Lo studio delle migrazioni implica l’analisi delle politiche di accoglienza – attuate dai paesi d’arrivo degli emigrati – e delle politiche di assistenza – promosse dalle istituzioni dei paesi di partenza. Nel caso delle migrazioni italiane verso la Svizzera del secondo dopoguerra, la debolezza delle due tipologie di politiche favorì lo sviluppo di organizzazioni di tutela e di autotutela degli emigrati. Infatti, nel tentativo di evitare il loro radicamento nella Confederazione, la legislazione svizzera facilitava la continua rotazione della manodopera straniera, attraverso una politica migratoria che tendeva a vincolarne la presenza a contratti di lavoro temporanei. In questo modo venivano ridotte le richieste di servizi di base da parte degli immigrati. Contemporaneamente il governo italiano vedeva nell’emigrazione uno strumento di decompressione del mercato del lavoro e incoraggiava le partenze senza occuparsi delle condizioni di vita degli emigrati oltre il confine. La Chiesa Cattolica, attraverso le Missioni cattoliche italiane, si inserì in questo quadro ed ebbe un ruolo di primo piano nell’organizzazione delle attività assistenziali rivolte agli emigrati. Questo piccolo volume offre uno sguardo sulla storia di quegli enti religiosi, sviluppata a partire dalle memorie delle suore e dei sacerdoti.
(2012). Emigrati italiani e missioni cattoliche in Svizzera (1945-75) [book - libro]. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/28747
Emigrati italiani e missioni cattoliche in Svizzera (1945-75)
BARCELLA, Paolo
2012-01-01
Abstract
Lo studio delle migrazioni implica l’analisi delle politiche di accoglienza – attuate dai paesi d’arrivo degli emigrati – e delle politiche di assistenza – promosse dalle istituzioni dei paesi di partenza. Nel caso delle migrazioni italiane verso la Svizzera del secondo dopoguerra, la debolezza delle due tipologie di politiche favorì lo sviluppo di organizzazioni di tutela e di autotutela degli emigrati. Infatti, nel tentativo di evitare il loro radicamento nella Confederazione, la legislazione svizzera facilitava la continua rotazione della manodopera straniera, attraverso una politica migratoria che tendeva a vincolarne la presenza a contratti di lavoro temporanei. In questo modo venivano ridotte le richieste di servizi di base da parte degli immigrati. Contemporaneamente il governo italiano vedeva nell’emigrazione uno strumento di decompressione del mercato del lavoro e incoraggiava le partenze senza occuparsi delle condizioni di vita degli emigrati oltre il confine. La Chiesa Cattolica, attraverso le Missioni cattoliche italiane, si inserì in questo quadro ed ebbe un ruolo di primo piano nell’organizzazione delle attività assistenziali rivolte agli emigrati. Questo piccolo volume offre uno sguardo sulla storia di quegli enti religiosi, sviluppata a partire dalle memorie delle suore e dei sacerdoti.File | Dimensione del file | Formato | |
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