Già nel 1975 l’Organizzazione Mondiale della Sanità introduceva il concetto di salute sessuale come “integrazione degli aspetti somatici, affettivi, intellettivi e sociali che l’essere sessuato realizza in maniera da valorizzare la personalità, la comunicazione e l’amore”. Sempre l’OMS identificava ne “l’essere capaci di gioire, avendone la piena padronanza, di un comportamento sessuale e riproduttivo in armonia con l’etica personale e sociale” una delle condizioni di base per il raggiungimento di un soddisfacente benessere sessuale.In questo libro gli autori, che hanno lavorato nei progetti di alcune Scuole e Aziende sanitarie, hanno provato a chiedersi come si pone la pratica dell’educazione sessuale di fronte a un tale autorevole richiamo.La capacità di gioire e di provare piacere sembra in realtà una vera e propria desaparecidas della scena educativa. In questo testo gli autori sottolineano che il mancato dar parola al piacere nei discorsi sulla sessualità è molto probabilmente il retaggio di una condanna storica del piacere in quanto considerato effimero (Platone), socialmente destrutturante e infantile (Freud), sovversivo (Foucault). In questo lavoro vengono indagati i presupposti concettuali, linguistici e metodologici che permettono al piacere di essere trattato negli ambiti della sessuologia: dall’educazione sessuale, alla consultazione sessuologica, alla terapia di coppia. Anche perché l’assenza di una riflessione matura sul piacere in sessuologia, forse anche a causa del dominio che il linguaggio scientifico ha ormai preso nel settore, induce le nuove generazioni a rivolgersi ai cattivi maestri proposti dalla pornografia. Approfondire il carattere “sacrale” della sessualità e sviluppare gli strumenti che siano in grado di trasmettere tale sentimento ai giovani è stata la tensione che più profondamente ha animato il lavoro che viene qui presentato

I codici del piacere. Come parlare del corpo erotico in educazione sessuale

ZATTI, Alberto
2004-01-01

Abstract

Già nel 1975 l’Organizzazione Mondiale della Sanità introduceva il concetto di salute sessuale come “integrazione degli aspetti somatici, affettivi, intellettivi e sociali che l’essere sessuato realizza in maniera da valorizzare la personalità, la comunicazione e l’amore”. Sempre l’OMS identificava ne “l’essere capaci di gioire, avendone la piena padronanza, di un comportamento sessuale e riproduttivo in armonia con l’etica personale e sociale” una delle condizioni di base per il raggiungimento di un soddisfacente benessere sessuale.In questo libro gli autori, che hanno lavorato nei progetti di alcune Scuole e Aziende sanitarie, hanno provato a chiedersi come si pone la pratica dell’educazione sessuale di fronte a un tale autorevole richiamo.La capacità di gioire e di provare piacere sembra in realtà una vera e propria desaparecidas della scena educativa. In questo testo gli autori sottolineano che il mancato dar parola al piacere nei discorsi sulla sessualità è molto probabilmente il retaggio di una condanna storica del piacere in quanto considerato effimero (Platone), socialmente destrutturante e infantile (Freud), sovversivo (Foucault). In questo lavoro vengono indagati i presupposti concettuali, linguistici e metodologici che permettono al piacere di essere trattato negli ambiti della sessuologia: dall’educazione sessuale, alla consultazione sessuologica, alla terapia di coppia. Anche perché l’assenza di una riflessione matura sul piacere in sessuologia, forse anche a causa del dominio che il linguaggio scientifico ha ormai preso nel settore, induce le nuove generazioni a rivolgersi ai cattivi maestri proposti dalla pornografia. Approfondire il carattere “sacrale” della sessualità e sviluppare gli strumenti che siano in grado di trasmettere tale sentimento ai giovani è stata la tensione che più profondamente ha animato il lavoro che viene qui presentato
book - libro
2004
Austoni, Laura; Zatti, Alberto
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