Le Alpi sono vittime di un duplice luogo comune. Un malinteso romanticismo, alimentato da più di un secolo di cartoline turistiche, le osserva secondo lo stereotipo del locus amœnus del bello, del puro e dell’incontaminato; mentre una altrettanto stereotipata visione “urbanocentrica” le consideraspazi isolati, inaccessibili e un confine tra mondi distanti. In realtà, lo spazioalpino è complesso, sofisticato, «non una barriera, ma una cerniera» tra ottonazioni, cento regioni, più di seimila comuni e tredici milioni di persone. Moving Alps è il resoconto di un progetto di cooperazione transnazionale finanziato dall’Unione Europea e il racconto di un viaggio durato tre anni, lungo più di settemila chilometri in quattro comunità alpine europee che descriviamo come paesaggi culturali, a partire non dai gerani ai balconi in legno naturale, ma dal retrobottega: attraverso il prisma delle conseguenze sociali dei processi di deindustrializzazione. La modernità industriale, con i suoi portati di sfruttamento delle risorse primarie e spesso di espropriazione di sistemi sociali, culturali e simbolici tradizionali, ha attraversato le Terre Alte come una meteora tra l’Ottocento e il Novecento. Ne sono discesi modelli di sviluppo imponenti e maldestri che hanno trasformato radicalmente comunità abituate da secoli a lenti mutamenti e che sono tramontati con la medesima velocità con cui erano sorti. Quell’età dell’oro lascia oggi dietro di sé molte macerie materiali ma soprattutto sociali e culturali, che le comunità colpite sono chiamate ad attraversare per progettare il proprio futuro.
(2021). Moving Alps. Le conseguenze sociali della dismissione industriale nello spazio alpino europeo [edited book - curatela]. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/196099
Moving Alps. Le conseguenze sociali della dismissione industriale nello spazio alpino europeo
Migliorati, Lorenzo
2021-01-01
Abstract
Le Alpi sono vittime di un duplice luogo comune. Un malinteso romanticismo, alimentato da più di un secolo di cartoline turistiche, le osserva secondo lo stereotipo del locus amœnus del bello, del puro e dell’incontaminato; mentre una altrettanto stereotipata visione “urbanocentrica” le consideraspazi isolati, inaccessibili e un confine tra mondi distanti. In realtà, lo spazioalpino è complesso, sofisticato, «non una barriera, ma una cerniera» tra ottonazioni, cento regioni, più di seimila comuni e tredici milioni di persone. Moving Alps è il resoconto di un progetto di cooperazione transnazionale finanziato dall’Unione Europea e il racconto di un viaggio durato tre anni, lungo più di settemila chilometri in quattro comunità alpine europee che descriviamo come paesaggi culturali, a partire non dai gerani ai balconi in legno naturale, ma dal retrobottega: attraverso il prisma delle conseguenze sociali dei processi di deindustrializzazione. La modernità industriale, con i suoi portati di sfruttamento delle risorse primarie e spesso di espropriazione di sistemi sociali, culturali e simbolici tradizionali, ha attraversato le Terre Alte come una meteora tra l’Ottocento e il Novecento. Ne sono discesi modelli di sviluppo imponenti e maldestri che hanno trasformato radicalmente comunità abituate da secoli a lenti mutamenti e che sono tramontati con la medesima velocità con cui erano sorti. Quell’età dell’oro lascia oggi dietro di sé molte macerie materiali ma soprattutto sociali e culturali, che le comunità colpite sono chiamate ad attraversare per progettare il proprio futuro.File | Dimensione del file | Formato | |
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