La crisi del welfare state ha incentivato la nascita di forme sussidiare di welfare, catalogate complessivamente sotto il nome di “secondo welfare”, collaterali a quello tradizionale ed eroganti prestazioni accessorie e servizi socioassistenziali da garantire a precise fasce di destinatari. La letteratura sul tema, ripercorsa all’interno dell’elaborato, ha sviluppato una mappatura complessa e articolata, volta a individuare le sottocategorie che compongono il secondo welfare, declinandolo nelle forme del welfare occupazionale, contrattuale e aziendale. Il welfare aziendale, in particolare, è stato oggetto di attenzione da parte del legislatore nell’ambito della legge di stabilità 2016, la quale ha ampliato il novero di prestazioni defiscalizzate aventi rilevanza sociale da corrispondere ai lavoratori e, al contempo, ha stabilito una tassazione agevolata sulla retribuzione variabile. Inoltre, i premi di risultati sono a loro volta convertibili in beni e servizi in natura, dando vita a un’ulteriore forma di welfare definita “welfare di produttività”. L’iniziativa legislativa defiscalizzante ha ravvivato l’interesse delle imprese verso una politica di total reward, che affianca alla tradizionale remunerazione forme di retribuzione accessoria in termini di people care, sostegno al reddito (mutui), forme di conciliazione vita-lavoro, servizi di intrattenimento e tempo libero. L’incremento della domanda di beni e servizi in natura è stata intercettata da operatori specializzati, chiamati provider, che fungono da intermediati di servizi di welfare aziendale per le imprese. I provider di soluzioni di welfare rappresentano un nodo apparentemente periferico, ma il loro ruolo è centrale per i dipendenti fungendo da gatekeeper per l’accesso effettivo ai benefit di cui diventano titolari. I provider offrono un servizio tecnologico che si avvale di una piattaforma informatica, ma la loro forza risiede nella capacità di fornire un’attività di consulenza con cui supportare le imprese nella fase di ideazione, implementazione e monitoraggio degli interventi e dei piani di welfare. L’elaborato si preoccupa di fornire una riflessione scientifica su questo segmento imprenditoriale, analizzando le diverse tipologie di operatori e player che lo popolano, la dimensione del mercato generato dalle opportunità commerciali derivanti dalla previsione degli incentivi fiscali, dal quale è promanato un florido indotto occupazionale che ha dato i natali a nuove figure professionali da impiegare nel settore. Inoltre, la tesi analizza, dal punto di vista giuridico e fiscale, le prestazioni di cui si compongono i piani di welfare al fine di delineare i vantaggi fiscali per aziende e lavoratori, i quali accedono di frequente alle prestazioni individuate per il tramite dello strumento del voucher. I provider stanno ridisegnano, insieme ad altri attori fondamentali, le politiche retributive in un’ottica di potenziamento dei servizi di welfare quale elemento strutturale dell’organizzazione aziendale per implementare il benessere organizzativo e il ruolo sociale dell’impresa. Bisogna individuare opportunità e criticità legate a questa innovazione, cercando di governare il fenomeno verso una valorizzazione della meritevolezza sociale della retribuzione accessoria, prevenendo il pericolo di derive consumistiche e sfruttando al meglio le potenzialità di tutti gli attori in gioco, compresi i sindacati.
(2023). Il welfare aziendale e il mercato dei provider . Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/257929 Retrieved from http://dx.doi.org/10.13122/978-88-97413-69-1
Il welfare aziendale e il mercato dei provider
Di Paolo, Lorenza
2023-01-01
Abstract
La crisi del welfare state ha incentivato la nascita di forme sussidiare di welfare, catalogate complessivamente sotto il nome di “secondo welfare”, collaterali a quello tradizionale ed eroganti prestazioni accessorie e servizi socioassistenziali da garantire a precise fasce di destinatari. La letteratura sul tema, ripercorsa all’interno dell’elaborato, ha sviluppato una mappatura complessa e articolata, volta a individuare le sottocategorie che compongono il secondo welfare, declinandolo nelle forme del welfare occupazionale, contrattuale e aziendale. Il welfare aziendale, in particolare, è stato oggetto di attenzione da parte del legislatore nell’ambito della legge di stabilità 2016, la quale ha ampliato il novero di prestazioni defiscalizzate aventi rilevanza sociale da corrispondere ai lavoratori e, al contempo, ha stabilito una tassazione agevolata sulla retribuzione variabile. Inoltre, i premi di risultati sono a loro volta convertibili in beni e servizi in natura, dando vita a un’ulteriore forma di welfare definita “welfare di produttività”. L’iniziativa legislativa defiscalizzante ha ravvivato l’interesse delle imprese verso una politica di total reward, che affianca alla tradizionale remunerazione forme di retribuzione accessoria in termini di people care, sostegno al reddito (mutui), forme di conciliazione vita-lavoro, servizi di intrattenimento e tempo libero. L’incremento della domanda di beni e servizi in natura è stata intercettata da operatori specializzati, chiamati provider, che fungono da intermediati di servizi di welfare aziendale per le imprese. I provider di soluzioni di welfare rappresentano un nodo apparentemente periferico, ma il loro ruolo è centrale per i dipendenti fungendo da gatekeeper per l’accesso effettivo ai benefit di cui diventano titolari. I provider offrono un servizio tecnologico che si avvale di una piattaforma informatica, ma la loro forza risiede nella capacità di fornire un’attività di consulenza con cui supportare le imprese nella fase di ideazione, implementazione e monitoraggio degli interventi e dei piani di welfare. L’elaborato si preoccupa di fornire una riflessione scientifica su questo segmento imprenditoriale, analizzando le diverse tipologie di operatori e player che lo popolano, la dimensione del mercato generato dalle opportunità commerciali derivanti dalla previsione degli incentivi fiscali, dal quale è promanato un florido indotto occupazionale che ha dato i natali a nuove figure professionali da impiegare nel settore. Inoltre, la tesi analizza, dal punto di vista giuridico e fiscale, le prestazioni di cui si compongono i piani di welfare al fine di delineare i vantaggi fiscali per aziende e lavoratori, i quali accedono di frequente alle prestazioni individuate per il tramite dello strumento del voucher. I provider stanno ridisegnano, insieme ad altri attori fondamentali, le politiche retributive in un’ottica di potenziamento dei servizi di welfare quale elemento strutturale dell’organizzazione aziendale per implementare il benessere organizzativo e il ruolo sociale dell’impresa. Bisogna individuare opportunità e criticità legate a questa innovazione, cercando di governare il fenomeno verso una valorizzazione della meritevolezza sociale della retribuzione accessoria, prevenendo il pericolo di derive consumistiche e sfruttando al meglio le potenzialità di tutti gli attori in gioco, compresi i sindacati.File | Dimensione del file | Formato | |
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