La presente indagine costituisce uno studio preliminare dei profili processuali dell’istituto dell’amministrazione di sostegno, che si modula, da un lato, nell’analisi del procedimento di istituzione e, dall’altro lato, nell’esame dei poteri processuali dell’amministratore di sostegno; profilo, quest’ultimo, quasi del tutto trascurato dalla giurisprudenza e trattato marginalmente dalla dottrina. L’analisi, partendo dal riconoscimento della lacunosità della disciplina processuale dell’istituto in parola e mutuando i risultati degli studi in tema di interdizione ed inabilitazione, addiviene ad una soluzione interpretativa che coniuga la regola sancita dall’art. 75 c.p.c., sulla capacità di stare in giudizio, con la disciplina particolare dell’amministrazione di sostegno, nella quale l’amministrato non è soggetto incapace di agire tout court e nella quale la fonte dei poteri di costui è, in ultima analisi, giudiziale. Tale soluzione ha l’effetto di collegare la legittimazione processuale alla capacità di agire dell’amministratore, in relazione ai diritti sottesi agli atti oggetto del provvedimento del Giudice tutelare di nomina, o del provvedimento integrativo. Lo sforzo interpretativo compiuto ha, inoltre, il pregio di aver effettuato una rimeditazione dell’istituto dell’amministrazione di sostegno-assistenza, che ha condotto alla delineazione di una nuova figura di parte, costituita dall’amministratore-assistente e dall’amministrato-assistito, legati in un unicum inscindibile: la parte complessa.

(2012). Profili processuali dell'amministrazione di sostegno [book - libro]. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/28277

Profili processuali dell'amministrazione di sostegno

D'ADAMO, Daniela
2012-01-01

Abstract

La presente indagine costituisce uno studio preliminare dei profili processuali dell’istituto dell’amministrazione di sostegno, che si modula, da un lato, nell’analisi del procedimento di istituzione e, dall’altro lato, nell’esame dei poteri processuali dell’amministratore di sostegno; profilo, quest’ultimo, quasi del tutto trascurato dalla giurisprudenza e trattato marginalmente dalla dottrina. L’analisi, partendo dal riconoscimento della lacunosità della disciplina processuale dell’istituto in parola e mutuando i risultati degli studi in tema di interdizione ed inabilitazione, addiviene ad una soluzione interpretativa che coniuga la regola sancita dall’art. 75 c.p.c., sulla capacità di stare in giudizio, con la disciplina particolare dell’amministrazione di sostegno, nella quale l’amministrato non è soggetto incapace di agire tout court e nella quale la fonte dei poteri di costui è, in ultima analisi, giudiziale. Tale soluzione ha l’effetto di collegare la legittimazione processuale alla capacità di agire dell’amministratore, in relazione ai diritti sottesi agli atti oggetto del provvedimento del Giudice tutelare di nomina, o del provvedimento integrativo. Lo sforzo interpretativo compiuto ha, inoltre, il pregio di aver effettuato una rimeditazione dell’istituto dell’amministrazione di sostegno-assistenza, che ha condotto alla delineazione di una nuova figura di parte, costituita dall’amministratore-assistente e dall’amministrato-assistito, legati in un unicum inscindibile: la parte complessa.
book - libro
2012
D'Adamo, Daniela
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