Morire di cancro è un’esperienza tanto comune quanto rimossa. Le prime vittime (ma non le sole) di questa rimozione sono i malati, molto spesso costretti dall’atteggiamento di chi li circonda al silenzio e alla solitudine. Originato da una dolorosa esperienza autobiografica (la morte del padre dell’autore), il libro racconta questo evento: cosa succede quando una persona diventa oggetto di una prognosi infausta, quando qualcuno sa di essere destinato a morire. Da un trauma emotivo che è stato anche una provocazione intellettuale, da un’esperienza che ha sfidato le sue capacità di comprensione, Marzano ha ricavato la forza per iniziare a frequentare, da etnografo, le corsie, i day hospital e gli ambulatori oncologici di un grande ospedale dell’Italia settentrionale, riportando le storie dei pazienti e dei loro familiari, i dilemmi dei medici, le voci degli infermieri,. Dopo aver identificato i problemi cruciali legati sia alle decisioni terapeutiche (le scelte di cura), sia alle decisioni informative (che cosa dire al paziente), il libro delinea la possibilità di un cambiamento nell’organizzazione e nella cultura dell’assistenza ai morenti, all’insegna di una speranza: che il malato possa vivere dignitosamente la porzione di vita che gli rimane, e «non perire nei nostri sguardi prima che sia giunto il tempo».
Scene finali. Morire di cancro in Italia
MARZANO, Marco
2004-01-01
Abstract
Morire di cancro è un’esperienza tanto comune quanto rimossa. Le prime vittime (ma non le sole) di questa rimozione sono i malati, molto spesso costretti dall’atteggiamento di chi li circonda al silenzio e alla solitudine. Originato da una dolorosa esperienza autobiografica (la morte del padre dell’autore), il libro racconta questo evento: cosa succede quando una persona diventa oggetto di una prognosi infausta, quando qualcuno sa di essere destinato a morire. Da un trauma emotivo che è stato anche una provocazione intellettuale, da un’esperienza che ha sfidato le sue capacità di comprensione, Marzano ha ricavato la forza per iniziare a frequentare, da etnografo, le corsie, i day hospital e gli ambulatori oncologici di un grande ospedale dell’Italia settentrionale, riportando le storie dei pazienti e dei loro familiari, i dilemmi dei medici, le voci degli infermieri,. Dopo aver identificato i problemi cruciali legati sia alle decisioni terapeutiche (le scelte di cura), sia alle decisioni informative (che cosa dire al paziente), il libro delinea la possibilità di un cambiamento nell’organizzazione e nella cultura dell’assistenza ai morenti, all’insegna di una speranza: che il malato possa vivere dignitosamente la porzione di vita che gli rimane, e «non perire nei nostri sguardi prima che sia giunto il tempo».Pubblicazioni consigliate
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