Dall'agosto del 1942 all'aprile del 1945 la Siemens & Halske ha posseduto un centro di produzione adiacente al campo di concentramento femminile di Ravensbrück, nel quale 2300 internate furono costrette al lavoro forzato. Nel volume sono raccolti i ricordi e le testimonianze di queste donne provenienti da quindici diverse nazioni, che sopravvissero all'internamento e al campo di lavoro. Il libro offre un bilancio delle condizioni di vita delle recluse attraverso una polifonia della memoria che si fonda su testimonianze, lettere, resoconti, diari, interviste, questionari, memoriali, autobiografie e disegni delle internate. Da questi materiali emerge una rappresentazione corale dell'orrore che, supportata da fonti storiche, documenta il funzionamento del sistema del lavoro forzato nei capannoni della Siemens & Halke, contestualizzandolo nella produzione bellica e nel sistema economico hitleriano. La sinergia fra documenti, ricordi delle internate e immagini racconta la violenza del sistema concentrazionario e, al contempo, la solidarietà fra le prigioniere e le forme di sopravvivenza e di resistenza che misero in essere, come il sabotaggio della produzione e la realizzazione di oggetti di uso quotidiano per sopravvivere alle condizioni di vita estreme nel campo.
(2020). "A volte sogniamo di essere libere". Il lavoro forzato alla Siemens nel lager femminile di Ravensbrück . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/162638
"A volte sogniamo di essere libere". Il lavoro forzato alla Siemens nel lager femminile di Ravensbrück
Calzoni, Raul;
2020-01-01
Abstract
Dall'agosto del 1942 all'aprile del 1945 la Siemens & Halske ha posseduto un centro di produzione adiacente al campo di concentramento femminile di Ravensbrück, nel quale 2300 internate furono costrette al lavoro forzato. Nel volume sono raccolti i ricordi e le testimonianze di queste donne provenienti da quindici diverse nazioni, che sopravvissero all'internamento e al campo di lavoro. Il libro offre un bilancio delle condizioni di vita delle recluse attraverso una polifonia della memoria che si fonda su testimonianze, lettere, resoconti, diari, interviste, questionari, memoriali, autobiografie e disegni delle internate. Da questi materiali emerge una rappresentazione corale dell'orrore che, supportata da fonti storiche, documenta il funzionamento del sistema del lavoro forzato nei capannoni della Siemens & Halke, contestualizzandolo nella produzione bellica e nel sistema economico hitleriano. La sinergia fra documenti, ricordi delle internate e immagini racconta la violenza del sistema concentrazionario e, al contempo, la solidarietà fra le prigioniere e le forme di sopravvivenza e di resistenza che misero in essere, come il sabotaggio della produzione e la realizzazione di oggetti di uso quotidiano per sopravvivere alle condizioni di vita estreme nel campo.File | Dimensione del file | Formato | |
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