Autore austero e poliedrico, Maurice Halbwachs (1877-1945) viene spesso derubricato a “sociologo minore” nel pantheon dei classici, causa l’illegittimo sospetto di dogmatismo durkheimiano. In realtà, si tratta di una figura di spicco della sociologia francese – ed europea – de l’entre deux guerres. Dalla sociologia dei consumi e delle classi sociali (1913, 1933) al suicidio (1930), dalla memoria collettiva (1925, 1941, 1950) alla morfologia sociale (1938), fino alle emozioni (1947), Halbwachs ha profuso le proprie migliori energie intellettuali a sistematizzare, fondare empiricamente e, talvolta, a revisionare gli slanci ideali dei padri fondatori della disciplina sociologica, Emile Durkheim in primis. Halbwachs ha attraversato la grande storia della prima metà del Novecento, incrociandone eventi, luoghi, figure e tragedie: è stato collega e amico di autori come Marcel Mauss, Marc Bloch e Charles Blondel, genero di Victor Basch, protagonista delle vicende francesi del primo dopoguerra, fino alla deportazione e alla morte nel campo di sterminio di Buchenwald nel 1945. Il libro si propone di gettare un fascio di luce su un autore i cui oggetti di ricerca interrogano la sociologia contemporanea e i suoi temi: conoscenza, memoria e psicologia collettiva, classi e stratificazione sociale, spazio e morfologia sociale. Attraverso la proficua collaborazione con alcune figure di primo piano della sociologia francese contemporanea - che trovano in Halbwachs un autore che parla alla società di oggi - questo volume si propone, da un lato, di ricostruire la storia della ricezione del pensiero di Halbwachs e di restituire, dall’altro, uno sguardo unitario alla sua sociologia complessa e articolata, spesso recepita in maniera parziale dalle differenti generazioni di sociologi che ad essa si sono accostati. L’obiettivo è di colmare un vuoto nella storia del pensiero sociologico e, in particolare, nel dibattito italiano, non semplicemente attraverso un’opera di scavo archeologico attorno ad una figura pur di grande interesse, quanto piuttosto riconoscendo la fertilità e l’attualità della sua opera. Come ha sintetizzato efficacemente Pierre Bourdieu, «l’impresa scientifica che è stata interrotta dalla morte di un intellettuale come Maurice Halbwachs attende di essere continuata. Non si tratta di celebrare gli eroi morti, cosa che, come in tutti i riti del lutto, equivale a farli scomparire una seconda volta accettando il fatto della loro scomparsa. Si tratta di riprendere la lotta lì dove l’hanno lasciata, e questo senza dimenticare la violenza che li ha vinti, e che è necessario cercare di comprendere. In questo Maurice Halbwachs può ancora aiutarci» (Bourdieu, L’assassinat de Maurice Halbwachs, 1987, Traduzione nostra).

(2016). Maurice Halbwachs. Un sociologo della complessità sociale [edited book - curatela]. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/196178

Maurice Halbwachs. Un sociologo della complessità sociale

Migliorati, Lorenzo;
2016-01-01

Abstract

Autore austero e poliedrico, Maurice Halbwachs (1877-1945) viene spesso derubricato a “sociologo minore” nel pantheon dei classici, causa l’illegittimo sospetto di dogmatismo durkheimiano. In realtà, si tratta di una figura di spicco della sociologia francese – ed europea – de l’entre deux guerres. Dalla sociologia dei consumi e delle classi sociali (1913, 1933) al suicidio (1930), dalla memoria collettiva (1925, 1941, 1950) alla morfologia sociale (1938), fino alle emozioni (1947), Halbwachs ha profuso le proprie migliori energie intellettuali a sistematizzare, fondare empiricamente e, talvolta, a revisionare gli slanci ideali dei padri fondatori della disciplina sociologica, Emile Durkheim in primis. Halbwachs ha attraversato la grande storia della prima metà del Novecento, incrociandone eventi, luoghi, figure e tragedie: è stato collega e amico di autori come Marcel Mauss, Marc Bloch e Charles Blondel, genero di Victor Basch, protagonista delle vicende francesi del primo dopoguerra, fino alla deportazione e alla morte nel campo di sterminio di Buchenwald nel 1945. Il libro si propone di gettare un fascio di luce su un autore i cui oggetti di ricerca interrogano la sociologia contemporanea e i suoi temi: conoscenza, memoria e psicologia collettiva, classi e stratificazione sociale, spazio e morfologia sociale. Attraverso la proficua collaborazione con alcune figure di primo piano della sociologia francese contemporanea - che trovano in Halbwachs un autore che parla alla società di oggi - questo volume si propone, da un lato, di ricostruire la storia della ricezione del pensiero di Halbwachs e di restituire, dall’altro, uno sguardo unitario alla sua sociologia complessa e articolata, spesso recepita in maniera parziale dalle differenti generazioni di sociologi che ad essa si sono accostati. L’obiettivo è di colmare un vuoto nella storia del pensiero sociologico e, in particolare, nel dibattito italiano, non semplicemente attraverso un’opera di scavo archeologico attorno ad una figura pur di grande interesse, quanto piuttosto riconoscendo la fertilità e l’attualità della sua opera. Come ha sintetizzato efficacemente Pierre Bourdieu, «l’impresa scientifica che è stata interrotta dalla morte di un intellettuale come Maurice Halbwachs attende di essere continuata. Non si tratta di celebrare gli eroi morti, cosa che, come in tutti i riti del lutto, equivale a farli scomparire una seconda volta accettando il fatto della loro scomparsa. Si tratta di riprendere la lotta lì dove l’hanno lasciata, e questo senza dimenticare la violenza che li ha vinti, e che è necessario cercare di comprendere. In questo Maurice Halbwachs può ancora aiutarci» (Bourdieu, L’assassinat de Maurice Halbwachs, 1987, Traduzione nostra).
curatela (libro)
2016
Migliorati, Lorenzo; Grande, Teresa
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