L’educazione morale tra famiglia, istituzioni formative e società. Problemi e itinerari pedagogici

Children are a scarce resource. It is unnecessary to remind that every demographic crisis is never just economic but anthropological, and therefore fully ethical-pedagogical. For this reason, it is increasingly important to have a pedagogy for early and second childhood that helps to nurture the potential, talents, and excellence of every child, promoting them all—without exception—to a "good," "positive," ethically inspired personal and social life, especially within the framework of the value pluralism that characterizes our society. The topic discussed may seem outdated, yet anyone involved in education immediately recognizes its unavoidable nature. Thus, it is worth discussing moral education from early childhood, without simply reverting to directive approaches of the past, but still striving to outline positive forms of personal relationships that support minors in their gradual educational journey toward ethical autonomy. The author, engaging with some classic works in pedagogy and developmental psychology, identifies eight conditions that should facilitate this journey (care received from others, a regulated life, encouragement, freedom of initiative and social interaction, admonitions, the ethical example of adults, an invitation to recognize one’s emotions, and dialogue with adults), dedicating a chapter of the book to each. Starting from the concrete problems that emerge from practice, the text prompts reflection on the ethical significance underlying the more or less explicit intentions of educators and, more generally, adults when they approach children in families, nurseries, schools, or other social contexts.

I bambini sono una risorsa scarsa. Non c’è bisogno di ricordare che ogni crisi demografica non è mai soltanto economica, ma antropologica, e quindi in senso pieno etico-pedagogica. Per questo è sempre più importante una pedagogia della prima e della seconda infanzia che aiuti a non perdere le potenzialità, i talenti, le eccellenze di ogni bambino per promuoverli tutti, nessuno escluso, a una vita personale e sociale «buona», «positiva», eticamente ispirata, a maggior ragione nel quadro di pluralismo valoriale che caratterizza la nostra società. Il tema trattato può forse suonare inattuale, eppure chiunque si occupi di educazione ne sente subito il carattere ineludibile. Tanto vale, dunque, provare a discutere di educazione morale sin dall’infanzia, senza ovviamente riproporre approcci direttivi del passato, ma pur sempre cercando di delineare le forme buone di relazione personale che supportino i minori nel loro progressivo percorso formativo verso l’autonomia etica. L’autore, dialogando con alcuni grandi classici della pedagogia e della psicologia dell’età evolutiva, individua otto condizioni che dovrebbero propiziare tale cammino (le cure ricevute da altri, una vita regolata, l’incoraggiamento, la libertà d’iniziativa e la socialità, gli ammonimenti, l’esempio etico dei grandi, l’invito a riconoscere le proprie emozioni e il dialogo con l’adulto), dedicando a ciascuna di esse un capitolo del libro. Muovendo dai problemi concreti che emergono dalla prassi, il testo fa riflettere sulla valenza etica sottesa alle intenzioni più o meno esplicite degli educatori, e più in generale degli adulti, quando si accostano ai bambini in famiglia, nei nidi, nelle scuole o negli altri contesti sociali.