Introduzione. Il coaching rappresenta una forma di relazione di aiuto finalizzata all’incremento della performance e della soddisfazione personale per tramite di un percorso di apprendimento volto a liberare le capacità inespresse dell’individuo, aumentando l’autoconsapevolezza e la percezione di responsabilità. Un recente ambito di applicazione verte al career-coaching, con cui si favorisce la delicata transizione dei giovani dal contesto formativo-educativo a quello lavorativo. L’efficacia del career-coaching è vincolata al legame che si instaura tra coach e coachee. Attualmente non si rilevano studi tesi a stimare tale legame per mezzo di metodi obiettivi di carattere neuroscientifico. Obiettivi. La finalità della ricerca è stata di utilizzare l’approccio del neurocoaching onde identificare alcuni parametri neuropsicofisiologici in grado di fungere da indicatori predittivi di efficacia relazionale. Metodo. Un totale di 16 studenti ha partecipato a sessioni individuali di career-coaching condotte da un coach professionista. Durante ogni sessione sia il coach sia il coachee sono stati sottoposti a una registrazione sincronizzata della loro attività elettroencefalografica (EEG) e di skin-conductance (SC) al fine di misurare la valenza emozionale, l’engagement e l’arousal. La forza relazionale tra coach e coachee è stata operazionalizzata come indice di similarità tra le metriche (Dynamic-Time-Warping). Risultati. I risultati hanno confermato la capacità delle metriche EEG (non di quelle SC) di saper discriminare efficacemente i livelli di coinvolgimento per ciascuna delle tre fasi di cui si componeva ognuna delle sessioni, indicando i momenti a più alta intensità emozionale ed engagement relazionale. Limiti. La natura esplorativa dello studio suggerisce la necessità di corroborare i risultati qui ottenuti con ulteriori indagini. Aspetti innovativi. La ricerca introduce un metodo innovativo capace di fornire una stima obiettiva del grado di efficacia delle tecniche di coaching nel favorire la transizione dei giovani dal contesto formativo-educativo a quello professionale attraverso la misurazione neuroscientifica della forza relazionale tra coach e coachee.
(2021). Coaching (o Neurocoaching): prime evidenze neuroscientifiche sul legame Coach-Coachee durante una sessione in soggetti in transizione verso il mondo lavorativo . Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/229372
Coaching (o Neurocoaching): prime evidenze neuroscientifiche sul legame Coach-Coachee durante una sessione in soggetti in transizione verso il mondo lavorativo
Valesi, Riccardo;
2021-01-01
Abstract
Introduzione. Il coaching rappresenta una forma di relazione di aiuto finalizzata all’incremento della performance e della soddisfazione personale per tramite di un percorso di apprendimento volto a liberare le capacità inespresse dell’individuo, aumentando l’autoconsapevolezza e la percezione di responsabilità. Un recente ambito di applicazione verte al career-coaching, con cui si favorisce la delicata transizione dei giovani dal contesto formativo-educativo a quello lavorativo. L’efficacia del career-coaching è vincolata al legame che si instaura tra coach e coachee. Attualmente non si rilevano studi tesi a stimare tale legame per mezzo di metodi obiettivi di carattere neuroscientifico. Obiettivi. La finalità della ricerca è stata di utilizzare l’approccio del neurocoaching onde identificare alcuni parametri neuropsicofisiologici in grado di fungere da indicatori predittivi di efficacia relazionale. Metodo. Un totale di 16 studenti ha partecipato a sessioni individuali di career-coaching condotte da un coach professionista. Durante ogni sessione sia il coach sia il coachee sono stati sottoposti a una registrazione sincronizzata della loro attività elettroencefalografica (EEG) e di skin-conductance (SC) al fine di misurare la valenza emozionale, l’engagement e l’arousal. La forza relazionale tra coach e coachee è stata operazionalizzata come indice di similarità tra le metriche (Dynamic-Time-Warping). Risultati. I risultati hanno confermato la capacità delle metriche EEG (non di quelle SC) di saper discriminare efficacemente i livelli di coinvolgimento per ciascuna delle tre fasi di cui si componeva ognuna delle sessioni, indicando i momenti a più alta intensità emozionale ed engagement relazionale. Limiti. La natura esplorativa dello studio suggerisce la necessità di corroborare i risultati qui ottenuti con ulteriori indagini. Aspetti innovativi. La ricerca introduce un metodo innovativo capace di fornire una stima obiettiva del grado di efficacia delle tecniche di coaching nel favorire la transizione dei giovani dal contesto formativo-educativo a quello professionale attraverso la misurazione neuroscientifica della forza relazionale tra coach e coachee.File | Dimensione del file | Formato | |
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