È un tempo, il nostro, in cui, da qualsiasi lato si volti lo sguardo, si finisce sempre per vedere l’immagine di un corpo. Spesso è un’immagine erotizzata, ancor più spesso femminile. Frequentemente i corpi che si vedono sono “perfetti”: corpi estetizzati, performanti, idealizzati. Il disagio derivante da questa idealizzazione del corpo è palpabile. Cosa possono allora fare la psicologia e la pedagogia per aiutare le persone ad aprire strade più soggettive e “auto-realizzanti”? Molte sono infatti le vie dell’educazione: professionale, del volontariato, istituzioni (scuole, servizi sociali, asili nido) e le famiglie. Molte sono anche, però, le trappole dell’educazione, come la tendenza ad applicare programmi d’apprendimento che replicano la tradizione senza adattare la proposta al contesto specifico. Educare è un processo riflessivo, come sottolinea Maria Montessori. Educare richiede quindi l’apertura di un’area intermedia fra bisogni e desideri, nella quale esplorare le possibilità e le opportunità dello sviluppo del cittadino. In questo libro si intende portare l’attenzione su un tema illustre della psicologia e della pedagogia che vieppiù è stato però dimenticato da questi nostri tempi di “ricerca dell’emozione”: il sentimento. Ogni sentir-della-mente, dal famigliare al gruppale, a quello di giustizia, sostiene il percorso personale verso un sentimento sempre più allargato, cosciente, financo universale. La psicomotricità è una disciplina che da qualche decennio è riconosciuta come un valido aiuto agli interventi educativi nelle scuole e nelle comunità educative. Il Master in Psicomotricità Integrata nei Contesti Educativi e di Prevenzione dell’Università degli Studi di Bergamo costituisce da tempo un laboratorio di formazione e ricerca per la psico-pedagogia del corpo. Molto rimane ancora da fare anche sul piano della sensibilità educativa al corpo sessuato e culturalizzato, ma questa è una “partita” che gli operatori delle professioni di cura (psicologi, educatori, insegnanti) non possono non giocare.

Il sentimento motorio: psico-socio-ecologia dell'educazione psicomotoria

ZATTI, Alberto
2013-01-01

Abstract

È un tempo, il nostro, in cui, da qualsiasi lato si volti lo sguardo, si finisce sempre per vedere l’immagine di un corpo. Spesso è un’immagine erotizzata, ancor più spesso femminile. Frequentemente i corpi che si vedono sono “perfetti”: corpi estetizzati, performanti, idealizzati. Il disagio derivante da questa idealizzazione del corpo è palpabile. Cosa possono allora fare la psicologia e la pedagogia per aiutare le persone ad aprire strade più soggettive e “auto-realizzanti”? Molte sono infatti le vie dell’educazione: professionale, del volontariato, istituzioni (scuole, servizi sociali, asili nido) e le famiglie. Molte sono anche, però, le trappole dell’educazione, come la tendenza ad applicare programmi d’apprendimento che replicano la tradizione senza adattare la proposta al contesto specifico. Educare è un processo riflessivo, come sottolinea Maria Montessori. Educare richiede quindi l’apertura di un’area intermedia fra bisogni e desideri, nella quale esplorare le possibilità e le opportunità dello sviluppo del cittadino. In questo libro si intende portare l’attenzione su un tema illustre della psicologia e della pedagogia che vieppiù è stato però dimenticato da questi nostri tempi di “ricerca dell’emozione”: il sentimento. Ogni sentir-della-mente, dal famigliare al gruppale, a quello di giustizia, sostiene il percorso personale verso un sentimento sempre più allargato, cosciente, financo universale. La psicomotricità è una disciplina che da qualche decennio è riconosciuta come un valido aiuto agli interventi educativi nelle scuole e nelle comunità educative. Il Master in Psicomotricità Integrata nei Contesti Educativi e di Prevenzione dell’Università degli Studi di Bergamo costituisce da tempo un laboratorio di formazione e ricerca per la psico-pedagogia del corpo. Molto rimane ancora da fare anche sul piano della sensibilità educativa al corpo sessuato e culturalizzato, ma questa è una “partita” che gli operatori delle professioni di cura (psicologi, educatori, insegnanti) non possono non giocare.
book - libro
2013
Zatti, Alberto
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