Le attuali inimmaginabili ed esorbitanti dimensioni dello sfruttamento e dell'uccisione degli animali impongono alla riflessione non solo un ripensamento in senso etico dei rapporti umano-animale, ma un'urgente messa in questione delle categorie stesse di "Umano" e "Animale". Dopo un inquadramento teorico del dibattito sull'antispecismo, da "Liberazione animale" di Peter Singer alle correnti contemporanee ispirate alla filosofia continentale, al femminismo e al post-strutturalismo, questo studio s'interroga sull' origine materiale di tale dicotomia così fondativa del pensiero occidentale. Seguendo e approfondendo l'accostamento, proposto da Gianfranco Mormino, tra la teoria del sacrifcio vittimario elaborata da René Girard e il concetto di "macchina antropologica" di Giorgio Agamben, questo studio individua nella pratica sacrificale delle società arcaiche il primo dispositivo - in senso foucaultiano - che ha dato luogo al dualismo Umano/Animale, concentrandosi in particolare sul parametro violento di uguaglianza che tale dispositivo mette in funzione. Approfondendo luci e ombre del concetto di uguaglianza, questa ricerca, poi, mostra come un cambio di paradigma verso l'uguaglianza intesa come pari vulnerabilità - proposta dall'antispecismo più maturo - possa essere la chiave per creare una rottura con gli effetti a lungo termine del dispositivo sacrificale e impostare le relazioni umano-animale su basi non-violente e più giuste.

(2020). Nient'altro che vulnerabilità. Sacrificio, uguaglianza e antispecismo . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/172478

Nient'altro che vulnerabilità. Sacrificio, uguaglianza e antispecismo

Stefanoni, Chiara
2020-12-01

Abstract

Le attuali inimmaginabili ed esorbitanti dimensioni dello sfruttamento e dell'uccisione degli animali impongono alla riflessione non solo un ripensamento in senso etico dei rapporti umano-animale, ma un'urgente messa in questione delle categorie stesse di "Umano" e "Animale". Dopo un inquadramento teorico del dibattito sull'antispecismo, da "Liberazione animale" di Peter Singer alle correnti contemporanee ispirate alla filosofia continentale, al femminismo e al post-strutturalismo, questo studio s'interroga sull' origine materiale di tale dicotomia così fondativa del pensiero occidentale. Seguendo e approfondendo l'accostamento, proposto da Gianfranco Mormino, tra la teoria del sacrifcio vittimario elaborata da René Girard e il concetto di "macchina antropologica" di Giorgio Agamben, questo studio individua nella pratica sacrificale delle società arcaiche il primo dispositivo - in senso foucaultiano - che ha dato luogo al dualismo Umano/Animale, concentrandosi in particolare sul parametro violento di uguaglianza che tale dispositivo mette in funzione. Approfondendo luci e ombre del concetto di uguaglianza, questa ricerca, poi, mostra come un cambio di paradigma verso l'uguaglianza intesa come pari vulnerabilità - proposta dall'antispecismo più maturo - possa essere la chiave per creare una rottura con gli effetti a lungo termine del dispositivo sacrificale e impostare le relazioni umano-animale su basi non-violente e più giuste.
dic-2020
Stefanoni, Chiara
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