Il reddito di cittadinanza è uno degli argomenti del momento. Molti pensano che lo Stato debba farsi carico dei poveri e dei disoccupati e che esso possa rappresentare lo strumento giusto per questo scopo. Ma il reddito di cittadinanza, correttamente inteso, è un trasferimento monetario verso tutti i cittadini, da dare anche a chi è abile al lavoro e sceglie di non lavorare e persino a chi è ricco e di soldi ne ha già in abbondanza. Si tratta di denaro concesso senza alcuna condizione né richiesta. Ma è possibile difendere l’idea di un reddito dato a tutti, ricchi e poveri, stakanovisti e fannulloni? Questo saggio, che si può leggere nel tempo della pausa pranzo, cerca di chiarire i termini essenziali del problema, presenta gli argomenti a sostegno, risponde ad alcune delle critiche più diffuse, mettendo così ordine in un dibattito in cui il reddito di cittadinanza è confuso con altre misure, dal reddito garantito al salario minimo. Un testo che fa riflettere, in un’epoca di generale ripensamento dei sistemi di protezione sociale, quello giusto per farsi un’idea che vada oltre le semplificazioni e gli slogan gridati.
(2014). Per un reddito di cittadinanza. Perché dare soldi a Homer Simpson e ad altri fannulloni . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/203181
Per un reddito di cittadinanza. Perché dare soldi a Homer Simpson e ad altri fannulloni
Del Bo', Corrado;
2014-01-01
Abstract
Il reddito di cittadinanza è uno degli argomenti del momento. Molti pensano che lo Stato debba farsi carico dei poveri e dei disoccupati e che esso possa rappresentare lo strumento giusto per questo scopo. Ma il reddito di cittadinanza, correttamente inteso, è un trasferimento monetario verso tutti i cittadini, da dare anche a chi è abile al lavoro e sceglie di non lavorare e persino a chi è ricco e di soldi ne ha già in abbondanza. Si tratta di denaro concesso senza alcuna condizione né richiesta. Ma è possibile difendere l’idea di un reddito dato a tutti, ricchi e poveri, stakanovisti e fannulloni? Questo saggio, che si può leggere nel tempo della pausa pranzo, cerca di chiarire i termini essenziali del problema, presenta gli argomenti a sostegno, risponde ad alcune delle critiche più diffuse, mettendo così ordine in un dibattito in cui il reddito di cittadinanza è confuso con altre misure, dal reddito garantito al salario minimo. Un testo che fa riflettere, in un’epoca di generale ripensamento dei sistemi di protezione sociale, quello giusto per farsi un’idea che vada oltre le semplificazioni e gli slogan gridati.File | Dimensione del file | Formato | |
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