L’emergenza Covid-19 e i periodi di lockdown che hanno imposto stringenti limitazioni ai nostri spostamenti hanno stravolto le abitudini, la dimensione spaziale e temporale della quotidianità. In risposta a tale situazione, nel momento in cui le restrizioni sono state allentate si è manifestata una crescente domanda di attività sportive all’aria aperta, fattore che ha influito in modo significativo anche nella scelta della destinazione delle vacanze da parte dei turisti. In tale scenario, l’uso della bicicletta, incentivato in Italia anche dall’attuazione dei bonus mobilità, è stato riscoperto da numerosi viaggiatori. Il cicloturismo, in particolare, si è dimostrato una modalità di viaggiare che offre nuove possibilità di sviluppo per molte aree interne italiane, in linea con i nuovi trend turistici emersi nell’ultimo anno, come la necessità di sviluppare un turismo più sostenibile, responsabile, lento, di prossimità e lontano dalle mete di massa. In tale scenario, il contributo, partendo dall’analisi del cicloturismo in Italia e dalle potenzialità che questo settore ha dimostrato negli ultimi anni, si focalizza sul caso dell’Alta Valtellina. Nello specifico, tale territorio è già oggi una destinazione privilegiata per il cicloturismo sia per la presenza di alcune delle leggendarie salite che hanno fatto la storia del Giro d’Italia, in particolare Stelvio, Gavia e Mortirolo, sia per la presenza di alcune strutture realizzate ad hoc, tra cui i bike park di Livigno e Bormio. Allo stesso tempo, però, le nuove esigenze emerse nel periodo della pandemia hanno stimolato un rinnovato interesse verso il cicloturismo nell’area anche da parte di molte persone che abitualmente non sceglievano questo tipo di vacanza, grazie anche all’introduzione delle e-bike che hanno reso molti luoghi più accessibili. Per questa ragione il contributo si interroga sulle opportunità che il cicloturismo può avere per la promozione di un nuovo turismo responsabile che possa contribuire al rilancio del settore, promuovendo al tempo stesso una destagionalizzazione e una diversificazione di prodotto, oggi principalmente legato allo sci invernale. A ciò si aggiunge una riflessione sul ruolo che il Parco Nazionale dello Stelvio, che include nei propri confini circa il 60% del territorio dell’Alta Valtellina, può svolgere nella promozione del cicloturismo e su come l’incentivazione di una mobilità dolce possa favorire un nuovo modo di vivere il Parco stesso, contribuendo anche alla diffusione di una maggiore consapevolezza e attenzione verso l’ambiente e il territorio, in linea con gli obiettivi costitutivi dell’area protetta.
(2021). Il cicloturismo come opportunità di valorizzazione territoriale: per un nuovo turismo responsabile in Alta Valtellina e nel Parco Nazionale dello Stelvio . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/203094
Il cicloturismo come opportunità di valorizzazione territoriale: per un nuovo turismo responsabile in Alta Valtellina e nel Parco Nazionale dello Stelvio
Belotti, Sara
2021-01-01
Abstract
L’emergenza Covid-19 e i periodi di lockdown che hanno imposto stringenti limitazioni ai nostri spostamenti hanno stravolto le abitudini, la dimensione spaziale e temporale della quotidianità. In risposta a tale situazione, nel momento in cui le restrizioni sono state allentate si è manifestata una crescente domanda di attività sportive all’aria aperta, fattore che ha influito in modo significativo anche nella scelta della destinazione delle vacanze da parte dei turisti. In tale scenario, l’uso della bicicletta, incentivato in Italia anche dall’attuazione dei bonus mobilità, è stato riscoperto da numerosi viaggiatori. Il cicloturismo, in particolare, si è dimostrato una modalità di viaggiare che offre nuove possibilità di sviluppo per molte aree interne italiane, in linea con i nuovi trend turistici emersi nell’ultimo anno, come la necessità di sviluppare un turismo più sostenibile, responsabile, lento, di prossimità e lontano dalle mete di massa. In tale scenario, il contributo, partendo dall’analisi del cicloturismo in Italia e dalle potenzialità che questo settore ha dimostrato negli ultimi anni, si focalizza sul caso dell’Alta Valtellina. Nello specifico, tale territorio è già oggi una destinazione privilegiata per il cicloturismo sia per la presenza di alcune delle leggendarie salite che hanno fatto la storia del Giro d’Italia, in particolare Stelvio, Gavia e Mortirolo, sia per la presenza di alcune strutture realizzate ad hoc, tra cui i bike park di Livigno e Bormio. Allo stesso tempo, però, le nuove esigenze emerse nel periodo della pandemia hanno stimolato un rinnovato interesse verso il cicloturismo nell’area anche da parte di molte persone che abitualmente non sceglievano questo tipo di vacanza, grazie anche all’introduzione delle e-bike che hanno reso molti luoghi più accessibili. Per questa ragione il contributo si interroga sulle opportunità che il cicloturismo può avere per la promozione di un nuovo turismo responsabile che possa contribuire al rilancio del settore, promuovendo al tempo stesso una destagionalizzazione e una diversificazione di prodotto, oggi principalmente legato allo sci invernale. A ciò si aggiunge una riflessione sul ruolo che il Parco Nazionale dello Stelvio, che include nei propri confini circa il 60% del territorio dell’Alta Valtellina, può svolgere nella promozione del cicloturismo e su come l’incentivazione di una mobilità dolce possa favorire un nuovo modo di vivere il Parco stesso, contribuendo anche alla diffusione di una maggiore consapevolezza e attenzione verso l’ambiente e il territorio, in linea con gli obiettivi costitutivi dell’area protetta.File | Dimensione del file | Formato | |
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