Questo libro non è solo "un'officina di avventure", ma un viaggio nella sensibilità umana alla scoperta dell'ignoto, un percorso colmo di stupore per l'esistenza. Il professore di Jarnés descrive l'inebriante inutilità che scaturisce dalla narrazione della vita quando siamo disposti a leggerla, a incontrarla nell'altro. Egli vede fiorire la bellezza all'improvviso, da una conoscenza, da uno slancio, da un frammento del quotidiano. In fondo, tutte le vicissitudini narrate non sono che un assedio verbale a quell'istante in cui più ci sembra di appartenere alla vita: l'incontro erotico. In tale assedio, tuttavia, l'autore amplifica le sensazioni, le fa vibrare con la sua poetica florida di metafore. Il suo potere creativo è tale che, a un certo punto, non capiamo più se sia il testo o la vita a detenere il primato del bello. Ma Jarnés è chiaro: l'arte fa parte della vita, ed è quest'ultima la "categoria suprema". Non si tratta certo di una presa di posizione trascurabile, giacché l'autore si contrappone in questo modo alle posizioni più intransigenti e provocatorie delle avanguardie, ormai divenute canone. Su questo punto, Jarnés è tassativo, egli rifiuta un'arte estranea alla vita, irrispettosa della sensibilità dello spettatore-lettore che, di fronte a essa, rimane spesso spaesato.
(2010). Il professore inutile [edited book - curatela]. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/26475
Il professore inutile
LODI, Enrico
2010-01-01
Abstract
Questo libro non è solo "un'officina di avventure", ma un viaggio nella sensibilità umana alla scoperta dell'ignoto, un percorso colmo di stupore per l'esistenza. Il professore di Jarnés descrive l'inebriante inutilità che scaturisce dalla narrazione della vita quando siamo disposti a leggerla, a incontrarla nell'altro. Egli vede fiorire la bellezza all'improvviso, da una conoscenza, da uno slancio, da un frammento del quotidiano. In fondo, tutte le vicissitudini narrate non sono che un assedio verbale a quell'istante in cui più ci sembra di appartenere alla vita: l'incontro erotico. In tale assedio, tuttavia, l'autore amplifica le sensazioni, le fa vibrare con la sua poetica florida di metafore. Il suo potere creativo è tale che, a un certo punto, non capiamo più se sia il testo o la vita a detenere il primato del bello. Ma Jarnés è chiaro: l'arte fa parte della vita, ed è quest'ultima la "categoria suprema". Non si tratta certo di una presa di posizione trascurabile, giacché l'autore si contrappone in questo modo alle posizioni più intransigenti e provocatorie delle avanguardie, ormai divenute canone. Su questo punto, Jarnés è tassativo, egli rifiuta un'arte estranea alla vita, irrispettosa della sensibilità dello spettatore-lettore che, di fronte a essa, rimane spesso spaesato.Pubblicazioni consigliate
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