Introduzione: Le realtà associative rappresentano ambienti in cui le differenze di genere divengono particolare elemento di criticità, connesse alla ridotta presenza di figure femminili e alla difficoltà delle donne nell’accedere a posizioni di vertice. Fattori culturali, sociali ed economici contribuiscono a rendere faticoso l’essere donna all’interno di tali organizzazioni. La sfida che le associazioni si trovano a dover affrontare è quella di rappresentare un efficace laboratorio sociale in cui favorire l’empowerment femminile sia in termini di maggiore partecipazione alla vita associativa da parte delle donne, sia nella consapevolezza delle proprie potenzialità. Obiettivi: Attraverso lo studio di una rete di associazioni del territorio lombardo (Avis, Aido, Croce Rossa Italiana, Caos Varese, Admo) si è esplorata l’esperienza vissuta nelle associazioni. In particolare si sono analizzate le interpretazioni relative alle differenze di genere; le pratiche in uso e la cultura del lavoro specifiche dei contesti associativi in relazione alle differenze di genere; le criticità di sviluppo personale e professionale delle donne all’interno del contesto lavorativo; le potenzialità di crescita e gestione manageriale nel contesto specifico di lavoro. Metodo: L’approccio utilizzato è di tipo qualitativo: al fine di indagare la cultura organizzativa, le rappresentazioni e le percezioni dei soggetti, è stato adottato un metodo etnografico e narrativo, oltre all’utilizzo di interviste semi-strutturate e focus group. Risultati: Sono emersi repertori diffusi relativi alle questioni di genere. La presenza di associazioni diverse ci ha offerto l’opportunità di mettere a confronto le differenti culture organizzative presenti. Limiti: Sono state considerate solo figure femminili, non affrontando l’esperienza degli uomini all’interno delle proprie associazioni, riducendo in tal modo le possibilità di un confronto. Aspetti innovativi: Il confronto con diverse realtà associative del territorio lombardo ha permesso uno sguardo olistico sulle difficoltà che le donne si trovano a dover fronteggiare nelle loro associazioni di riferimento.
(2021). Essere donna all’interno delle organizzazioni no profit: analisi delle percezioni e delle criticità legate alla disparità di genere all’interno di una rete di associazioni lombarde . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/217392
Essere donna all’interno delle organizzazioni no profit: analisi delle percezioni e delle criticità legate alla disparità di genere all’interno di una rete di associazioni lombarde
Ivaldi, Silvia;Gambirasio, Maddalena;Scaratti, Giuseppe
2021-01-01
Abstract
Introduzione: Le realtà associative rappresentano ambienti in cui le differenze di genere divengono particolare elemento di criticità, connesse alla ridotta presenza di figure femminili e alla difficoltà delle donne nell’accedere a posizioni di vertice. Fattori culturali, sociali ed economici contribuiscono a rendere faticoso l’essere donna all’interno di tali organizzazioni. La sfida che le associazioni si trovano a dover affrontare è quella di rappresentare un efficace laboratorio sociale in cui favorire l’empowerment femminile sia in termini di maggiore partecipazione alla vita associativa da parte delle donne, sia nella consapevolezza delle proprie potenzialità. Obiettivi: Attraverso lo studio di una rete di associazioni del territorio lombardo (Avis, Aido, Croce Rossa Italiana, Caos Varese, Admo) si è esplorata l’esperienza vissuta nelle associazioni. In particolare si sono analizzate le interpretazioni relative alle differenze di genere; le pratiche in uso e la cultura del lavoro specifiche dei contesti associativi in relazione alle differenze di genere; le criticità di sviluppo personale e professionale delle donne all’interno del contesto lavorativo; le potenzialità di crescita e gestione manageriale nel contesto specifico di lavoro. Metodo: L’approccio utilizzato è di tipo qualitativo: al fine di indagare la cultura organizzativa, le rappresentazioni e le percezioni dei soggetti, è stato adottato un metodo etnografico e narrativo, oltre all’utilizzo di interviste semi-strutturate e focus group. Risultati: Sono emersi repertori diffusi relativi alle questioni di genere. La presenza di associazioni diverse ci ha offerto l’opportunità di mettere a confronto le differenti culture organizzative presenti. Limiti: Sono state considerate solo figure femminili, non affrontando l’esperienza degli uomini all’interno delle proprie associazioni, riducendo in tal modo le possibilità di un confronto. Aspetti innovativi: Il confronto con diverse realtà associative del territorio lombardo ha permesso uno sguardo olistico sulle difficoltà che le donne si trovano a dover fronteggiare nelle loro associazioni di riferimento.File | Dimensione del file | Formato | |
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