Cantante mancato, ascoltatore di melodrammi per passione, cronista musicale quasi per caso, Eugenio Montale subì il fascino dell’opera lirica, lasciandola penetrare nel proprio mondo poetico in costante concorrenza con la rete di richiami letterari e filosofici. Il viaggio attorno al Montale melomane qui proposto indaga diversi aspetti: la suggestione di un quadro della Bohème pucciniana in uno degli Ossi di seppia, le cronache operistiche scritte “fuori di casa”, ossia lontano dalla Scala, in giro fra i teatri d’opera italiani, e infine il suo amato «orrido repertorio operistico» trasposto nei versi. È la passione che muove questo Montale all’apparenza distante dall’impassibilità del suo caratteristico disincanto, come mostrano anche i tre rari scritti riproposti in appendice. «E sui palcoscenici pioveranno, insieme con le rose, anche i carciofi e i ravanelli: segno di inciviltà ma anche di passione per un genere d’arte che per molti è una corrida, per altri un rito; ma che per tutti (e consoliamoci con questa constatazione) è uno degli aspetti insostituibili della nostra civiltà artistica.»
Montale e l'«orrido repertorio operistico». Presenze, echi, cronache del melodramma tra versi e prose
ROSSI, Luca Carlo
2007-01-01
Abstract
Cantante mancato, ascoltatore di melodrammi per passione, cronista musicale quasi per caso, Eugenio Montale subì il fascino dell’opera lirica, lasciandola penetrare nel proprio mondo poetico in costante concorrenza con la rete di richiami letterari e filosofici. Il viaggio attorno al Montale melomane qui proposto indaga diversi aspetti: la suggestione di un quadro della Bohème pucciniana in uno degli Ossi di seppia, le cronache operistiche scritte “fuori di casa”, ossia lontano dalla Scala, in giro fra i teatri d’opera italiani, e infine il suo amato «orrido repertorio operistico» trasposto nei versi. È la passione che muove questo Montale all’apparenza distante dall’impassibilità del suo caratteristico disincanto, come mostrano anche i tre rari scritti riproposti in appendice. «E sui palcoscenici pioveranno, insieme con le rose, anche i carciofi e i ravanelli: segno di inciviltà ma anche di passione per un genere d’arte che per molti è una corrida, per altri un rito; ma che per tutti (e consoliamoci con questa constatazione) è uno degli aspetti insostituibili della nostra civiltà artistica.»Pubblicazioni consigliate
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