra analisi e racconto, si snoda la vicenda di questi giovani attori sociali, all’interno di un contesto nazionale ancora oggi fortemente segnato dalla presenza di memorie divise e contrapposte.File | Dimensione del file | Formato | |
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