Questo volume si presenta come una sorta di summa del pensiero dell’Autore. Il punto di partenza della riflessione etica è la situazione pratica del soggetto agente, all’interno della quale si presenta la questione dell’ordine delle varie pratiche in cui l’individuo è coinvolto (ordo amoris). La fenomenologia della situazione pratica rivela che in essa, nel momento in cui opera un minimo di consapevolezza e razionalità, si rivela la direzionalità verso un fine ultimo, un telos mai completamente concettualizzabile il quale si incarna parzialmente nell’esercizio delle virtù morali e razionali ed è comprensibile solo narrativamente. A un’analisi fenomenologica più approfondita l’esercizio delle virtù appare (tomisticamente) come attuazione della legge naturale; tale esercizio tuttavia si rivela impossibile senza il possesso di un bene comune fondamentale, quello dell’amicizia, la quale rende possibile all’agente quella distanza dai propri desideri necessaria per ordinare i beni nelle situazioni particolari. L’esercizio delle virtù e l’amicizia rendono possibile il cambiamento dei desideri e delle ragioni per desiderare, vale a dire esattamente ciò che l’etica contemporanea emotivistica prevalente giudica impossibile. Il desiderio, in altri termini, non è un dato positivo immodificabile che occupa il posto di premessa maggiore nel ragionamento pratico. Il desiderio, in quanto proprium del soggetto, ne rivela invece l’intima natura appetitiva (e quindi teleologica) e razionale. Un proprium paradossale in quanto necessita dell’Altro per potersi determinare in modo non reificante.
(2024). L'etica nei conflitti della modernità. Desideri, ragionamento pratico e narrative [edited book - curatela]. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/263599
L'etica nei conflitti della modernità. Desideri, ragionamento pratico e narrative
Maletta, Santino;
2024-01-01
Abstract
Questo volume si presenta come una sorta di summa del pensiero dell’Autore. Il punto di partenza della riflessione etica è la situazione pratica del soggetto agente, all’interno della quale si presenta la questione dell’ordine delle varie pratiche in cui l’individuo è coinvolto (ordo amoris). La fenomenologia della situazione pratica rivela che in essa, nel momento in cui opera un minimo di consapevolezza e razionalità, si rivela la direzionalità verso un fine ultimo, un telos mai completamente concettualizzabile il quale si incarna parzialmente nell’esercizio delle virtù morali e razionali ed è comprensibile solo narrativamente. A un’analisi fenomenologica più approfondita l’esercizio delle virtù appare (tomisticamente) come attuazione della legge naturale; tale esercizio tuttavia si rivela impossibile senza il possesso di un bene comune fondamentale, quello dell’amicizia, la quale rende possibile all’agente quella distanza dai propri desideri necessaria per ordinare i beni nelle situazioni particolari. L’esercizio delle virtù e l’amicizia rendono possibile il cambiamento dei desideri e delle ragioni per desiderare, vale a dire esattamente ciò che l’etica contemporanea emotivistica prevalente giudica impossibile. Il desiderio, in altri termini, non è un dato positivo immodificabile che occupa il posto di premessa maggiore nel ragionamento pratico. Il desiderio, in quanto proprium del soggetto, ne rivela invece l’intima natura appetitiva (e quindi teleologica) e razionale. Un proprium paradossale in quanto necessita dell’Altro per potersi determinare in modo non reificante.File | Dimensione del file | Formato | |
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