Il denaro, simbolo ambivalente di alcune delle caratteristiche della modernità – l’anonimato, la freddezza, l’appiattimento, la de-specificazione, la massificazione, ma anche la libertà, l’indipendenza – negli ultimi anni sembra avere acquistato uno spazio crescente nella sfera della partecipazione politica. Da un lato, un numero sempre più ampio di cittadini sceglie oggi di contribuire a cause locali e globali attraverso donazioni, o acquistando certi prodotti secondo criteri etici. In questi casi il denaro è direttamente “fatto oggetto” di azioni politiche. Dall’altro, alcune organizzazioni ed esperienze sembrano oggi re-interpretare la distinzione tra valore d’uso e valore di scambio, proponendo criteri di equivalenza interindividuali nuovi o riprendendone di antichi. Questo è il caso delle banche del tempo, ma una simile ambizione sembra alla base anche di altre organizzazioni, solitamente meno strutturate e con una storia più recente, come i gruppi di persone che decidono di intraprendere acquisti collettivi basandosi su scelte “etiche”, come è il caso, in Italia, dei Gruppi di Acquisto Solidale (GAS). Sembra in sostanza che ci si trovi di fronte a due tendenze che possono apparire per certi versi opposte. Da una parte il denaro si espande in campi dai quali risultava fino ad ora escluso. Dall’altra, campi che lo avevano ormai eletto ad unico possibile “ordinatore naturale” (in seguito ad una progressiva espulsione di altre forme regolative), come quello degli scambi di beni e servizi, iniziano a mettere in discussione proprio il denaro. In questo numero speciale di Partecipazione e Conflitto si avvia una riflessione intorno ai significati sociali e politici del denaro in relazione alla partecipazione politica.

Partecipazione politica e denaro

FORNO, Francesca;
2009-01-01

Abstract

Il denaro, simbolo ambivalente di alcune delle caratteristiche della modernità – l’anonimato, la freddezza, l’appiattimento, la de-specificazione, la massificazione, ma anche la libertà, l’indipendenza – negli ultimi anni sembra avere acquistato uno spazio crescente nella sfera della partecipazione politica. Da un lato, un numero sempre più ampio di cittadini sceglie oggi di contribuire a cause locali e globali attraverso donazioni, o acquistando certi prodotti secondo criteri etici. In questi casi il denaro è direttamente “fatto oggetto” di azioni politiche. Dall’altro, alcune organizzazioni ed esperienze sembrano oggi re-interpretare la distinzione tra valore d’uso e valore di scambio, proponendo criteri di equivalenza interindividuali nuovi o riprendendone di antichi. Questo è il caso delle banche del tempo, ma una simile ambizione sembra alla base anche di altre organizzazioni, solitamente meno strutturate e con una storia più recente, come i gruppi di persone che decidono di intraprendere acquisti collettivi basandosi su scelte “etiche”, come è il caso, in Italia, dei Gruppi di Acquisto Solidale (GAS). Sembra in sostanza che ci si trovi di fronte a due tendenze che possono apparire per certi versi opposte. Da una parte il denaro si espande in campi dai quali risultava fino ad ora escluso. Dall’altra, campi che lo avevano ormai eletto ad unico possibile “ordinatore naturale” (in seguito ad una progressiva espulsione di altre forme regolative), come quello degli scambi di beni e servizi, iniziano a mettere in discussione proprio il denaro. In questo numero speciale di Partecipazione e Conflitto si avvia una riflessione intorno ai significati sociali e politici del denaro in relazione alla partecipazione politica.
curatela (fascicolo speciale/monografico)
2009
Forno, Francesca; Tosi, Simone
File allegato/i alla scheda:
Non ci sono file allegati a questa scheda.
Pubblicazioni consigliate

Aisberg ©2008 Servizi bibliotecari, Università degli studi di Bergamo | Terms of use/Condizioni di utilizzo

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10446/22971
Citazioni
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact