La contumacia rappresenta un comportamento neutro: questo è il princìpio che, secondo la dottrina tradizionale, governa l'istituto, nell'ordinamento civile. La tesi più accreditata tra gli studiosi del processo civile è, dunque, che, in un sistema ispirato alla concezione della contumacia intesa come ficta litiscontestatio per cui incombe in capo alla parte costituita l¿onere di provare i fatti posti a fondamento della domanda, anche nell'ipotesi in cui la controparte non si sia costituita l'inerzia della parte assume carattere di neutralità e, come tale, essa è insuscettibile di divenire fonte di convincimento del giudice. Lo scopo del presente studio è quello di proporre una lettura della contumacia del tutto innovativa, volta a dimostrare come tale istituto appaia, in realtà, scevro dal carattere di neutralità e si discosta in maniera decisa da un'ottica di equilibrio tra le posizioni delle parti, per sbilanciarsi a favore di quella del contumace che riveste, così, un ruolo di assoluto privilegio. Dopo aver mobilitato un diverso ordine di nozioni ¿ quali il princìpio del contraddittorio, il prin­cìpio dispositivo, il concetto di inattività, di comportamento processuale e di assenza, il significato della ¿non contestazione¿ ed il princìpio di parità delle parti ¿ ed aver compiuto l'esegesi della disciplina contenuta nel codice di procedura civile, si affronta il problema dei poteri del contumace, onde stabilire se costui sia in grado, o meno, di influire sulla decisione finale. L¿approfondimento di tali tematiche consentirà di delineare un nuovo significato di contumacia volontaria - intesa come ficta litiscontestatio - lontano dall¿accezione di inattività e di comportamento neutro, nei sensi delineati dalla migliore dottrina. Secondo questa nuova accezione, la contumacia volontaria, assurgerà a comportamento processuale della parte, quale forma di esercizio del diritto di difesa, alternativo alla costituzione in giudizio. Nella presente ricerca si volge lo sguardo anche alla disciplina del processo francese e tedesco ispirati alle antitetiche concezioni di contumacia come ficta litiscontestatio e come ficta confessio. Nella parte conclusiva dell'indagine, in un'ottica di riforma del processo, si propongono due diversi approcci ricostruttivi dell¿istituto oggetto di analisi, ben lungi dalla logica della finzione giuridica, sia essa ficta litiscontestatio o ficta confessio: il primo, attraverso una rivisitazione delle nozioni di interesse ad agire ed interesse a contraddire, di cui all'art. 100 c.p.c.; il secondo, attraverso l¿applicazione, al processo celebrato nella contumacia di una parte, del rito sommario di cognizione, di cui agli artt. 702 bis c.p.c. e seguenti, e con la creazione del nuovo procedimento sommario contumaciale.

(2012). Contributo allo studio della contumacia nel processo civile [book - libro]. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/28275

Contributo allo studio della contumacia nel processo civile

D'ADAMO, Daniela
2012-01-01

Abstract

La contumacia rappresenta un comportamento neutro: questo è il princìpio che, secondo la dottrina tradizionale, governa l'istituto, nell'ordinamento civile. La tesi più accreditata tra gli studiosi del processo civile è, dunque, che, in un sistema ispirato alla concezione della contumacia intesa come ficta litiscontestatio per cui incombe in capo alla parte costituita l¿onere di provare i fatti posti a fondamento della domanda, anche nell'ipotesi in cui la controparte non si sia costituita l'inerzia della parte assume carattere di neutralità e, come tale, essa è insuscettibile di divenire fonte di convincimento del giudice. Lo scopo del presente studio è quello di proporre una lettura della contumacia del tutto innovativa, volta a dimostrare come tale istituto appaia, in realtà, scevro dal carattere di neutralità e si discosta in maniera decisa da un'ottica di equilibrio tra le posizioni delle parti, per sbilanciarsi a favore di quella del contumace che riveste, così, un ruolo di assoluto privilegio. Dopo aver mobilitato un diverso ordine di nozioni ¿ quali il princìpio del contraddittorio, il prin­cìpio dispositivo, il concetto di inattività, di comportamento processuale e di assenza, il significato della ¿non contestazione¿ ed il princìpio di parità delle parti ¿ ed aver compiuto l'esegesi della disciplina contenuta nel codice di procedura civile, si affronta il problema dei poteri del contumace, onde stabilire se costui sia in grado, o meno, di influire sulla decisione finale. L¿approfondimento di tali tematiche consentirà di delineare un nuovo significato di contumacia volontaria - intesa come ficta litiscontestatio - lontano dall¿accezione di inattività e di comportamento neutro, nei sensi delineati dalla migliore dottrina. Secondo questa nuova accezione, la contumacia volontaria, assurgerà a comportamento processuale della parte, quale forma di esercizio del diritto di difesa, alternativo alla costituzione in giudizio. Nella presente ricerca si volge lo sguardo anche alla disciplina del processo francese e tedesco ispirati alle antitetiche concezioni di contumacia come ficta litiscontestatio e come ficta confessio. Nella parte conclusiva dell'indagine, in un'ottica di riforma del processo, si propongono due diversi approcci ricostruttivi dell¿istituto oggetto di analisi, ben lungi dalla logica della finzione giuridica, sia essa ficta litiscontestatio o ficta confessio: il primo, attraverso una rivisitazione delle nozioni di interesse ad agire ed interesse a contraddire, di cui all'art. 100 c.p.c.; il secondo, attraverso l¿applicazione, al processo celebrato nella contumacia di una parte, del rito sommario di cognizione, di cui agli artt. 702 bis c.p.c. e seguenti, e con la creazione del nuovo procedimento sommario contumaciale.
book - libro
2012
D'Adamo, Daniela
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