La pedagogia sociale con il suo sguardo e le sue pratiche incrocia sempre più oggi le dimensioni dell’etica e dell’antropologia e si scopre necessariamente portatrice di dimensioni bio-politiche e civili. Questa raccolta di saggi si muove in tre direzioni per: cogliere i modi con cui si strutturano alcune “situazioni etiche” attorno alle esperienze di estrema vulnerabilità e fragilità; raccogliere alcune forme educative e sociali di resistenza al male (di riconoscimento, di ricomposizione, di riconciliazione, di perdono), per indagarne fondamenti e tratti; presentare concrete esperienze sociali, riprogettazioni territoriali e articolazioni di servizi rese possibili da un intreccio di competenze professionali, coscienza civile, senso dell’intrapresa, moventi etici. Sullo sfondo emergono grandi questioni che, tutte, ruotano attorno alle difficoltà presenti nel ricomporre la vita comune, nell’assumere la vulnerabilità come condizione comune e come luogo originario della cura e della responsabilità, nel sostenere un riconoscimento pubblico del dolore e della sofferenza. Nel tempo della globalizzazione, dell’interdipendenza, delle migrazioni continue prendono sempre più forma processi di scomposizione, di frammentazione, di scontro e di esclusione. Questi interessano il territorio sociale, le forme e le regole della convivenza, il sistema dei diritti. Non di meno toccano e attraversano le identità e le biografie delle persone. Prendono forza culture e pratiche (educative e sociali) dell’esclusione, della negazione, della selezione, del distanziamento. Diventa molto più difficile sostenere il confronto con la diversità, con la pressione della vicinanza, con la fragilità e la vulnerabilità (propria ed altrui), con la cura. E, più radicalmente, con la dimensione del male. Siamo troppo vicini, e più fragili: c’è un guadagno? La pedagogia sociale con il suo sguardo e le sue pratiche incrocia dimensioni dell’etica e dell’antropologia e si scopre necessariamente portatrice di dimensioni bio-politiche e civili. Questa raccolta di saggi si muove in tre direzioni: - cogliere i modi con cui si strutturano alcune “situazioni etiche” attorno alle esperienze di estrema vulnerabilità e fragilità e i loro caratteri; - raccogliere alcune forme educative e sociali di resistenza al male (di riconoscimento, di ricomposizione, di riconciliazione, di perdono), per indagarne fondamenti e tratti; - presentare concrete esperienze sociali, riprogettazioni territoriali e articolazioni di servizi rese possibili da un intreccio di competenze professionali, coscienza civile, senso dell’intrapresa, moventi etici. Sullo sfondo emergono tre grandi questioni che, tutte, ruotano attorno alla fatica a ricomporre la vita comune, a dispiegare l’azione nello spazio di visibilità pubblica – per dirla con Hannah Arendt. Fatica ad assumere la vulnerabilità come condizione comune e come luogo originario nel quale si dà la cura e la responsabilità. Fatica a sostenere un riconoscimento pubblico del dolore e della sofferenza.

Persone e legami nella vulnerabilità - Iniziativa educativa e attivazioni sociali a partire dalla fragilità

LIZZOLA, Ivo;
2006-01-01

Abstract

La pedagogia sociale con il suo sguardo e le sue pratiche incrocia sempre più oggi le dimensioni dell’etica e dell’antropologia e si scopre necessariamente portatrice di dimensioni bio-politiche e civili. Questa raccolta di saggi si muove in tre direzioni per: cogliere i modi con cui si strutturano alcune “situazioni etiche” attorno alle esperienze di estrema vulnerabilità e fragilità; raccogliere alcune forme educative e sociali di resistenza al male (di riconoscimento, di ricomposizione, di riconciliazione, di perdono), per indagarne fondamenti e tratti; presentare concrete esperienze sociali, riprogettazioni territoriali e articolazioni di servizi rese possibili da un intreccio di competenze professionali, coscienza civile, senso dell’intrapresa, moventi etici. Sullo sfondo emergono grandi questioni che, tutte, ruotano attorno alle difficoltà presenti nel ricomporre la vita comune, nell’assumere la vulnerabilità come condizione comune e come luogo originario della cura e della responsabilità, nel sostenere un riconoscimento pubblico del dolore e della sofferenza. Nel tempo della globalizzazione, dell’interdipendenza, delle migrazioni continue prendono sempre più forma processi di scomposizione, di frammentazione, di scontro e di esclusione. Questi interessano il territorio sociale, le forme e le regole della convivenza, il sistema dei diritti. Non di meno toccano e attraversano le identità e le biografie delle persone. Prendono forza culture e pratiche (educative e sociali) dell’esclusione, della negazione, della selezione, del distanziamento. Diventa molto più difficile sostenere il confronto con la diversità, con la pressione della vicinanza, con la fragilità e la vulnerabilità (propria ed altrui), con la cura. E, più radicalmente, con la dimensione del male. Siamo troppo vicini, e più fragili: c’è un guadagno? La pedagogia sociale con il suo sguardo e le sue pratiche incrocia dimensioni dell’etica e dell’antropologia e si scopre necessariamente portatrice di dimensioni bio-politiche e civili. Questa raccolta di saggi si muove in tre direzioni: - cogliere i modi con cui si strutturano alcune “situazioni etiche” attorno alle esperienze di estrema vulnerabilità e fragilità e i loro caratteri; - raccogliere alcune forme educative e sociali di resistenza al male (di riconoscimento, di ricomposizione, di riconciliazione, di perdono), per indagarne fondamenti e tratti; - presentare concrete esperienze sociali, riprogettazioni territoriali e articolazioni di servizi rese possibili da un intreccio di competenze professionali, coscienza civile, senso dell’intrapresa, moventi etici. Sullo sfondo emergono tre grandi questioni che, tutte, ruotano attorno alla fatica a ricomporre la vita comune, a dispiegare l’azione nello spazio di visibilità pubblica – per dirla con Hannah Arendt. Fatica ad assumere la vulnerabilità come condizione comune e come luogo originario nel quale si dà la cura e la responsabilità. Fatica a sostenere un riconoscimento pubblico del dolore e della sofferenza.
book - libro
2006
Lizzola, Ivo; Tarchini, Valter
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