L’acqua è l’elemento fondativo per la vita dell’uomo e per il paesaggio che l’accoglie. Anche il territorio che abitiamo è il frutto del lavorio incessante delle acque. Quasi tutti i substrati dei luoghi si sono generati in ambienti acquatici. La maggior parte delle rocce affioranti nella nostra provincia richiamano antichi mari, oceani o ruggenti corsi che andavano a disperdersi, depositando i materiali fluitati e sospinti, nelle calme acque di laghi, paludi, lagune o specchi marini. Lo spazio fisico intorno a noi è la vetrina dell’incessante lavorio costruttivo e distruttivo delle acque che nelle loro molteplici forme e tipologie di raccolta hanno smussato, levigato, spostato, sciolto, depositato, strappato, fluitato, sospinto, pressato, spezzato la superficie terrestre modellandone l’aspetto in una serie pressoché infinita di forme. L’antropizzazione stessa della Terra è un racconto di stretta relazione tra acque e comunità umane. Nel volume si sono affrontate le complesse relazioni tra attività umane e risorse idriche, seguendo un immaginario viaggio dai crinali delle Orobie alla bassa pianura, ricercando un filo conduttore che ci aiuti a leggere le forme di un paesaggio che, per genesi e per modellamento, tantissimo deve alle acque; nel contempo si è cercato di far emergere le peculiarità del rapporto tra comunità umane, più profondo di quanto l’esperienza individuale contemporanea possa far percepire, all’origine dell’attuale successo economico del territorio sia regionale che provinciale.
(2022). Bergamo il paesaggio dell'acqua. Dalle sorgenti alla pianura . Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/267532
Bergamo il paesaggio dell'acqua. Dalle sorgenti alla pianura
Ferlinghetti, Renato;
2022-01-01
Abstract
L’acqua è l’elemento fondativo per la vita dell’uomo e per il paesaggio che l’accoglie. Anche il territorio che abitiamo è il frutto del lavorio incessante delle acque. Quasi tutti i substrati dei luoghi si sono generati in ambienti acquatici. La maggior parte delle rocce affioranti nella nostra provincia richiamano antichi mari, oceani o ruggenti corsi che andavano a disperdersi, depositando i materiali fluitati e sospinti, nelle calme acque di laghi, paludi, lagune o specchi marini. Lo spazio fisico intorno a noi è la vetrina dell’incessante lavorio costruttivo e distruttivo delle acque che nelle loro molteplici forme e tipologie di raccolta hanno smussato, levigato, spostato, sciolto, depositato, strappato, fluitato, sospinto, pressato, spezzato la superficie terrestre modellandone l’aspetto in una serie pressoché infinita di forme. L’antropizzazione stessa della Terra è un racconto di stretta relazione tra acque e comunità umane. Nel volume si sono affrontate le complesse relazioni tra attività umane e risorse idriche, seguendo un immaginario viaggio dai crinali delle Orobie alla bassa pianura, ricercando un filo conduttore che ci aiuti a leggere le forme di un paesaggio che, per genesi e per modellamento, tantissimo deve alle acque; nel contempo si è cercato di far emergere le peculiarità del rapporto tra comunità umane, più profondo di quanto l’esperienza individuale contemporanea possa far percepire, all’origine dell’attuale successo economico del territorio sia regionale che provinciale.File | Dimensione del file | Formato | |
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