Dall'interiorità dell'anima agostiniana al cogito di Cartesio, dall'io trascendentale di Kant allo Spirito hegeliano, la filosofia ci ha proposto una concezione forte del soggetto. Si parte dall'alto, dall'autoconoscenza introspettiva del filosofo, per poi guadagnare tutto il resto. Il soggetto è trasparente a sé stesso, e la consapevolezza riflessiva che la mente ha della sua struttura e dei suoi contenuti produce una conoscenza dotata di un particolare tipo di certezza, che si contrappone alla conoscenza del mondo materiale. Il libro che il lettore ha fra le mani lo invita a seguire il percorso inverso. Convinti che «colui che comprende il babbuino contribuirà alla metafisica più di Locke», procederemo dal basso verso lalto, sforzandoci di ricostruire il processo che dalle funzioni psicologiche più elementari (indagabili nell'animale e nell'infante) conduce a quelle funzioni psicologiche più complesse che rendono possibile la mente autocosciente adulta. Il punto di approdo sarà una critica della soggettività autocosciente, in cui l'io da dato primario diviene costruzione, il precipitato di un fitto intreccio di componenti neurocognitive e psicosociali. Per dirla con le parole della fenomenologia esistenzialista, noi non possediamo un'essenza che precede la nostra esistenza: il nostro «esserci» è sempre l'esserci di un corpo, con una storia. E questo esserci si caratterizza innanzitutto per la sua precarietà. Privo di garanzia metafisica, l'io-costruito è costantemente assediato dal rischio del suo dissolvimento. Di qui -- sosteniamo -- la sua natura essenzialmente difensiva, il suo articolarsi in un insieme di manovre psicologiche che si sforzano di porre argine alla sua fragilità primaria. La cassetta degli attrezzi con cui intendiamo dare corpo a queste tesi è quella della filosofia della mente informata dalle scienze cognitive. È con questi strumenti che ci proponiamo di elaborare le premesse di una teoria naturalistica dell'autocoscienza, al cui interno i temi della critica freudiana del soggetto -- i temi dell'inconscio, dell'autoinganno e dei meccanismi di difesa -- possano essere letti in una luce nuova e più rigorosa.

Sentirsi esistere: inconscio, coscienza, autocoscienza

PATERNOSTER, Alfredo
2013-01-01

Abstract

Dall'interiorità dell'anima agostiniana al cogito di Cartesio, dall'io trascendentale di Kant allo Spirito hegeliano, la filosofia ci ha proposto una concezione forte del soggetto. Si parte dall'alto, dall'autoconoscenza introspettiva del filosofo, per poi guadagnare tutto il resto. Il soggetto è trasparente a sé stesso, e la consapevolezza riflessiva che la mente ha della sua struttura e dei suoi contenuti produce una conoscenza dotata di un particolare tipo di certezza, che si contrappone alla conoscenza del mondo materiale. Il libro che il lettore ha fra le mani lo invita a seguire il percorso inverso. Convinti che «colui che comprende il babbuino contribuirà alla metafisica più di Locke», procederemo dal basso verso lalto, sforzandoci di ricostruire il processo che dalle funzioni psicologiche più elementari (indagabili nell'animale e nell'infante) conduce a quelle funzioni psicologiche più complesse che rendono possibile la mente autocosciente adulta. Il punto di approdo sarà una critica della soggettività autocosciente, in cui l'io da dato primario diviene costruzione, il precipitato di un fitto intreccio di componenti neurocognitive e psicosociali. Per dirla con le parole della fenomenologia esistenzialista, noi non possediamo un'essenza che precede la nostra esistenza: il nostro «esserci» è sempre l'esserci di un corpo, con una storia. E questo esserci si caratterizza innanzitutto per la sua precarietà. Privo di garanzia metafisica, l'io-costruito è costantemente assediato dal rischio del suo dissolvimento. Di qui -- sosteniamo -- la sua natura essenzialmente difensiva, il suo articolarsi in un insieme di manovre psicologiche che si sforzano di porre argine alla sua fragilità primaria. La cassetta degli attrezzi con cui intendiamo dare corpo a queste tesi è quella della filosofia della mente informata dalle scienze cognitive. È con questi strumenti che ci proponiamo di elaborare le premesse di una teoria naturalistica dell'autocoscienza, al cui interno i temi della critica freudiana del soggetto -- i temi dell'inconscio, dell'autoinganno e dei meccanismi di difesa -- possano essere letti in una luce nuova e più rigorosa.
book - libro
2013
Marraffa, Massimo; Paternoster, Alfredo
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